Oggi non si dà valore che ai ricchi
(Marziale, Epigr., 5, 1-2)
Il 6 dicembre 2013, venerdì, presso la sala conferenza della Camera di Commercio di Campobasso, in Piazza della Vittoria n. 1, ci saranno:
– Una conferenza stampa – ore 17.00 – relativa all’apertura della campagna nazionale e regionale sul tema della povertà con la partecipazione di Gabriella Stramaccioni – ufficio di presidenza di Libera – e di Giuseppe De Marzo, giornalista del Gruppo Abele e di Libera – campagna “Miseria ladra”.
– Un incontro pubblico – ore 18.00/20.30 – tenuto da Gabriella Stramaccioni e Giuseppe De Marzo sul tema de “La povertà e le sue ripercussioni sociali”. Seguirà il dibattito.
La crisi economica, che si è abbattuta anche sul nostro paese, è aggravata da due elementi: il primo è costituito dal degrado istituzionale e da quello etico/morale che sta provocando una nefasta corruzione del sistema e un chiaro disinteresse da parte del governo attuale – quello delle grandi intese – e delle istituzioni a risolvere i nodi della crisi, legati essenzialmente all’immiserimento di parte cospicua (ma anche più debole!) della popolazione.
Il secondo elemento, molto preoccupante, riguarda la necessità di trovare per l’inizio del 2014 50 miliardi di euro, che rappresentano la prima delle venti rate, imposte dall’odioso fiscal compact, vera e propria maledizione agli occhi di una parte percentualmente più ampia della popolazione e, guarda caso, proprio di quella economicamente più debole ed indifesa.
Che fare allora?
È assolutamente necessario in questa fase di grave recessione economica riprendersi in mano gli strumenti della politica, che sono principalmente la partecipazione responsabile, il rifiuto cioè di ogni assurda e immotivata delega, alla vita del paese e definire, il più preciso possibile, un cammino prospettico che si vuole fare, vale a dire riconquistare un minimo di dignità civile dopo venti anni di scurrilità e di licenziosità diffuse da una classe politica in larga parte corrotta e degenere.
MISERIA LADRA
Dalla crisi si esce insieme.
Aiutiamoci a farlo!
Parte la campagna nazionale del Gruppo Abele e di Libera contro la povertà. Alcuni dati: un paese fragile, fra diseguaglianza, povertà e disoccupazione.
Il nostro paese vive una condizione di impoverimento materiale e culturale insostenibile ed inaccettabile. I numeri più asettici dell’ISTAT ci informano che, nel 2012, 9 milioni e 563mila persone pari al 15,8% della popolazione sono in condizione di povertà relativa, con una disponibilità di 506 euro mensili (erano 8.173 milioni nel 2011 pari al 13,8% della popolazione). In condizione di povertà assoluta si trovano invece 4 milioni 814mila persone, pari al 7,9% della popolazione italiana (nel 2011 erano 3.415 milioni pari al 5,2% della popolazione).
Parliamo di quasi un italiano su quattro costretto a vivere in una condizione in cui la dignità umana viene calpestata. L'Italia è in Europa il paese meno sicuro per un minore. Il 32,3% di chi ha meno di 18 anni è a rischio povertà. 723 mila minorenni italiani vivono già in condizione di povertà assoluta. È questo un dato intollerabile che dovrebbe farci indignare tutti e tutte. Le diseguaglianze continuano a crescere, con differenze territoriali che ripropongono la questione meridionale come uno dei temi sui quali intervenire urgentemente. Il sud infatti risulta drammaticamente più colpito ed impoverito dalla crisi. La disoccupazione nazionale oltre il 12%, nel mezzogiorno è nettamente superiore. Tra i 15/24 anni che cercano lavoro al sud, la disoccupazione è superiore al 41%. Le famiglie italiane si sono enormemente impoverite. Oltre il 60% delle famiglie ha ridotto la quantità e la qualità della propria spesa alimentare, mentre aumentano i casi di disoccupati e anziani costretti a rubare per mangiare. Più di due milioni sono i cosiddetti Neet, giovani così scoraggiati dalla situazione che non studiano, non cercano più lavoro e non sono nemmeno coinvolti in attività formative. Aumentano enormemente la precarietà e lo sfruttamento sul lavoro, sino a raggiungere pratiche di neoschiavismo nei confronti dei lavoratori migranti e non, sia al sud che al nord del paese. Si rafforza il controllo dei clan malavitosi su molte attività economiche in crisi, costrette a “rivolgersi” ai prestiti dei mafiosi. Così come sono in drammatica crescita i crimini contro l'ambiente. Sono oltre 93,5 al giorno quelli denunciati che certificano l'aumento dell'impatto e dell'influenza delle ecomafie e che distruggono la nostra vera ricchezza: territori, beni comuni e biodiversità.
La ricchezza si è spostata dal lavoro alla rendita finanziaria. La situazione risulta aggravata dalle attuali politiche in campo. Delocalizzazioni, dismissioni, privatizzazioni, austerità e vincoli di bilancio, riforme di welfare e pensioni, azzeramento dei fondi per il sociale e tagli nei settori dove maggiore è la domanda di servizi pubblici e sociali, hanno aggravato ulteriormente la crisi. Disuguaglianza e ingiustizia sociale ed ambientale stanno mettendo in crisi la nostra democrazia. Una società diseguale, che coniuga svantaggio economico con la mancanza di opportunità, che precarizza i diritti degli esclusi, che difende i privilegi e la concentrazioni della ricchezza nelle mani di pochi, attenta alla coesione sociale e incrementa la sfiducia istituzionale, affossa il principio di rappresentatività e scoraggia la partecipazione. I dati e la situazione di crisi politica fotografano una “guerra” dove la povertà materiale e culturale è la peggiore delle malattie, in senso sociale, economico, ambientale e sanitario.
Responsabili e solidali:
10 cose da fare subito insieme nei territori
Per noi del Gruppo Abele e di Libera, la costruzione dell'uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale che ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. La crisi per molti è una condanna, per altri è un'occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell'io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favori indiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole.
Partendo dalle richieste e dalle esigenze di chi sta indietro, il Gruppo Abele e Libera promuovono la campagna nazionale Miseria Ladra. Abbiamo 10 proposte concrete che vorremmo condividere e promuovere con tutte quelle realtà sociali, sindacali, studentesche, con i comitati, le associazioni, i movimenti, i giornali, le radio ed i singoli cittadini/e, intenzionati a portare avanti le proposte della campagna. Vogliamo impegnarci in tutte le città, con tutte le realtà che ci stanno, a portare avanti gli obiettivi della campagna, incalzando le istituzioni locali e nazionale, aprendole alla partecipazione della società civile e delle tante realtà impegnate sul sociale.
Siamo convinti che queste proposte possano sin da subito rispondere concretamente alla crisi materiale e culturale, rafforzando la partecipazione e rivitalizzando la nostra democrazia. La Costituzione ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte. La lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone, le specie e all'interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. La miseria é opera degli uomini, solo gli uomini possono distruggerla. Aiutiamoci a farlo!
le 10 proposte concrete
1. Ricostruire subito ed aumentare il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza;
2. Una moratoria sui crediti di Equitalia e del sistema bancario;
3. Subito i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti di chi fornisce servizi, beni e prestazioni;
4. Agricoltura sociale, risanamento del dissesto idrogeologico, riconversione ecologica dell’apparato produttivo e della filiera energetica, integrazione e inclusione dei migranti. A bilancio complessivo invariato attraverso la revisione dei progetti di alcune grandi opere inutili e i tagli alle spese militari;
5. Sospensione degli sfratti esecutivi;
6. Destinare velocemente il patrimonio immobiliare sfitto nelle città e quello confiscato alle attività criminali per i più bisognosi e ad uso sociale;
7. Riconoscere la residenza presso i municipi a tutti coloro che sono senza dimora e temporaneamente in difficoltà così da accedere ai servizi sociali e sanitari;
8. Reddito minimo di cittadinanza per sostenere il lavoro;
9. Riportare in ambito pubblico i servizi basici essenziali e difesa dei beni comuni;
10. Rinegoziazione del debito pubblico.
Per info, adesione e per promuovere la campagna: info@miserialadra.it
Oggi non si dà valore che ai ricchi
(Marziale, Epigr., 5, 1-2)
Il 6 dicembre 2013, venerdì, presso la sala conferenza della Camera di Commercio di Campobasso, in Piazza della Vittoria n. 1, ci saranno:
– Una conferenza stampa – ore 17.00 – relativa all’apertura della campagna nazionale e regionale sul tema della povertà con la partecipazione di Gabriella Stramaccioni – ufficio di presidenza di Libera – e di Giuseppe De Marzo, giornalista del Gruppo Abele e di Libera – campagna “Miseria ladra”.
– Un incontro pubblico – ore 18.00/20.30 – tenuto da Gabriella Stramaccioni e Giuseppe De Marzo sul tema de “La povertà e le sue ripercussioni sociali”. Seguirà il dibattito.
La crisi economica, che si è abbattuta anche sul nostro paese, è aggravata da due elementi: il primo è costituito dal degrado istituzionale e da quello etico/morale che sta provocando una nefasta corruzione del sistema e un chiaro disinteresse da parte del governo attuale – quello delle grandi intese – e delle istituzioni a risolvere i nodi della crisi, legati essenzialmente all’immiserimento di parte cospicua (ma anche più debole!) della popolazione.
Il secondo elemento, molto preoccupante, riguarda la necessità di trovare per l’inizio del 2014 50 miliardi di euro, che rappresentano la prima delle venti rate, imposte dall’odioso fiscal compact, vera e propria maledizione agli occhi di una parte percentualmente più ampia della popolazione e, guarda caso, proprio di quella economicamente più debole ed indifesa.
Che fare allora?
È assolutamente necessario in questa fase di grave recessione economica riprendersi in mano gli strumenti della politica, che sono principalmente la partecipazione responsabile, il rifiuto cioè di ogni assurda e immotivata delega, alla vita del paese e definire, il più preciso possibile, un cammino prospettico che si vuole fare, vale a dire riconquistare un minimo di dignità civile dopo venti anni di scurrilità e di licenziosità diffuse da una classe politica in larga parte corrotta e degenere.
MISERIA LADRA
Dalla crisi si esce insieme.
Aiutiamoci a farlo!
Parte la campagna nazionale del Gruppo Abele e di Libera contro la povertà. Alcuni dati: un paese fragile, fra diseguaglianza, povertà e disoccupazione.
Il nostro paese vive una condizione di impoverimento materiale e culturale insostenibile ed inaccettabile. I numeri più asettici dell’ISTAT ci informano che, nel 2012, 9 milioni e 563mila persone pari al 15,8% della popolazione sono in condizione di povertà relativa, con una disponibilità di 506 euro mensili (erano 8.173 milioni nel 2011 pari al 13,8% della popolazione). In condizione di povertà assoluta si trovano invece 4 milioni 814mila persone, pari al 7,9% della popolazione italiana (nel 2011 erano 3.415 milioni pari al 5,2% della popolazione).
Parliamo di quasi un italiano su quattro costretto a vivere in una condizione in cui la dignità umana viene calpestata. L'Italia è in Europa il paese meno sicuro per un minore. Il 32,3% di chi ha meno di 18 anni è a rischio povertà. 723 mila minorenni italiani vivono già in condizione di povertà assoluta. È questo un dato intollerabile che dovrebbe farci indignare tutti e tutte. Le diseguaglianze continuano a crescere, con differenze territoriali che ripropongono la questione meridionale come uno dei temi sui quali intervenire urgentemente. Il sud infatti risulta drammaticamente più colpito ed impoverito dalla crisi. La disoccupazione nazionale oltre il 12%, nel mezzogiorno è nettamente superiore. Tra i 15/24 anni che cercano lavoro al sud, la disoccupazione è superiore al 41%. Le famiglie italiane si sono enormemente impoverite. Oltre il 60% delle famiglie ha ridotto la quantità e la qualità della propria spesa alimentare, mentre aumentano i casi di disoccupati e anziani costretti a rubare per mangiare. Più di due milioni sono i cosiddetti Neet, giovani così scoraggiati dalla situazione che non studiano, non cercano più lavoro e non sono nemmeno coinvolti in attività formative. Aumentano enormemente la precarietà e lo sfruttamento sul lavoro, sino a raggiungere pratiche di neoschiavismo nei confronti dei lavoratori migranti e non, sia al sud che al nord del paese. Si rafforza il controllo dei clan malavitosi su molte attività economiche in crisi, costrette a “rivolgersi” ai prestiti dei mafiosi. Così come sono in drammatica crescita i crimini contro l'ambiente. Sono oltre 93,5 al giorno quelli denunciati che certificano l'aumento dell'impatto e dell'influenza delle ecomafie e che distruggono la nostra vera ricchezza: territori, beni comuni e biodiversità.
La ricchezza si è spostata dal lavoro alla rendita finanziaria. La situazione risulta aggravata dalle attuali politiche in campo. Delocalizzazioni, dismissioni, privatizzazioni, austerità e vincoli di bilancio, riforme di welfare e pensioni, azzeramento dei fondi per il sociale e tagli nei settori dove maggiore è la domanda di servizi pubblici e sociali, hanno aggravato ulteriormente la crisi. Disuguaglianza e ingiustizia sociale ed ambientale stanno mettendo in crisi la nostra democrazia. Una società diseguale, che coniuga svantaggio economico con la mancanza di opportunità, che precarizza i diritti degli esclusi, che difende i privilegi e la concentrazioni della ricchezza nelle mani di pochi, attenta alla coesione sociale e incrementa la sfiducia istituzionale, affossa il principio di rappresentatività e scoraggia la partecipazione. I dati e la situazione di crisi politica fotografano una “guerra” dove la povertà materiale e culturale è la peggiore delle malattie, in senso sociale, economico, ambientale e sanitario.
Responsabili e solidali:
10 cose da fare subito insieme nei territori
Per noi del Gruppo Abele e di Libera, la costruzione dell'uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale che ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. La crisi per molti è una condanna, per altri è un'occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell'io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favori indiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole.
Partendo dalle richieste e dalle esigenze di chi sta indietro, il Gruppo Abele e Libera promuovono la campagna nazionale Miseria Ladra. Abbiamo 10 proposte concrete che vorremmo condividere e promuovere con tutte quelle realtà sociali, sindacali, studentesche, con i comitati, le associazioni, i movimenti, i giornali, le radio ed i singoli cittadini/e, intenzionati a portare avanti le proposte della campagna. Vogliamo impegnarci in tutte le città, con tutte le realtà che ci stanno, a portare avanti gli obiettivi della campagna, incalzando le istituzioni locali e nazionale, aprendole alla partecipazione della società civile e delle tante realtà impegnate sul sociale.
Siamo convinti che queste proposte possano sin da subito rispondere concretamente alla crisi materiale e culturale, rafforzando la partecipazione e rivitalizzando la nostra democrazia. La Costituzione ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte. La lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone, le specie e all'interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. La miseria é opera degli uomini, solo gli uomini possono distruggerla. Aiutiamoci a farlo!
le 10 proposte concrete
1. Ricostruire subito ed aumentare il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza;
2. Una moratoria sui crediti di Equitalia e del sistema bancario;
3. Subito i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti di chi fornisce servizi, beni e prestazioni;
4. Agricoltura sociale, risanamento del dissesto idrogeologico, riconversione ecologica dell’apparato produttivo e della filiera energetica, integrazione e inclusione dei migranti. A bilancio complessivo invariato attraverso la revisione dei progetti di alcune grandi opere inutili e i tagli alle spese militari;
5. Sospensione degli sfratti esecutivi;
6. Destinare velocemente il patrimonio immobiliare sfitto nelle città e quello confiscato alle attività criminali per i più bisognosi e ad uso sociale;
7. Riconoscere la residenza presso i municipi a tutti coloro che sono senza dimora e temporaneamente in difficoltà così da accedere ai servizi sociali e sanitari;
8. Reddito minimo di cittadinanza per sostenere il lavoro;
9. Riportare in ambito pubblico i servizi basici essenziali e difesa dei beni comuni;
10. Rinegoziazione del debito pubblico.
Per info, adesione e per promuovere la campagna: info@miserialadra.it
Oggi non si dà valore che ai ricchi
(Marziale, Epigr., 5, 1-2)
Il 6 dicembre 2013, venerdì, presso la sala conferenza della Camera di Commercio di Campobasso, in Piazza della Vittoria n. 1, ci saranno:
– Una conferenza stampa – ore 17.00 – relativa all’apertura della campagna nazionale e regionale sul tema della povertà con la partecipazione di Gabriella Stramaccioni – ufficio di presidenza di Libera – e di Giuseppe De Marzo, giornalista del Gruppo Abele e di Libera – campagna “Miseria ladra”.
– Un incontro pubblico – ore 18.00/20.30 – tenuto da Gabriella Stramaccioni e Giuseppe De Marzo sul tema de “La povertà e le sue ripercussioni sociali”. Seguirà il dibattito.
La crisi economica, che si è abbattuta anche sul nostro paese, è aggravata da due elementi: il primo è costituito dal degrado istituzionale e da quello etico/morale che sta provocando una nefasta corruzione del sistema e un chiaro disinteresse da parte del governo attuale – quello delle grandi intese – e delle istituzioni a risolvere i nodi della crisi, legati essenzialmente all’immiserimento di parte cospicua (ma anche più debole!) della popolazione.
Il secondo elemento, molto preoccupante, riguarda la necessità di trovare per l’inizio del 2014 50 miliardi di euro, che rappresentano la prima delle venti rate, imposte dall’odioso fiscal compact, vera e propria maledizione agli occhi di una parte percentualmente più ampia della popolazione e, guarda caso, proprio di quella economicamente più debole ed indifesa.
Che fare allora?
È assolutamente necessario in questa fase di grave recessione economica riprendersi in mano gli strumenti della politica, che sono principalmente la partecipazione responsabile, il rifiuto cioè di ogni assurda e immotivata delega, alla vita del paese e definire, il più preciso possibile, un cammino prospettico che si vuole fare, vale a dire riconquistare un minimo di dignità civile dopo venti anni di scurrilità e di licenziosità diffuse da una classe politica in larga parte corrotta e degenere.
MISERIA LADRA
Dalla crisi si esce insieme.
Aiutiamoci a farlo!
Parte la campagna nazionale del Gruppo Abele e di Libera contro la povertà. Alcuni dati: un paese fragile, fra diseguaglianza, povertà e disoccupazione.
Il nostro paese vive una condizione di impoverimento materiale e culturale insostenibile ed inaccettabile. I numeri più asettici dell’ISTAT ci informano che, nel 2012, 9 milioni e 563mila persone pari al 15,8% della popolazione sono in condizione di povertà relativa, con una disponibilità di 506 euro mensili (erano 8.173 milioni nel 2011 pari al 13,8% della popolazione). In condizione di povertà assoluta si trovano invece 4 milioni 814mila persone, pari al 7,9% della popolazione italiana (nel 2011 erano 3.415 milioni pari al 5,2% della popolazione).
Parliamo di quasi un italiano su quattro costretto a vivere in una condizione in cui la dignità umana viene calpestata. L'Italia è in Europa il paese meno sicuro per un minore. Il 32,3% di chi ha meno di 18 anni è a rischio povertà. 723 mila minorenni italiani vivono già in condizione di povertà assoluta. È questo un dato intollerabile che dovrebbe farci indignare tutti e tutte. Le diseguaglianze continuano a crescere, con differenze territoriali che ripropongono la questione meridionale come uno dei temi sui quali intervenire urgentemente. Il sud infatti risulta drammaticamente più colpito ed impoverito dalla crisi. La disoccupazione nazionale oltre il 12%, nel mezzogiorno è nettamente superiore. Tra i 15/24 anni che cercano lavoro al sud, la disoccupazione è superiore al 41%. Le famiglie italiane si sono enormemente impoverite. Oltre il 60% delle famiglie ha ridotto la quantità e la qualità della propria spesa alimentare, mentre aumentano i casi di disoccupati e anziani costretti a rubare per mangiare. Più di due milioni sono i cosiddetti Neet, giovani così scoraggiati dalla situazione che non studiano, non cercano più lavoro e non sono nemmeno coinvolti in attività formative. Aumentano enormemente la precarietà e lo sfruttamento sul lavoro, sino a raggiungere pratiche di neoschiavismo nei confronti dei lavoratori migranti e non, sia al sud che al nord del paese. Si rafforza il controllo dei clan malavitosi su molte attività economiche in crisi, costrette a “rivolgersi” ai prestiti dei mafiosi. Così come sono in drammatica crescita i crimini contro l'ambiente. Sono oltre 93,5 al giorno quelli denunciati che certificano l'aumento dell'impatto e dell'influenza delle ecomafie e che distruggono la nostra vera ricchezza: territori, beni comuni e biodiversità.
La ricchezza si è spostata dal lavoro alla rendita finanziaria. La situazione risulta aggravata dalle attuali politiche in campo. Delocalizzazioni, dismissioni, privatizzazioni, austerità e vincoli di bilancio, riforme di welfare e pensioni, azzeramento dei fondi per il sociale e tagli nei settori dove maggiore è la domanda di servizi pubblici e sociali, hanno aggravato ulteriormente la crisi. Disuguaglianza e ingiustizia sociale ed ambientale stanno mettendo in crisi la nostra democrazia. Una società diseguale, che coniuga svantaggio economico con la mancanza di opportunità, che precarizza i diritti degli esclusi, che difende i privilegi e la concentrazioni della ricchezza nelle mani di pochi, attenta alla coesione sociale e incrementa la sfiducia istituzionale, affossa il principio di rappresentatività e scoraggia la partecipazione. I dati e la situazione di crisi politica fotografano una “guerra” dove la povertà materiale e culturale è la peggiore delle malattie, in senso sociale, economico, ambientale e sanitario.
Responsabili e solidali:
10 cose da fare subito insieme nei territori
Per noi del Gruppo Abele e di Libera, la costruzione dell'uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale che ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. La crisi per molti è una condanna, per altri è un'occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell'io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favori indiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole.
Partendo dalle richieste e dalle esigenze di chi sta indietro, il Gruppo Abele e Libera promuovono la campagna nazionale Miseria Ladra. Abbiamo 10 proposte concrete che vorremmo condividere e promuovere con tutte quelle realtà sociali, sindacali, studentesche, con i comitati, le associazioni, i movimenti, i giornali, le radio ed i singoli cittadini/e, intenzionati a portare avanti le proposte della campagna. Vogliamo impegnarci in tutte le città, con tutte le realtà che ci stanno, a portare avanti gli obiettivi della campagna, incalzando le istituzioni locali e nazionale, aprendole alla partecipazione della società civile e delle tante realtà impegnate sul sociale.
Siamo convinti che queste proposte possano sin da subito rispondere concretamente alla crisi materiale e culturale, rafforzando la partecipazione e rivitalizzando la nostra democrazia. La Costituzione ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte. La lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone, le specie e all'interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. La miseria é opera degli uomini, solo gli uomini possono distruggerla. Aiutiamoci a farlo!
le 10 proposte concrete
1. Ricostruire subito ed aumentare il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza;
2. Una moratoria sui crediti di Equitalia e del sistema bancario;
3. Subito i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti di chi fornisce servizi, beni e prestazioni;
4. Agricoltura sociale, risanamento del dissesto idrogeologico, riconversione ecologica dell’apparato produttivo e della filiera energetica, integrazione e inclusione dei migranti. A bilancio complessivo invariato attraverso la revisione dei progetti di alcune grandi opere inutili e i tagli alle spese militari;
5. Sospensione degli sfratti esecutivi;
6. Destinare velocemente il patrimonio immobiliare sfitto nelle città e quello confiscato alle attività criminali per i più bisognosi e ad uso sociale;
7. Riconoscere la residenza presso i municipi a tutti coloro che sono senza dimora e temporaneamente in difficoltà così da accedere ai servizi sociali e sanitari;
8. Reddito minimo di cittadinanza per sostenere il lavoro;
9. Riportare in ambito pubblico i servizi basici essenziali e difesa dei beni comuni;
10. Rinegoziazione del debito pubblico.
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