voglia di perdere
30 Aprile 2011 Share

voglia di perdere

 

Che disastro la sinistra molisana! Solo dieci anni fa amministrava quasi tutti i comuni, le due province, la regione ed esprimeva quattro parlamentari su sei. Poi, il duo Massa-Ruta, autentico dico a detta loro, dissiparono un patrimonio che avrebbe potuto sfamare parecchie generazioni di politici.

Tutto iniziò con la sentenza di un giudice che dopo una rapida carriera finì a Palazzo della Consulta. Lo stesso rimandò a casa l’intero Consiglio Regionale eletto nel 2000, non perché mancavano i voti a chi legittimamente era stato eletto ma per cavilli giuridici che nulla hanno a che fare né con la democrazia né con il consenso. La sentenza, che mai fece giurisprudenza, si perse nell’oblio e da allora nessun Consiglio Regionale fu mai più sciolto. Ruta e Massa fecero il resto: il Primo, arrivò secondo contro Iorio e non classificato alla Camera dei Deputati; il secondo fu disarcionato al Senato e oggi, dopo la sconfitta al Comune di Campobasso, fa il ribelle: quindi ci fu il diluvio. Da allora, sull’arca di Ruta, si è salvato un solo esemplare maschio per ogni animale politico, quasi tutti migranti, in verità pochi per vincere le elezioni, cosicché, gli “alternativi”, per avere anche qualche donna, sono stati costretti a rivolgersi alla concorrenza.

L’ultima volta che indicarono un uomo alla guida della Provincia, questi, scelto anche allora con un mezzo imbroglio, (Antonio D’Ambrosio allora non era nelle grazie del Principe Azzurro), per riconoscenza si fece “capare” la giunta che avrebbe dovuto guidare. Il convoglio più volte finì fuori strada. Il Presidente D’Ascanio, a seguito dei detti incidenti, pare si sia rotto il walter di fare politica e ora voglia tornare al suo vecchio lavoro. Per vincere le elezioni una coalizione politica che ha senso di responsabilità non può buttare a mare tutto ciò che ha fatto negli anni del governo e, per salvare la faccia, oltre che il culo, deve difendere l’azione amministrativa del suo governo e del suo Presidente, quindi lo ricandida.

 Non è così per il Centrosinistra molisano che parla di discontinuità riferendosi alla sola presidenza, ma se gli vai a chiedere i documenti ti accorgi che sono gli stessi di prima, dietro qualche nome seminuovo, tutto il resto è vecchio. C’è la lista di Ruta, quella di Massa, quella di Romano, tutti astri nascenti della sinistra; nella lista PD sono invece equamente rappresentati Antonio D’Alete, Michele Petraroia e Francesco Totaro; nulla si può dire di Danilo Leva che invece di fare il segretario del PD, solo per questa volta, ha fatto il segretario di Ruta. Dicono di voler vincere le elezioni ma fanno di tutto per perderle e così con determinazione riescono a non trovare un’intesa sul nome da candidare alla Presidenza. Quando si dichiara all’una- nimità di voler trovare un’intesa e questa non arriva è segno che o i dichiaranti non sono sinceri o che gli stessi non sono in grado di fare ciò che si sono prefissi di fare: in ogni caso è indispensabile sostituirli.

Se l’on. Di Pietro, capo del primo partito di opposizione in Molise, non riesce ad esprimere il candidato condiviso da tutta la coalizione che dice di voler costruire, ciò significa che, o non vuole che questo accada, oppure non è in grado di fare il mestiere che fa. Uno che guida un grande partito nazionale non può farsi infinocchiare da qualche politicante di paese. A lui è riuscito anche questo. Lo stato di decozione in cui vive questa sinistra non promette niente di buono anche in questa competizione elettorale. Oltre agli uomini mancano anche le idee e quando le si hanno si ha paura di esprimerle per non disturbare il capo.

Lavoro, sviluppo, fisco, scuola, sanità, terremoto, ambiente, immigrazione, legalità sono i temi sui quali la destra italiana e regionale non hanno saputo dare risposte positive e tuttavia un centrosinistra che vuole governare non può limitarsi a denunciare l’inadeguatezza di Iorio e compagni rispetto a questi temi; è ora che dica cosa vuole fare da grande, sia a livello regionale che nazionale.

Il fatto che il Governatore, così compromesso politicamente e non solo, non sia credibile per risolvere i problemi molisani che ha, in larga parte, contribuito a creare, dovrebbe consigliare alla sinistra di litigare meno e di lavorare di più alla ricerca di uomini e idee, senza il timore di perdere il posto. Noi, nelle more, continueremo a batterci insieme a tutti quelli che non hanno mai creduto che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak. ☺

domenicodadamo@alice.it

 

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