Freddo e gelo
4 Marzo 2015 Share

Freddo e gelo

Quando ero piccola, avevo un libro di fiabe scandinave figurato e spesso Amalia (mia madre) me ne leggeva una abitata da un troll (orribile mostro) che gettava, per farla rotolare, una delle sue tante teste con gli occhi di fuoco; mentre io inorridivo e strizzavo gli occhi per la paura, Amalia veniva presa da riso irrefrenabile e ridendo diceva: quando la testa caracolla, quando la testa caracolla! Continuava a ridere nascondendo metà del viso fra spalla e braccio, sulla poltrona a fiori. Ho creduto più tardi che Amalia vedesse se stessa quando la “sua” testa andava via, libera, per il mondo che non era la stanza piena di compiti degli alunni, sparsi ovunque sul tavolo, da correggere, di libri da compulsare mentre noi quattro “caracollavamo” per casa. La neve scendeva abbondantissima, rendeva la casa un galeone pirata con ghiaccioli lunghi a barriera che venivano levati prima di andare a letto o il giorno dopo. Con il ghiaccio ci si faceva la granita con il succo e le amarene: sangue del nemico, vedevo gocciolare nella brocca, nel bicchiere. Come si sarebbe potuti uscire vittoriosi da lì?

In questo mese, febbraio 2015, due o tre giorni di nevicata hanno sterminato l’Appennino emiliano, neve “troppo bagnata” e tutto è venuto giù, bollettini di guerra e stati d’animo da era glaciale. “Famiglie al freddo anche per oltre cinque e sei giorni, con casi che raggiungono ormai gli otto; mancanza di acqua, rete telefonica fissa generalmente interrotta, telefonia mobile guasta quasi ovunque e trasporto ferroviario sospeso”. A oltre una settimana dalla nevicata del 5, 6 e 7 febbraio, l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese fa il punto della situazione, e il quadro non è davvero dei migliori” (Il resto del carlino).

Dopo il primo momento di romanticismo tutti sono caduti nell’oscura paura di non potere tornare più al cell, a FB, al caldo, al centro della casa, al proprio regno, solo luogo dell’essere. E loro? Loro? Abbracciati come i due coniugi agli scavi di Pompei, sotto le nostre acque, sì proprio quelle dove d’estate andiamo a nuotare con pinne veloci e sicure e ci abbronziamo ad un sole che ci scaldi per l’inverno, loro che sono morti per il freddo cosa hanno sentito? A cosa erano destinati e perché, perché?

Freddo e Gelo:caracolla la testa caracolla!

“Dicono: il soccorso in mare non è la soluzione. Infatti. La soluzione di che cosa? Del fenomeno della migrazione, della fuga da paesi in guerra civile, da persecuzioni religiose e civili, dalla fame? Bisognerebbe essere pazzi per crederlo. Il soccorso in mare è il soccorso in mare, ed è la soluzione di emergenza per chi sta per annegare o crepare di freddo. È strana questa storia della soluzione. Immaginate che sul Pronto Soccorso dei nostri ospedali sia inalberato un grosso avviso che dica: Non è la soluzione! Non è la soluzione ai problemi della salute pubblica in Italia. Dunque aboliamo il Pronto Soccorso. Oppure teniamolo per un po’, (Adriano Sofri – La Repubblica, tre giorni fa).

“Giorni freddi e stupidi da ricordare/Maledette notti perse a non dormire altre a far l’amore” Sanremo 2015, canzone vincitrice (Il volo).

La cosiddetta operazione Triton, inadeguata, uno scaricabarile per non sporcarsi non l’anima ma il portafoglio? Entro 30 miglia? Matteo Renzi reagisce a una tragedia annunciata e dunque più dolorosa ricordando che la gente annegava anche con Mare Nostrum, e avvertendo che il problema è la Libia. “Ha dato l’impressione di anteporre la denuncia della speculazione sui morti ai morti, e di difendere l’indifendibile” (Sofri).

“Sto qui in mezzo a quella gente,/Che non molla mai sto qui, sto qui, sto qui… sai. Ma io se solo io fossi Dio avrei/Un sentimento anche io/Come gli altri uomini o santi ingannati dai tanti/Sogni infranti/Sì se io se solo io fossi Dio tornerei” Sanremo 2015 (Grignani).

Durante la prigionia furono torturati: un giovane ha raccontato di essere stato appeso a testa in giù e picchiato sulla punte dei piedi, altri di essere stati frustati con fili elettrici dopo essere stati bagnati d’acqua (racconti di naufraghi – Ansa di questi giorni).

“C’è sempre una strada sai/Davanti a noi/Attraversando spirali di un mondo in disordine/Puoi inventarne un’altra se vuoi/Finché vedrò le api che si posano sui fiori/Mentre le nuvole disegnano il cielo/Ovunque andrai io ci sarò perché/Perché è di me che hai bisogno/Ed io ho bisogno di te” Sanremo 2015 (Raf )

Freddo e Gelo: caracolla la testa caracolla!

“Ci hanno chiuse in una casa deserta con altre due ragazze. Lei si è tagliata le vene. L’hanno portata in ospedale, c’è stata 5 giorni. Poi ci hanno portate in un altro edificio, 6 ragazze. Ci hanno picchiate per 10 giorni… Ho tentato di uccidermi 7 volte… C’era una ventina di caravan, due per noi ragazze … uno scontro fra l’Is e gente tribale, e siamo scappate, in sei. Ci siamo nascoste in un villaggio abbandonato per tre giorni, poi da una famiglia siriana, per altri tre, finché è venuta un’auto a prenderci. Avevano chiesto 40 mila dollari, poi ci hanno date per 30. Una era con me, Jilan, aveva tredici anni, si è suicidata dopo che l’avevano toccata sulla testa: hanno buttato via il corpo, come spazzatura. Come si è uccisa? È andata in bagno, si è tagliata i polsi e la gola con il coperchio del suo beauty-case. Il sangue scorreva sotto la porta” (racconto di ragazze violate in kuridstan da Is).

“Con il vento sei andata/Via da te/Via da qui/Via dalla notte infinita/Ed una mattina sei uscita/Non sei più tornata/Sei stata di parola/Non ti sei fermata/Con il vento sei volata via da quel che non è giusto” Sanremo 2015 (Irene Grandi).

Freddo e Gelo: caracolla la testa caracolla!☺

 

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