
Effetti climatici
di Andrea Barsotti
Giornalmente siamo di fronte a problematiche importanti che ci riguardano direttamente o indirettamente e alle quali siamo costretti a pensare. Una delle prime domande che ci poniamo è quale sia la versione veritiera di tali problematiche e come sia possibile raggiungerla. A volte ci si affida ad una propria ricerca, consultando biografie e testi specializzati, a volte, immersi nelle catene dei social ci si rifugia nei propri gruppi trovando consolazione nella condivisione delle soluzioni di parte (visto? La pensano come me!).
In verità bisognerebbe sempre tener presente che la scienza ha aiutato l’uomo a vivere. Lo ha sorretto nella sua evoluzione: dagli strumenti per la sopravvivenza sino ai comfort per innalzare la qualità di vita. Quando si ricerca la verità bisognerebbe tener presente che tutte le fasi progettuali ed operative dovrebbero avere caratteristiche provenienti dall’insegnamento Galileiano: osservazione, studio e sperimentazione del fenomeno che ci interessa, per ricavarne dati e misurazioni che potranno essere poi riconfermati, da noi e da altri, riproponendo lo stesso esperimento. L’obiettivo è la condivisione dei risultati con la comunità, perché si possano sviluppare progetti, ma soprattutto si possano condividerne i risultati, sicuri che sia ragionevole credere che la scienza descriva il mondo per quello che è, e non per come si vorrebbe che fosse.
Non dovremmo mai dimenticare di adottare l’approccio giusto per le nostre valutazioni. Anche per la crisi climatica dovremmo essere scientificamente critici per conquistarci un’opinione corretta, dubitando delle sirene di turno che per ragioni di parte narrano la storia in funzione dei propri interessi.
Una domanda che ci dovremmo porre è: “Quali sono i meccanismi che influenzano gli effetti climatici?”. Le risposte a questa domanda potrebbero essere conservate nel passato del nostro pianeta, un passato, per esempio, conservato nei ghiacciai.
A questo proposito lo studio condotto dalla 38° spedizione Italiana in Antartide, a bordo della nave oceanografica Laura Bassi, potrebbe rivelarci le risposte attese. A questa spedizione hanno partecipato numerosi scienziati impegnati nello studio del cambiamento climatico, e sono appena rientrati in Italia riportando campioni di ghiaccio datati sino a circa 1.500.000 anni fa.
Riguardo alle conseguenze del riscaldamento del pianeta, oltre al prelievo dei campioni dai ghiacciai, sono continuamente osservate le piattaforme di ghiaccio. Queste ‘tavole’ galleggianti sono ghiacciai che navigano nell’oceano e circondano quasi la metà delle coste del continente Antartico. Il loro continuo monitoraggio, tramite software particolari, ha potuto evidenziare variazioni importanti del consumo superficiale: per alcune piattaforme molto lieve, per altre molto importante.
Il fenomeno dello scioglimento non colpisce solo la superficie, ma anche la parte inferiore delle piattaforme: infatti gli effetti dell’acqua calda proveniente dall’oceano, le sta consumando, in alcuni casi promuovendo la divisione della placca ed in altri, più gravi, portando al collasso l’ intera piattaforma.
Il clima sulla Terra non è mai stato lo stesso ed è stato influenzato anche dai movimenti di superficie delle calotte terrestri, ma da circa 150 anni si è aggiunta una variabile non naturale, immessa dall’ attività umana: emissioni dei gas serra ed in particolare di CO₂, gas che sono stati in un primo tempo assorbiti dai processi naturali del sistema Terra, ma che da un certo momento in poi si sono accumulati favorendo l’aumento delle temperature e di conseguenza sviluppando fenomeni atmosferici devastanti.
Nei miei articoli precedenti ho riportato dati, studi e progetti mondiali; convegni ed incontri nelle varie COP, per supportare la discussione su argomenti attuali, ma soprattutto per contribuire alla sensibilizzazione di tematiche vitali per il nostro futuro.
La politica dovrebbe avere un ruolo divulgatore e chiarificatore degli stili di vita che saremo costretti ad adottare, ma al contrario, ancora una volta, è faziosa, di parte. In Italia abbiamo ministri che si commuovono di fronte a giovani che emozionalmente esprimono preoccupazione per il loro futuro e nello stesso tempo, altri ministri, appartenenti alla stessa coalizione politica, che banalizzano la diminuzione del ghiacciaio dell’Adamello.
La parola comunicazione deriva dal greco antico “koinós”, che significava mettere in comune, rendere partecipe qualcuno di qualcosa. Per definizione il comunicare dovrebbe essere preso come un dono da condividere, eticamente corretto e non viziato da speculazioni di interesse. Purtroppo non è sempre così, e più il contesto si allontana da una base scientifica, e più c’è il pericolo di esser raggirati.
A noi resta il libero arbitrio per il viaggio che vogliamo percorrere: possiamo scegliere il percorso che ci conduce alla nostra zona di comfort, ovattata dai numerosi club a noi solidali o la strada più articolata e faticosa scaturita dalla curiosità sull’argomento, che ci sprona a documentarci per una nostra valutazione basata su dati oggettivamente attendibili.
E allora amici lettori! In questo viaggio, voi cosa vorreste essere: passeggeri passivi o guidatori protagonisti?☺