Corsi e ricorsi
10 Giugno 2023
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Corsi e ricorsi

“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, scriveva Tomasi di Lampedusa oltre settant’anni fa. È un detto che con il Molise ci sta a pennello.
Ora che anche il Gattopardo diventerà una serie Netflix ad uso e consumo degli abbonati, mi rendo conto di come il mondo cambi con una velocità impressionante, ma certe cose rimangano invece immutevoli: un esempio sono le leggi non scritte che regolano i rapporti di potere all’interno di questa Regione. La storia è sempre la stessa: un governo più o meno incapace ne succede ad un altro, dispensando finanziamenti inutili a pioggia senza alcuna visione sul futuro della Regione, in una rete di clientelismo, favori, pacche sulle spalle e promesse che si alimenta in assenza di una seria ed attenta programmazione.
Ad ogni tornata elettorale i soliti noti si presentano ripuliti, con i denti più sbiancati di quella precedente e con il solito sorriso; l’unica cosa che cambia di fatto è il simbolo ostentato sul santino, che varia a seconda del vento che tira. Oggi di qua, domani di là, tutto normale.
Negli anni ci hanno cresciuti costringendoci a chiedere invece che pretendere un sacrosanto diritto, perché poco si muove spontaneamente e tutto deve poter diventare un favore da ricambiare. Persino i ricordi dei giorni terribili delle morti dei nostri concittadini per covid sono ormai un incubo dimenticato e tanti di quelli che sono stati in silenzio di fronte allo scempio della sanità ed all’inerzia del governo regionale nelle settimane drammatiche della seconda ondata, sono ora tra le fila dei papabili ed eleggibili.
Del resto, a pensarci bene mi pare che anche questa campagna elettorale abbia le sembianze di un corteo funebre, tanto è il silenzio che fino ad ora ha caratterizzato i suoi contenuti: manca poco meno di un mese e non c’è alcun ragionamento né confronto sui programmi, sul futuro, sulle opportunità di sviluppo che si vogliono costruire in questa Regione. Uno scontro campanilistico Termoli-Campobasso, quale quello che si profila attualmente, è la cosa che meno fa bene al nostro territorio, in quanto rischia di dividere ancora di più i molisani e cancellare uno spirito di condivisione e comunità che è già terribilmente scarso. Del resto, la logica con la quale il centrodestra molisano ha scelto il proprio candidato alle elezioni regionali è proprio quella del divide et impera, che fa bene solo a chi governa.
Per quel che mi riguarda, ho imparato da molto tempo che fare politica è perseguire il bene dei cittadini, poco importa se lo si fa da uno scranno ben retribuito o da sedia sgangherata. Cambierà solo la forza del vento che avremo contro, ma non l’ entusiasmo di costruire, immaginare e sognare un futuro differente.
Ho imparato negli anni che il potere non solo può essere indifferente, ma persino “nemico” se non sei allineato ai suoi favori, incurante di quelli che possano essere i danni collaterali.
È con questa consapevolezza che esprimerò il mio voto, mi sento libera e pronta a lottare.☺

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