Cambia cibo cambia clima. L’effetto farfalla delle nostre abitudini alimentari sull’ambiente
7 Luglio 2017
laFonteTV (3191 articles)
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Cambia cibo cambia clima. L’effetto farfalla delle nostre abitudini alimentari sull’ambiente

Un nuovo spazio di riflessione su alimentazione e ambiente

Mi presento. Sono un medico ed oltre all’Anatomia Patologica da decenni mi occupo di omeopatia, alimentazione e salute con le loro implicazioni sull’ambiente in cui viviamo. Voglio aprire una pagina di dialogo sul tema cibo e salute e cibo ed ambiente, argomenti di assoluta attualità nei confronti dei quali è oggi prioritario assumere una presa di posizione consapevole.

Non è facile parlare di un argomento di così vasta portata senza apparire un po’ “faziosi” o di parte. Cercherò di garantire la massima obiettività. Ovviamente l’argomento tocca ampie sacche di privilegi che l’uomo nei millenni si è creato, incurante delle conseguenze del suo continuo intervento per trasformare ed adattare l’ambiente alle proprie necessità (antropizzazione).

[caption id="attachment_18942" align="alignright" width="300"] foto: corrierediragusa.it[/caption]

L’antropizzazione contro l’ecosistema. Chi la spunterà?

Per analizzare il problema partiamo da una parola conosciuta più o meno da tutti: Ecosistema. Nella classificazione antropologica vi sono due classi di ecosistema:

a) ecosistema generalizzato in cui si trova una grande complessità di specie animali e vegetali che vivono in simbiosi tra loro ed il cui squilibrio può portare a gravi reazioni a catena;

b) ecosistema specializzato che produce molto in termini agricoli ma che impoverisce la terra (terreni agricoli sottoposti a monocolture).

Resilienza e biodiversità

Un ecosistema si definisce fragile o poco resiliente se ha un basso livello di biodiversità (animale, vegetale, ecc.) perché più debole, nei casi di stress ambientali (intos- sicazione, inserimento di specie più aggressive, ecc.), rispetto ad uno a più elevato livello di biodiversità, più resiliente, il quale è favorito per la sua sopravvivenza. Immagino un ecosistema come la bilancia di un negozio di oreficeria, in cui ogni minima e sottolineo minima variazione di “qualcosa” in un piatto, in modo inesorabile, con un automatismo irrimediabile, porta a modificare lo stato di tutto quello che si trova nell’altro piatto della bilancia. Qui arriviamo alla teoria di Edward Lorenz, uno scienziato che attraverso numerosi studi ha dimostrato che delle piccole condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine nel sistema.

[caption id="attachment_18943" align="alignleft" width="300"] foto: italiachecambia.org[/caption]

L’effetto farfalla

Cosa significa? Significa che ogni azione nel mondo può comportare un effetto variabile dall’irrilevabile al distruttivo. Perciò il battito di ali di una farfalla in una data regione del mondo può provocare, dopo un arco di tempo imprecisato anche una tempesta, un uragano o addirittura un cambiamento climatico, non solo in una data zona geografica ma anche su tutto il pianeta. Questa conclusione è drammatica nelle conseguenze e ci fa comprendere come ogni nostro piccolo gesto, anche quello più apparentemente innocuo, alla lunga sommato a quello dei miei vicini ha un “obbligato effetto” sull’ambiente che ci circonda, vicino e lontano, effetto nel quale sarò coinvolto anch’io!!! Ogni mio gesto muove il piatto di quella bilancia che ho citato all’inizio e se non sarò in grado di compensare con un’azione ad energia – effetto uguale e contrario innesco una cascata di eventi inevitabili.

Le coltivazioni di 4000 anni fa lasciano tracce ancora oggi

Tornando alla parola “antropiz- zazione” un giorno, molti anni orsono, rimasi colpito da uno studio portato avanti da alcuni ricercatori sui ghiacciai dell’Antartico. Dimostrarono la presenza di metano in bolle di aria rimaste intrappolate nello spessore del ghiacciaio del Polo Sud, dopo aver proceduto a dei prelievi di ghiaccio con carotaggio fino a 3000 metri di spessore. Il metano intrappolato corrispondeva come epoca storica a circa 4000 anni orsono, periodo in cui erano già presenti nel Sud-Est asiatico coltivazioni di riso. Negli acquitrini del riso i batteri decomponevano la materia organica producendo metano.

[caption id="attachment_18945" align="alignright" width="300"] Il termine “effetto farfalla” è stato introdotto dal matematico e meteorologo Edward Lorenz nel titolo di un suo articolo del 1972: “La prevedibilità: Il battere delle ali di una farfalla in Brasile provoca un tornado in Texas?” (foto: themusicofalexthode.com)[/caption]

Effetto a farfalla? Quanto metano potevano sprigionare quelle superfici di suolo coltivato a riso 3-4000 anni fa da lasciare traccia a distanza? Epoca in cui tutto era ancora come Dio l’aveva creato. Oggi le condizioni climatiche sono tali che pongono l’uomo ad un bivio: lasciare ai nostri figli un immondezzaio oppure una bella residenza fresca e profumata così come il Signore ha fatto con noi.

Gas serra: il 25% viene dagli allevamenti intensivi, contro il 13% sprigionato dalle autovetture

Per introdurre l’argomento di cui vorrò parlare le volte successive vi fornisco un dato: le emissioni di gas serra per la produzione di cibo di origine animale è pari a circa il 25% del tutto!!! Spaventoso vero? Il traffico raggiunge una quota pari solo al 13%. Questi sono dati della FAO del 2006, sicuramente peggiorati perché la produzione di alimenti di origine animale cresce a ritmo spaventoso per la sempre maggiore richiesta da parte dei paesi emergenti.

Tutto questo cappello introduttivo per prepararci a riflettere sul “nostro oggi”. Prepararci a valutare quanto ogni nostro gesto può incidere sull’ambiente. Prepararci a valutare che non possiamo tirarci indietro pensando … “che tanto quanto può incidere sul tutto la piccola banalità del nostro quotidiano?”. Prepararci a considerare che la presa di posizione di ogni singola persona può iniziare a cambiare le cose.

La consapevolezza delle nostre azioni può ancora salvare il mondo

La consapevolezza di tutto questo ci può rendere liberi, sì finalmente liberi di iniziare un percorso di rinascita culturale. Le cose si cambiano dal basso, dalla base e non per legge o decreto dall’alto.

La libertà è partecipazione, diceva Giorgio Gaber, ma anche Dio molto prima lo sottolineava quando invitava ad essere i primi attori della propria vita, ad onorarla ogni giorno non con l’ignavia ma con la consapevolezza delle scelte, scelte per il bene comune, scelte d’amore. L’amore non si distribuisce stando chiusi nel proprio guscio ma uscendo dal proprio uscio di casa e partecipando, ognuno con il proprio talento alla vita del proprio quartiere.

A presto.☺

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