Centri di salute mentale in Molise: numerosi ma scarsamente efficaci
26 Luglio 2017
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Centri di salute mentale in Molise: numerosi ma scarsamente efficaci

Negli ultimi mesi – e ancora mentre scrivo questo mio contributo – si è giocata la partita della riconversione delle strutture residenziali regionali, in vista delle necessarie modifiche che dovranno riassegnare i livelli di intensità dell’intervento, diversificando le comunità terapeutiche esistenti per tipologia e grado di intervento terapeutico.

Non è necessario in questa sede descrivere i dettagli tecnici della questione; una serie di considerazioni appaiono però utili.

[caption id="attachment_19012" align="alignnone" width="612"] fonte: www.parmapress24.it[/caption]

Tante le strutture per la cura dei disturbi mentali. Ma la qualità delle cure è adeguata?

Le residenze attualmente attive sono troppe per una regione come la nostra, e soprattutto eccessivamente schiacciate su livelli di assistenza che non garantiscono un livello terapeutico ad ampio respiro; ciò risulta ancor più grave se guardiamo alla modifica della popolazione che necessita di interventi di questo genere, e dei livelli di intensità da garantire per la gran parte dei disturbi di tale natura.

Dopo più di trent’anni, siamo giunti al punto di dover attendere le disposizioni politiche ed amministrative che decideranno del nostro futuro, nella più totale resa da parte delle cooperative che gestiscono i servizi. Resa che nasce certamente dal disimpegno mostrato nella programmazione, che, dopo la fase di accoglienza dei pazienti manicomiali, non ha posto nuovi obiettivi terapeutici e riabilitativi per l’intervento psico-sociale residenziale, lasciando prosperare volontarismo, assistenzialismo e, in taluni casi, clientelismi.

Ancora oggi, in sede di contrattazione, posso notare una attenzione quasi corporativistica alle ragioni contabili e a quelle (già più comprensibili) di tutela dei posti di lavoro, ma una quasi totale assenza di visione prospettica intorno ai temi delle possibilità terapeutiche residenziali e allo sviluppo di reti territoriali che accompagnino e completino i percorsi presso le comunità.

La permanenza nelle strutture molisane: 130% in più rispetto alla media nazionale

Parlare di qualità non è un dire astratto, ma un dovere di chi quotidianamente lavora in questo settore: da analisi statistiche recenti risulta che una delle pecche del settore della residenzialità in regione è quello della permanenza in struttura, più alta della media nazionale di oltre il 130%! Dunque, di cosa parliamo? È produrre qualità non programmare percorsi di valutazione costante e con dimissioni dei pazienti a termine, lasciando cronicizzare gli ospiti in un lungo ed indistinto inverno esistenziale? Direi di no. Per questo la cooperativa Nardacchione sta mettendo a punto una valutazione dei propri percorsi di cura, per monitorare proprio i dati relativi alla qualità del servizio offerto. Al momento è possibile affermare che i nostri pazienti non hanno “subìto” trattamenti di questo genere e che, negli ultimi sei anni c’è stato un grande tasso di dimissioni a termine progetto, con medie di permanenza inferiori ai due anni.

Disparità nei servizi tra alto e basso Molise

Last, but non least: confermata e rilanciata la potente disuguaglianza territoriale che vede il territorio basso-molisano ampiamente al di sotto della media regionale per numero di strutture e servizi offerti in termini di posti letto, a fronte di una altrettanto ampia sovrapproduzione di posti letto nella zona dell’isernino.


Immagine in evidenza, tratta da: http://www.compartosanita.it/

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