denaro sversato di Cristina Muccilli | La Fonte TV
Inizia la danza dei silenti, è tempo di elezioni.
I nostri politici (e faccio salva sempre l'eccezione) sono a caccia di visibilità e non importa quanto siano stati a guardare o quanto abbiano lavorato effettivamente per il territorio, ora tutti hanno da dire qualcosa sulla scuola che non riapre, sulla mancata mappatura dei livelli di inquinamento del territorio, sulla mancata istituzione di un registro dei tumori, sulla sanità ecc.
– Come se nessuno avesse mai concepito lo stato in cui sostanzialmente versa la scuola,
– come se nessuno avesse mai sentito parlare di centrali turbogas e leucemie,
– come se nessuno avesse mai saputo della grande espansione dei tumori soprattutto in basso Molise,
– come se nessuno avesse conosciuto da anni il progetto di “fusione” tra il Cardarelli e la Cattolica,
– come se nessuno di loro avesse operato nelle istituzioni da lungo tempo.
I media molisani registrano innumerevoli conferenze stampa all'insegna di questa o quella denuncia da parte di questo o quel politico e lo scopo dovrebbe essere quello di informare i cittadini. Però succede spesso che l'oggetto dell'esternazione è già, da tempo, dato per acquisito dalla cittadinanza e quando, dalla vicenda, viene fuori un elemento di novità è comunque a danno dell'idea del lavoro politico dello stesso denunciante. Infatti si può mai difendere la posizione di chi, all'opposizione nel consiglio regionale – provinciale, comunale -, non conosca quali adempimenti siano stati posti in essere e quali no dalla Giunta? Parlo ovviamente di questioni di grande impatto sul territorio, di questioni di rilevanza estrema, non di cavilli amministrativi.
Fino a quando abbiamo intenzione di reggere il gioco a questa politica? Fino a quando permetteremo a questa politica di ignorare i nostri bisogni e le nostre aspettative? Fino a quando tollereremo che questa politica prosegua con pubblici silenzi e intrighi privati? Quando smetteremo di mendicare – per un po' di precariato mal pagato, per una analisi o un esame che potrebbe salvarci la vita, per un diritto stabilito da una sentenza -?
La nostra è una regione che potrebbe amministrare un sindaco, eppure è al collasso; i soldi per il terremoto non hanno ricostruito, i soldi per la sanità hanno fatto chiudere gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro e smantellato quelli ancora operanti; poi ci sono i soldi che fanno costruire opifici che non aprono, quelli che fanno aprire istituti di varia cultura che favoriscono solo chi li gestisce (i soldi), ci sono i soldi (tantissimi) sversati nel catrame di grandi imprese nazionali di costruzioni, serviti per eliminare qualche curva della SS 87 e per costruire impattanti quanto inutili viadotti, i soldi per chiudere lo zuccherificio, e i soldi per costruire barchette che non prendono il mare, i soldi (sempre di più, altro che riduzione) per reggere la struttura amministrativa della Regione Molise che non può più operare.
Per costruire il fallimento servono molti quattrini. E serve l'inettitudine, l'acquiescenza, il silenzio di una opposizione. E serve l'omertà, l'asservimento, la pavidità e la malafede della maggioranza dei cittadini.
Ci impegniamo:
per trovare un senso alla vita,
a questa vita
una ragione
che non sia una delle tante ragioni
che bene conosciamo
e che non ci prendono il cuore.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo,
non per rifarlo, ma per amarlo.
(B. Brecht Amare il mondo) ☺
cristina.muccilli@gmail.com
Inizia la danza dei silenti, è tempo di elezioni.
I nostri politici (e faccio salva sempre l'eccezione) sono a caccia di visibilità e non importa quanto siano stati a guardare o quanto abbiano lavorato effettivamente per il territorio, ora tutti hanno da dire qualcosa sulla scuola che non riapre, sulla mancata mappatura dei livelli di inquinamento del territorio, sulla mancata istituzione di un registro dei tumori, sulla sanità ecc.
– Come se nessuno avesse mai concepito lo stato in cui sostanzialmente versa la scuola,
– come se nessuno avesse mai sentito parlare di centrali turbogas e leucemie,
– come se nessuno avesse mai saputo della grande espansione dei tumori soprattutto in basso Molise,
– come se nessuno avesse conosciuto da anni il progetto di “fusione” tra il Cardarelli e la Cattolica,
– come se nessuno di loro avesse operato nelle istituzioni da lungo tempo.
I media molisani registrano innumerevoli conferenze stampa all'insegna di questa o quella denuncia da parte di questo o quel politico e lo scopo dovrebbe essere quello di informare i cittadini. Però succede spesso che l'oggetto dell'esternazione è già, da tempo, dato per acquisito dalla cittadinanza e quando, dalla vicenda, viene fuori un elemento di novità è comunque a danno dell'idea del lavoro politico dello stesso denunciante. Infatti si può mai difendere la posizione di chi, all'opposizione nel consiglio regionale – provinciale, comunale -, non conosca quali adempimenti siano stati posti in essere e quali no dalla Giunta? Parlo ovviamente di questioni di grande impatto sul territorio, di questioni di rilevanza estrema, non di cavilli amministrativi.
Fino a quando abbiamo intenzione di reggere il gioco a questa politica? Fino a quando permetteremo a questa politica di ignorare i nostri bisogni e le nostre aspettative? Fino a quando tollereremo che questa politica prosegua con pubblici silenzi e intrighi privati? Quando smetteremo di mendicare – per un po' di precariato mal pagato, per una analisi o un esame che potrebbe salvarci la vita, per un diritto stabilito da una sentenza -?
La nostra è una regione che potrebbe amministrare un sindaco, eppure è al collasso; i soldi per il terremoto non hanno ricostruito, i soldi per la sanità hanno fatto chiudere gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro e smantellato quelli ancora operanti; poi ci sono i soldi che fanno costruire opifici che non aprono, quelli che fanno aprire istituti di varia cultura che favoriscono solo chi li gestisce (i soldi), ci sono i soldi (tantissimi) sversati nel catrame di grandi imprese nazionali di costruzioni, serviti per eliminare qualche curva della SS 87 e per costruire impattanti quanto inutili viadotti, i soldi per chiudere lo zuccherificio, e i soldi per costruire barchette che non prendono il mare, i soldi (sempre di più, altro che riduzione) per reggere la struttura amministrativa della Regione Molise che non può più operare.
Per costruire il fallimento servono molti quattrini. E serve l'inettitudine, l'acquiescenza, il silenzio di una opposizione. E serve l'omertà, l'asservimento, la pavidità e la malafede della maggioranza dei cittadini.
I nostri politici (e faccio salva sempre l'eccezione) sono a caccia di visibilità e non importa quanto siano stati a guardare o quanto abbiano lavorato effettivamente per il territorio, ora tutti hanno da dire qualcosa sulla scuola che non riapre, sulla mancata mappatura dei livelli di inquinamento del territorio, sulla mancata istituzione di un registro dei tumori, sulla sanità ecc.
– Come se nessuno avesse mai concepito lo stato in cui sostanzialmente versa la scuola,
– come se nessuno avesse mai sentito parlare di centrali turbogas e leucemie,
– come se nessuno avesse mai saputo della grande espansione dei tumori soprattutto in basso Molise,
– come se nessuno avesse conosciuto da anni il progetto di “fusione” tra il Cardarelli e la Cattolica,
– come se nessuno di loro avesse operato nelle istituzioni da lungo tempo.
I media molisani registrano innumerevoli conferenze stampa all'insegna di questa o quella denuncia da parte di questo o quel politico e lo scopo dovrebbe essere quello di informare i cittadini. Però succede spesso che l'oggetto dell'esternazione è già, da tempo, dato per acquisito dalla cittadinanza e quando, dalla vicenda, viene fuori un elemento di novità è comunque a danno dell'idea del lavoro politico dello stesso denunciante. Infatti si può mai difendere la posizione di chi, all'opposizione nel consiglio regionale – provinciale, comunale -, non conosca quali adempimenti siano stati posti in essere e quali no dalla Giunta? Parlo ovviamente di questioni di grande impatto sul territorio, di questioni di rilevanza estrema, non di cavilli amministrativi.
Fino a quando abbiamo intenzione di reggere il gioco a questa politica? Fino a quando permetteremo a questa politica di ignorare i nostri bisogni e le nostre aspettative? Fino a quando tollereremo che questa politica prosegua con pubblici silenzi e intrighi privati? Quando smetteremo di mendicare – per un po' di precariato mal pagato, per una analisi o un esame che potrebbe salvarci la vita, per un diritto stabilito da una sentenza -?
La nostra è una regione che potrebbe amministrare un sindaco, eppure è al collasso; i soldi per il terremoto non hanno ricostruito, i soldi per la sanità hanno fatto chiudere gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro e smantellato quelli ancora operanti; poi ci sono i soldi che fanno costruire opifici che non aprono, quelli che fanno aprire istituti di varia cultura che favoriscono solo chi li gestisce (i soldi), ci sono i soldi (tantissimi) sversati nel catrame di grandi imprese nazionali di costruzioni, serviti per eliminare qualche curva della SS 87 e per costruire impattanti quanto inutili viadotti, i soldi per chiudere lo zuccherificio, e i soldi per costruire barchette che non prendono il mare, i soldi (sempre di più, altro che riduzione) per reggere la struttura amministrativa della Regione Molise che non può più operare.
Per costruire il fallimento servono molti quattrini. E serve l'inettitudine, l'acquiescenza, il silenzio di una opposizione. E serve l'omertà, l'asservimento, la pavidità e la malafede della maggioranza dei cittadini.
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