Fiori freschi quel mattino
Fiori freschi quel mattino!
Livia non c’è al balconcino, è uscita presto.
Profuma di lavanda l’ascensore,
condominio custodito, marmi a vista
in fondo al viale dei Parioli.
Colazione in pompa magna, bomboloni,
cannoli di Sicilia ha chiesto Diana
vestale di casa, prof. di latino, destra italiana.
Lussuoso desco borghese:
tovaglia in lino, merletti intorno, candelabri argento,
serva annessa porta-vassoi.
Patriarca (tronfio) incravattato, sguardo severo,
intento ancora al vangelo del caffè
attende il clacson dello chauffeur catechizzato.
Giornali caldi in salotto al canapè!
Livia niente, neppure l’ombra
all’aurora s’è vestita, trasandata
come operaia tuta sotto, tracolla blu
e l’eskimo: mantra di protesta.
Metamorfosi quel Sogno, mente altrove
vento nuovo l’ha migrata in bombo calabrone,
vespa assetata di giustizia e parità
contro baroni medioevali, bieco classismo.
Stanza color turchino, poster del Beat
contraccettivi sotto cuscino,
nell’armadio (chiuso a chiave) manifesto-pubblicità
– abbasso la scuola dei padroni, l’autoritarismo -,
sul comò: De Andrè e Guccini. Günter Grass!
Colpo al cuore per papà capitalista,
calcio in faccia al perbenismo, trasformazione,
confronto duro d’opinioni, scontro di generazioni,
viaggio dentro al nuovo grembo… nuovo sole,
momento giusto per dire basta a soprusi, umiliazioni.
Donna libera, Livia, da quei giorni.
Fiori freschi di buon mattino da piantare in Facoltà.
da “Affreschi dal ’68 –
a cinquant’anni dal Sogno”
Edizioni Esperidi – 2018
