di nome criticità
2 Marzo 2011 Share

di nome criticità

 

Martedì 04 gennaio, il sub commissario annunciava a mezzo stampa che la proroga dello stato di criticità è stata disposta, con ordinanza di Protezione Civile, dal nostro Presidente del Consiglio accogliendo così la richiesta del nostro governatore. Dopo otto anni di Emergenza, il modello Molise evolve in uno stato di criticità la cui proroga “rappresenta condizione indispensabile per continuare gli interventi di ricostruzione in tutti i Comuni terremotati”.

Lo stato di emergenza, determinato dal sisma e cessato per ordinanza il 31.12.09, prevede (legge 24.02.1992 n. 225 Istituzione del Servizio nazionale di protezione civile) che “…per l'attuazione degli interventi di emergenza si provvede… anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente, e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico” per poter, con maggiore agilità e celerità, contrastare gli effetti devastanti di una catastrofe naturale che nel causare vittime e macerie sconvolge radicalmente la vita di chi sopravvive.

Il modello Molise, “mastodontica macchina amministrativa”, che necessita sistematicamente di proroghe, con a capo un super commissario (o commissario super essendo contemporaneamente governatore, commissario per alluvione, per la sanità…) coadiuvato e (forse) appesantito da un sub commissario, non riesce a decollare, il tempo trascorso e i soldi spesi: il risultato è evidente anche ai media nazionali che ciclicamente dedicano ampio spazio al “modello”.

La proroga dello stato di criticità, contrariamente a quanto accadeva per l'emergenza (puntualmente in ritardo… di mesi a volte), viene concessa con tempestività, ma, come ci spiega il nostro Sub, non contempla la tariffa agevolata Enel per chi vive nei villaggi di legno e, nel comunicarlo, rassicura gli occupanti le casette dicendo che la Regione, fattasi carico del problema, con una legge ha stanziato fondi per un contributo straordinario alle famiglie aggiungendo poi che (però) “la procedura per l’erogazione dei fondi è in fase di completamento”: intanto le bollette salate  vanno pagate a scadenza fissa, mentre un pool di menti  oggi sta ancora elaborando una procedura per un rimborso postumo; la tariffa piena, va evidenziato, è in vigore dall' 01.01.2010. L'autonoma sistemazione, per chi allora aveva scelto di vivere nelle case di pietra, invece è prevista (salvo ingerenze interpretative  periferiche), così anche i “contratti a tempo determinato per il personale degli uffici che rientrano nel sisma a seconda dei limiti e delle esigenze programmate dai sindaci”.

A rallentare ulteriormente la Ricostruzione soccorre l'entrata (anticipata) in vigore delle Nuove norme Tecniche di Costruzione accompagnata da svariate circolari esplicative che, richiedendo sostanzialmente una nuova progettazione, oltre a ritardarla: ciò comporta un maggiore accollo di spesa per il cittadino terremotato. Avremo così nel Molise, a differenza di come è stato già fatto in Umbria dove si è ricostruito seguendo un unico iter tecnico-normativo, un nuovo modello a correzione progressiva (a spese dei malcapitati!) grazie alla presenza di un commissario (super) con potere di ordinanza in deroga e all'assenza di una legge (nazionale) di riferimento.   

In sostanza il terremoto, evento naturale e devastante, è stato uno e unico per tutti distribuendo, con rapidità e imparzialità, i suoi effetti secondo le leggi della natura, mentre invece il post-terremoto, frutto dell'opera e dell'ingegno umano, è lento e autoreferenziale: si basa esclusivamente su se stesso e sulla sua sopravvivenza, incurante degli effetti perversi che producono le sue molteplici norme.

Il nostro modello “gattopardesca- mente” evolve cambiando nome, il  povero terremotato no, resiste. ☺

rosarioeremita@gmail.com

 

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