Esiste ancora un luogo tra quelli istituzionalmente deputati per l’esplicazione dei diritti che non sia svilito, svuotato, eluso? Esiste ancora la possibilità che i vari soggetti, politici, sociali, istituzionali, ascoltino la voce dei milioni di persone che ogni giorno perdono qualcosa in più in termini economici e in termini di visibilità, peso e dignità? La risposta a queste domande è univoca: no.
Come sempre ricorro a pochi esempi dell’ultima ora. Renzi fa l’accordo con Berlusconi sulla legge elettorale rendendo superflui qualsiasi discussione o dibattito parlamentare, sì, è vero, un parlamento eletto con una legge affatto rappresentativa della volontà popolare, ma comunque unico organo designato costituzionalmente all’esplicazione di questo compito. Nuovo accordo sulla rappresentanza sindacale, la Camusso firma l’impegno per la CGIL senza la preliminare discussione del direttivo; una sola donna al comando: una intesa pericolosa e sindacato spaccato. Referendum sull’acqua, vinto e tradito, in pochi hanno rispettato i dettami della legge modificata dall’esito della consultazione popolare di tre anni fa, ultima notizia relativa al caso: il Forum dei movimenti per l’acqua e Federconsumatori hanno presentato un ricorso al TAR della Lombardia contro il piano tariffario dell’ente gestore che reintroduce la percentuale fissa di guadagno.
La compressione di spazi vitali, l’alienazione di diritti, il disconoscimento del valore del lavoro e il disprezzo della dignità di ogni essere umano sono i mezzi attraverso i quali i poteri, quello economico in primis, stanno attuando una progressiva verticalizzazione della società (globale). E chi è in cima alla torre conduce e organizza a sua discrezionalità, perseguendo unicamente un proprio personale risultato.
Due sono i binari sui quali si sta muovendo questo nuovo assetto generale, il silenzio e la militarizzazione.
In silenzio è stato introdotto il pareggio di bilancio, in silenzio volevano far passare da noi il progetto Granmanze, di silenzio stanno avvolgendo la piaga purulenta dei rifiuti tossici, in silenzio hanno devastato (e hanno intenzione di proseguire) il nostro territorio con migliaia di pale eoliche etc.
Le chiamano zone rosse e lo sono per davvero, di vergogna e di sangue, muri erti contro il dissenso, contro il pensiero critico, contro la libertà di opinione, contro il diritto di difendere il proprio territorio e la libertà di scelta. Militarizzo e passo dalla parte della ragione. Ma un paese che tollera la militarizzazione persino di zone terremotate ha in sé un seme di autodistruzione. Ma questa è un’altra storia…
Stavo dicendo di spazi ristretti a fessure attraverso le quali non si riesce nemmeno a sbirciare, e di diritti negati e di vertici decisionisti, di una Italia (ma non solo) nelle mani di pochi signori della notte, la notte della ragione, la notte della consapevolezza, la notte del coraggio, la notte dell’impegno e la notte della solidarietà. Parlavo di un paese sempre più povero, incapace di comprendere che ci sono prospettive di riscatto per il futuro se solo riuscisse a scrollarsi di dosso un pensiero rassegnato e immobile di politica, se solo pensasse a se stesso come forza che si organizza e che sceglie, che elabora collettivamente teorie e strategie; se solo pensasse a se stesso come un paese che rinnega il mito di leader carismatico il quale pensa e agisce da solo perché l’unico in grado, l’unico forte, l’unico capace di vincere (oltretutto sappiamo che questa è una strada molto pericolosa).
Altro che leader emergenti legittimati da masse mutanti, io vedo solo masse… in mutande! ☺
Esiste ancora un luogo tra quelli istituzionalmente deputati per l’esplicazione dei diritti che non sia svilito, svuotato, eluso? Esiste ancora la possibilità che i vari soggetti, politici, sociali, istituzionali, ascoltino la voce dei milioni di persone che ogni giorno perdono qualcosa in più in termini economici e in termini di visibilità, peso e dignità? La risposta a queste domande è univoca: no.
Come sempre ricorro a pochi esempi dell’ultima ora. Renzi fa l’accordo con Berlusconi sulla legge elettorale rendendo superflui qualsiasi discussione o dibattito parlamentare, sì, è vero, un parlamento eletto con una legge affatto rappresentativa della volontà popolare, ma comunque unico organo designato costituzionalmente all’esplicazione di questo compito. Nuovo accordo sulla rappresentanza sindacale, la Camusso firma l’impegno per la CGIL senza la preliminare discussione del direttivo; una sola donna al comando: una intesa pericolosa e sindacato spaccato. Referendum sull’acqua, vinto e tradito, in pochi hanno rispettato i dettami della legge modificata dall’esito della consultazione popolare di tre anni fa, ultima notizia relativa al caso: il Forum dei movimenti per l’acqua e Federconsumatori hanno presentato un ricorso al TAR della Lombardia contro il piano tariffario dell’ente gestore che reintroduce la percentuale fissa di guadagno.
La compressione di spazi vitali, l’alienazione di diritti, il disconoscimento del valore del lavoro e il disprezzo della dignità di ogni essere umano sono i mezzi attraverso i quali i poteri, quello economico in primis, stanno attuando una progressiva verticalizzazione della società (globale). E chi è in cima alla torre conduce e organizza a sua discrezionalità, perseguendo unicamente un proprio personale risultato.
Due sono i binari sui quali si sta muovendo questo nuovo assetto generale, il silenzio e la militarizzazione.
In silenzio è stato introdotto il pareggio di bilancio, in silenzio volevano far passare da noi il progetto Granmanze, di silenzio stanno avvolgendo la piaga purulenta dei rifiuti tossici, in silenzio hanno devastato (e hanno intenzione di proseguire) il nostro territorio con migliaia di pale eoliche etc.
Le chiamano zone rosse e lo sono per davvero, di vergogna e di sangue, muri erti contro il dissenso, contro il pensiero critico, contro la libertà di opinione, contro il diritto di difendere il proprio territorio e la libertà di scelta. Militarizzo e passo dalla parte della ragione. Ma un paese che tollera la militarizzazione persino di zone terremotate ha in sé un seme di autodistruzione. Ma questa è un’altra storia…
Stavo dicendo di spazi ristretti a fessure attraverso le quali non si riesce nemmeno a sbirciare, e di diritti negati e di vertici decisionisti, di una Italia (ma non solo) nelle mani di pochi signori della notte, la notte della ragione, la notte della consapevolezza, la notte del coraggio, la notte dell’impegno e la notte della solidarietà. Parlavo di un paese sempre più povero, incapace di comprendere che ci sono prospettive di riscatto per il futuro se solo riuscisse a scrollarsi di dosso un pensiero rassegnato e immobile di politica, se solo pensasse a se stesso come forza che si organizza e che sceglie, che elabora collettivamente teorie e strategie; se solo pensasse a se stesso come un paese che rinnega il mito di leader carismatico il quale pensa e agisce da solo perché l’unico in grado, l’unico forte, l’unico capace di vincere (oltretutto sappiamo che questa è una strada molto pericolosa).
Altro che leader emergenti legittimati da masse mutanti, io vedo solo masse… in mutande! ☺
Esiste ancora uno spazio integro per l’esercizio della democrazia?
Esiste ancora un luogo tra quelli istituzionalmente deputati per l’esplicazione dei diritti che non sia svilito, svuotato, eluso? Esiste ancora la possibilità che i vari soggetti, politici, sociali, istituzionali, ascoltino la voce dei milioni di persone che ogni giorno perdono qualcosa in più in termini economici e in termini di visibilità, peso e dignità? La risposta a queste domande è univoca: no.
Come sempre ricorro a pochi esempi dell’ultima ora. Renzi fa l’accordo con Berlusconi sulla legge elettorale rendendo superflui qualsiasi discussione o dibattito parlamentare, sì, è vero, un parlamento eletto con una legge affatto rappresentativa della volontà popolare, ma comunque unico organo designato costituzionalmente all’esplicazione di questo compito. Nuovo accordo sulla rappresentanza sindacale, la Camusso firma l’impegno per la CGIL senza la preliminare discussione del direttivo; una sola donna al comando: una intesa pericolosa e sindacato spaccato. Referendum sull’acqua, vinto e tradito, in pochi hanno rispettato i dettami della legge modificata dall’esito della consultazione popolare di tre anni fa, ultima notizia relativa al caso: il Forum dei movimenti per l’acqua e Federconsumatori hanno presentato un ricorso al TAR della Lombardia contro il piano tariffario dell’ente gestore che reintroduce la percentuale fissa di guadagno.
La compressione di spazi vitali, l’alienazione di diritti, il disconoscimento del valore del lavoro e il disprezzo della dignità di ogni essere umano sono i mezzi attraverso i quali i poteri, quello economico in primis, stanno attuando una progressiva verticalizzazione della società (globale). E chi è in cima alla torre conduce e organizza a sua discrezionalità, perseguendo unicamente un proprio personale risultato.
Due sono i binari sui quali si sta muovendo questo nuovo assetto generale, il silenzio e la militarizzazione.
In silenzio è stato introdotto il pareggio di bilancio, in silenzio volevano far passare da noi il progetto Granmanze, di silenzio stanno avvolgendo la piaga purulenta dei rifiuti tossici, in silenzio hanno devastato (e hanno intenzione di proseguire) il nostro territorio con migliaia di pale eoliche etc.
Le chiamano zone rosse e lo sono per davvero, di vergogna e di sangue, muri erti contro il dissenso, contro il pensiero critico, contro la libertà di opinione, contro il diritto di difendere il proprio territorio e la libertà di scelta. Militarizzo e passo dalla parte della ragione. Ma un paese che tollera la militarizzazione persino di zone terremotate ha in sé un seme di autodistruzione. Ma questa è un’altra storia…
Stavo dicendo di spazi ristretti a fessure attraverso le quali non si riesce nemmeno a sbirciare, e di diritti negati e di vertici decisionisti, di una Italia (ma non solo) nelle mani di pochi signori della notte, la notte della ragione, la notte della consapevolezza, la notte del coraggio, la notte dell’impegno e la notte della solidarietà. Parlavo di un paese sempre più povero, incapace di comprendere che ci sono prospettive di riscatto per il futuro se solo riuscisse a scrollarsi di dosso un pensiero rassegnato e immobile di politica, se solo pensasse a se stesso come forza che si organizza e che sceglie, che elabora collettivamente teorie e strategie; se solo pensasse a se stesso come un paese che rinnega il mito di leader carismatico il quale pensa e agisce da solo perché l’unico in grado, l’unico forte, l’unico capace di vincere (oltretutto sappiamo che questa è una strada molto pericolosa).
Altro che leader emergenti legittimati da masse mutanti, io vedo solo masse… in mutande! ☺
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