Disabilità nel tunnel
21 Dicembre 2018
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Disabilità nel tunnel

La notizia dell’aggiudicazione in via definitiva dei lavori di realizzazione del Tunnel e dell’annesso complesso polifunzionale è stata accolta con contrapposti entusiasmi da parte dei cittadini termolesi: senza pretese di completezza, se da un lato ci sono molti che gridano al “grande scempio”, manifestando il timore che l’immagine della città possa venire turbata irreparabilmente da un’opera che poco si sposa con l’ambiente circostante e che minaccia di allestire un cantiere aperto nel centro cittadino per svariati anni; dall’altro ci sono altri che invece sono a favore dell’opera, evidenziando l’impatto che questa potrà avere in termini occupazionali e di presenze turistiche in futuro, regalando ai posteri una città più moderna e riqualificata.

Nei primi giorni di dicembre presso il Tar Molise, la giustizia amministrativa valuterà la correttezza dell’iter amministrativo che ha portato all’aggiudicazione definitiva dell’appalto alla ditta De Francesco, anche se nell’attesa la strada per la città di Termoli sembra ormai segnata e sono davvero poche le speranze che possa esserci un epilogo diverso da quello prospettato dall’ amministrazione cittadina.

A corredo di questa vicenda, ce n’è però stata un’altra, meno conosciuta agli addetti ai lavori, ma a mio parere significativa per valutare la serietà dell’impresa che si è aggiudicata l’appalto.

Con deliberazione di giunta comunale n. 329 del 20.12.2006, il Comune di Termoli recepiva la proposta della ditta De Francesco, relativa alla sponsorizzazione per la progettazione ed esecuzione di parchi giochi per bambini, compresa fornitura e messa in opera delle attrezzature, fino alla concorrenza dell’importo di € 39.000. Tale proposta – è dato evincersi dalla delibera citata – muoveva dall’aspettativa imprenditoriale di “rafforzare il rating reputazionale tra l’ impresa e la città di Termoli”. Con una successiva conferenza stampa, tenutasi in data 1 giugno 2017, il sindaco di Termoli chiariva che dopo la proposta della ditta De Francesco, il Comune aveva emanato un bando pubblico per la sponsorizzazione finalizzata alla riqualificazione di quattro aree gioco, e che al bando (mai pubblicato sull’albo pretorio, perché “sotto soglia”) nessun’altra impresa aveva formulato offerte, per cui nei mesi successivi era stato stipulato un contratto di sponsorizzazione con la ditta De Francesco.

Il Comune di Termoli precisava di aver scelto di collocare le aree verdi in quattro quartieri periferici (Colle della Torre, Colle Macchiuzzo, Difesa Grande e Stati Uniti) e di essersi avvalso della collaborazione della Consulta cittadina per le disabilità, al fine di individuare i giochi da installare nei parchi, affinché in ogni area vi fosse almeno un gioco accessibile a tutti i bambini. Il legale rappresentante della ditta De Francesco nell’occasione dichiarava testualmente: “Siamo lieti che il progetto preveda l’ acquisto di giochi totalmente inclusivi ed ecologici, così da rendere questi luoghi accessibili davvero a tutti i bambini della città. Siamo felici di contribuire allo sviluppo pedagogico con un’iniziativa così forte”.

Sono trascorsi ormai 18 mesi da quella conferenza stampa e purtroppo c’è da constatare che la Ditta De Francesco ha dato prova di non aver ottemperato completamente agli impegni assunti. Infatti sono state realizzate soltanto 2 delle quattro aree verdi previste. Nell’area di Contrada Colle della Torre è stato inserito un solo gioco inclusivo (altalena orsetto), ma non è stata curata la fruibilità e l’ accessibilità dell’area da parte dei bambini con disabilità. Nell’area gioco di Difesa Grande sono stati inseriti due giochi inclusivi (altalena cesto e percorso con il tris), ed anche qui l’accessibilità dell’area lascia a desiderare. Che senso ha infatti inserire un gioco inclusivo, se al bambino non è permesso arrivarci autonomamente? Nessuna riqualificazione ha invece interessato le aree di Colle Macchiuzzo e Via Stati Uniti. Dove siano finite le belle parole sull’inclusione, pronunciate nel giugno 2017, nessuno sa. Viene spontaneo chiedersi se il desiderio di incrementare il “rating reputazionale tra l’impresa e la città” sia stato un desiderio autentico, o se è stata solo una trovata pubblicitaria per far digerire ai termolesi un boccone amaro.

In ogni caso, quale credibilità, a prescindere da come la si pensi sul progetto del Tunnel, può avere una ditta che non ha tenuto fede a degli impegni contrattualmente assunti? Una ditta che non ha tenuto fede ad un impegno di appena 39.000, preso davanti agli amministratori della città e davanti ai cittadini, che affidabilità potrà garantire rispetto ad un appalto faraonico quale quello della riqualificazione del centro cittadino termolese?

Resta l’amarezza, in tutta questa vicenda, che siano stati strumentalizzati i diritti e le aspettative dei bambini, ed in particolare dei bambini con disabilità, usati per attrarre consenso e poi dimenticati come gli ultimi della terra. Per ora, resta ancora di più l’amarezza che questo potrebbe essere soltanto il prologo di una vicenda ancora più amara.☺

 

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