Il fiore più velenoso
6 Gennaio 2019
laFonteTV (3152 articles)
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Il fiore più velenoso

Che l’Italia abbia evitato la procedura d’infrazione europea è cosa buona. Lo è per i cittadini italiani che non dovranno subire gli effetti della tormenta finanziaria, perché questo sarebbe accaduto. Lo è per la Politica italiana che non verrà sommersa dallo schiamazzo antieuropeo di tutti i masanielli di casa nostra. Potrebbe esserlo per gli europeisti, se da questa vicenda italiana sapranno trarne qualche utile consiglio. Dovrebbe essere evidente a tutti gli europeisti di buona volontà che questa Europa, se non muta la sua ragion d’essere è destinata alla bancarotta politica.

Si è evitato il disastro, ma poco, molto poco cambia della nostra vicenda interna italiana e debbo confessare che la tentazione delle dimissioni di molti dalla comunità sociale e politica è alta. La vicenda di Di Maio viceministro che ha sovraeccitato il pulviscolo della politica, a me, invece, ha dato solo sconforto e depressione. Di Maio il giovane ha organizzato una ribellione morale contro il sistema politico e contro le istituzioni, per questo e solo per questo ha vinto le elezioni e governa il paese. Oggi scopriamo che nella sua famiglia l’abusivismo e il lavoro nero erano di casa. Si dirà che le responsabilità dei nonni e dei padri non debbono ricadere sui figli, ed è giusto. È però singolare che il nostro abbia vissuto per anni ed anni in questo ambiente e di nulla si sia accorto. È stato ospite per anni in case abusive, ha nuotato in piscine fra manufatti abusivi e ha frequentato lavoratori in nero e l’ingenuo Di Maio di nulla si è avveduto. Ora nessuno chiede ai figli di fare quel che era costume nella Cambogia di Pol Pot, ovvero denunciare i crimini dei propri parenti, però il nostro avendo condiviso per anni un ambiente non proprio luterano qualche pudore in più nella sua rivoluzione morale lo dovrebbe avere. Ma non finisce qui, si scopre che il sindaco di Marigliano che avrebbe dovuto demolire gli edifici abusivi del Di Maio padre, è a sua volta fuorilegge e per più ragioni: abusivismo, truffa, falso e abuso d’ufficio. Insomma non se ne salva uno, si dirà che questa è l’Italia. Ma proprio questo è il primo dei problemi.

Se poi dalla società civile passiamo alla politica e, per “par condicio”, diamo un’occhiata al campo del Pd, la sostanza non cambia. In questa specie anomala che è il Partito Democratico, le relazioni politiche deprivate di ogni contenuto progettuale – ovviamente esistono eccezioni – sono ormai ispirate dalla famosa frase andreottiana “a Fra’, che te serve”, che stava a significare la riduzione della politica alla logica dello scambio e della corruzione. Individuare nel territorio, nei paesi e nelle città i principi, le idee, i progetti e le ideologie che sono alla base delle infinite correnti del Pd è un’impresa impossibile. Più che correnti parlerei di congreghe, di gruppi di potere tenuti insieme da micro o macro interessi e dalla filosofia del “do ut des”.

Se questa è la realtà sia sociale che politica di questo nostro bel paese ed è difficile negarlo, da dove riprendiamo a camminare? come usciamo da questa sabbie mobili che tutto e tutti sembrano ingoiare?

La risposta è altamente complicata e sicuramente non univoca, mi limito a fare due considerazioni. In primo luogo dovremmo evitare “la fascistizzazione” del paese, dovremmo evitare leggi, norme, consuetudini che nel senso comune fanno crescere la mala pianta del razzismo e della discriminazione. Che il governo italiano abbia rifiutato di votare il Global Act delle Nazioni Unite è un fatto di enorme gravità culturale e politico. Si possono perdonare a Di Maio tante cose pubbliche e private, ma non questa scelta del governo. Mi auguro che in Parlamento i voti dei cinque stelle si uniscano a quelli del centro-sinistra per mettere in minoranza Salvini e la destra.

Far saltare la maggioranza giallo-verde che governa l’Italia è un imperativo etico e non solo politico. Per questo ho considerato e considero una scelta irresponsabile quella di spingere i cinque stelle nelle braccia di Salvini e della destra. Questo è il danno più grave che il renzismo ha fatto al Pd e alla democrazia del nostro paese. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

La seconda e strategica questione è: la sinistra e il suo destino. Il disfacimento della sinistra sia nella versione moderata, sia in quella radicale è andato oltre l’ impensabile, la sinistra più che un “cantiere” sembra uno “sfasciacarrozze”, dove una macchina già malandata perde ogni giorno qualche pezzo.

A me pare che siano essenziali, come premessa di qualsivoglia discorso, tre virtù: umiltà, studio e pazienza. Umiltà, perché, anche se con diverse responsabilità, tutti abbiamo contribuito al disastro attuale. E questa consapevolezza è essenziale per iniziare a ragionare insieme. Umiltà, perché bisogna abbandonare il cielo delle chiacchiere politico-ideologiche e tornare come pesci nel mondo reale, dove la gente vive e lavora. Studio, perché la comprensione dei mutamenti di questi anni è condizione fondamentale per un progetto di radicale cambiamento del mondo attuale. Purché sia chiaro che lo studio non è un corpo separato, ma si nutre di processi, conflitti sociali e di quella crisi ambientale che ipoteca il futuro di noi tutti. Pazienza, perché ci aspetta un lungo cammino, una paziente ricostruzione di una alternativa entro le tante e nuove contraddizioni che attraversano la società e il mondo. Pazienza, perché l’idea di partito, del partito è il rovello che non dobbiamo perdere, ma la risposta a questo cruciale interrogativo non è dietro l’angolo.

L’imperativo per l’oggi è quello di lavorare a movimenti, a esperienze, a iniziative capaci di “anticipare” un’altra idea di società, di economia, di cultura politica e di democrazia. Il secondo imperativo è quello di un convento benedettino, di un laboratorio di idee, di un progetto capace di mescolare storia, comprensione del presente, movimenti reali e previsione del futuro. L’idea del “tutto e subito” è una favola dannosa e l’ elettoralismo che tanto ha inquinato la sinistra in questi ultimi anni, ne è il fiore più velenoso.☺

 

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