il forum e la politica
19 Aprile 2010 Share

il forum e la politica

 

Il 2007 è l’anno che ci porta a riprendere un tema divenuto di permanente attualità: il ruolo della donna nella società. E ce ne sono di ragioni che giustificano tale richiamo! Purché non si prosegua nel logoro vezzo per cui a discutere della questione “femminile” o delle “pari opportunità” siano i ricorrenti  concentramenti di donne che parlano di se stesse. Ma non per colpa loro…

Personalmente lo faccio con piena convinzione dopo aver incrociato il pensiero profondo e attualissimo di una donna come Julia Kristeva che di recente ha prodotto un saggio dal titolo “Bisogno di credere”, edito da Donzelli Editore. Lei, che si qualifica “donna non credente, convinta però che il genio del cristianesimo continui a diffondere innovazioni radicali delle quali non abbiamo ancora misurato appieno la portata rivoluzionaria… Tra queste, quella che riguarda la sofferenza è forse la più radicale”.

Ma cosa ha a che fare questo mio esordio con il tema che annuncio nel titolo di questo intervento su questioni di politiche sociali? Forse si capirà d’istinto, visto che sono tempi in cui la politica è divenuta oggetto di interrogativi inquietanti un po’ in ogni angolo del nostro mondo. E comunque si capirà a conclusione; nella speranza che la mia non venga colta come una delle tante furberie che si adottano nelle chiacchiere da salotto, solo per attirare l’attenzione.

Il Forum del Terzo Settore del Molise ha avviato con determinazione la strategia di voler  interloquire con la politica. E lo ha già fatto quando ha voluto coinvolgere nel progetto “Communitas”, celebrato a Campobasso a metà novembre scorso, la Regione Molise, le Province di Campobasso e Isernia e le  amministrazioni dei  due comuni capoluoghi delle stesse. Ora si prosegue cogliendo soprattutto i frutti positivi che quella iniziativa ha prodotto. E lasciamo i lamenti su chi e per quali ragioni non ha voluto (o potuto?) rispondere alla sollecitazione del forum. E’ tempo di procedere, senza illusioni, ma con un po’ di fiducia.

Richiesta l’audizione di una delegazione del forum all’assessore regionale alle politiche sociali, abbiamo avuto sollecita risposta in termini affermativi. Abbiamo espresso nella lettera di richiesta la volontà di voler interloquire con le istituzioni territoriali tutte, a partire dall’amministrazione regionale, per dare corpo e concretezza a quel che si sancisce nell’art. 118 della costituzione, modificato nel marzo 2001: “…Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

C’è di più: la legge quadro 328 del 2000, che avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema delle politiche sociali nel nostro paese, in uno degli articoli più innovativi recuperava il deficit di rappresentanza dei corpi sociali coinvolgendoli addirittura nella fase di programmazione delle cose da fare. Una vera e propria rivoluzione scaturita in risposta all’articolo 118 già citato.

Ma il passo successivo si compiva in ambito regionale. Infatti era alle regioni che veniva assegnato il compito di riportare il principio di sussidiarietà già all’interno degli statuti e di formulare in apposite leggi le procedure da attivare per rendere operativo lo stesso principio che assegnava ai cittadini il compito di interagire in maniera attiva con le istituzioni. E non più solo come fruitore o gestore di servizi. All’interno di tali strategie si colloca l’emergenza di recuperare nell’attuale società risposte concrete al bisogno diffuso di rispondere alla richiesta inevasa di beni relazionali.

Oggi ci si trova di fronte ad una variegata gamma di modelli. Ma solo il 10% delle amministrazioni territoriali ha dato risposte coerenti a quanto contenuto nella legislazione nazionale. Il Molise, tra l’altro, non ha ancora completato l’iter per la definitiva approvazione del proprio statuto.

Di positivo leggiamo negli statuti di alcune regioni l’ampio riconoscimento della rappresentanza e della interlocuzione del mondo di volontariato, della promozione e della cooperazione sociale all’interno delle politiche e dei programmi da allestire. Tra queste il Veneto, la Lombardia, la Toscana, l’Emilia Romagna, l’Umbria, il Lazio, le Marche e il vicino Abruzzo che di recente ha approvato una Carta del Servizi del Cittadino. Si tratta di uno strumento rivolto al coinvolgimento diretto della cittadinanza nella rilevazione e progettazione degli interventi.

Vogliamo avanzare ai nostri politici, e lo avevamo assicurato pubblicamente in piena campagna elettorale ad ambedue i candidati alla presidenza della regione, la proposta di instaurare un modello di interlocuzione partecipativa tra cittadini e istituzioni, a partire dalla regione. Si tratta di individuare ambiti, metodi e strumenti per far sì che questo nostro territorio possa, in qualche modo, fungere da laboratorio per sperimentare quella che sembra una meta ancora molto lontana da raggiungere: il riavvicinamento tra cittadini e politica. Occorre partire dai fatti concreti e smetterla con le enunciazioni di principio che si formulano nelle stagioni elettorali. Se ne gioverebbero tutti: popolo e politica. E tutti devono mutare stile e metodo di rapportarsi. Non più reprimende, non più carenza di ascolto… meno ancora solo reciproche geremiadi.

Il Forum del terzo settore in Molise ha avviato un percorso che può essere emblematico per riprendere un cammino di civiltà in campo di politiche nel sociale che assegni a ciascuno le proprie responsabilità. Ripartiamo, e con gli occhi aperti, per vedere quel che succede in altre regioni. Ci stiamo adoperando per trovare amici e gruppi impegnati con i quali mettere su un rapporto di partnership, per scambiarci esperienze, prassi concrete e progetti in campo locale, interregionale ed anche europeo. Ma aspettiamo gli esiti di questi primi passi per poi orientarci sul futuro. Per ora vogliamo incontrare l’assessore regionale Angela Fusco Perrella per aiutarci vicendevolmente ad accrescere l’indice di qualità dei servizi resi ai cittadini di questa terra. A partire da quelli che vivono in condizioni di maggiore disagio e marginalità.

Abbiamo la volontà schietta di rilanciare un clima e delle prassi di dialogo e di ascolto reciproco tra cittadinanza e politica perché quest’ultima non si confermi il luogo delle “tribù”, come asserisce con rammarico ma con decisione Marco Revelli esperto di politiche sociali e docente all’università di Torino. Ma neppure la cittadinanza, le associazioni di volontariato, di promozione sociale e le stesse organizzazioni cooperativistiche possono ritenersi del tutto incolpevoli.

Sa di comodo il permanente atteggiamento di critica, di brontolio, di rinuncia all’azione per poi riversare su altri le responsabilità della cosa pubblica. Ma in fondo il modello politico dovrebbero controllarlo i cittadini. E ai cittadini e alle associazioni di terzo settore occorre ricordare che non si farà mai abbastanza per uscire fuori dal proprio orticello per pensare insieme a perseguire alcuni obiettivi di fondo che riguardano il bene della comunità. A partire da quelle frange marginali che pagano il prezzo di bisogni senza risposta e di diritti senza garanzia. E la carità che dovrebbe tradursi anche in azione politica di senso finisce per lo più col ripiegare in atteggiamenti e gesti di filantropia compassionevole che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e la garanzia dei diritti.

E per tornare ad attingere alla mente e al cuore di Julia Cristeva si può intanto partire dalla constatazione di fatto che il Molise appartiene ad un mondo in cui “I regimi totalitari, e in maniera diversa ma simmetrica, l’automatizzazione moderna della specie pretendono di arrestare, sradicare o ignorare la sofferenza, per imporla meglio come mezzo di sfruttamento o di manipolazione”. Per arrivare a concludere che politica e umanesimo devono procedere insieme.

Oltre la cultura di lobby come terzo settore ci dobbiamo adoperare perché la nostra realtà è quella che è anche perché i cittadini dovrebbero tentare strade diverse e, con le proposte di cambiamento, si può aprire una stagione nuova per le politiche sociali. Anche in questa regione. ☺

 

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