Il futurismo
6 Gennaio 2015 Share

Il futurismo

Il Futurismo é un corrente artistica e letteraria sorta in Italia grazie al poeta Filippo Tommaso Marinetti che pubblica nel 1909 sul Figaro di Parigi il Manifesto del Futurismo il quale recita:

1) Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità;

2) Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia;

3) La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità penosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno;

4) Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità;

5) Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita;

6) Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali;

7) Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro;

8) Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente;

9) Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore;

10) Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria;

11) Noi canteremo le locomotive dall’ampio petto, il volo scivolante degli aeroplani. È dall’Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo.

Sensazioni dinamiche

Ciò che il futurismo dunque rifiuta è il concetto di un’arte elitaria e decadente, confinata nei musei e negli spazi della cultura aulica, mentre propone invece l’esaltazione della modernità e l’impeto artistico. Uno dei tratti più tipici del futurismo è anche la grande produzione di manifesti. Attraverso questi scritti gli artisti dichiaravano i propri obiettivi e gli strumenti per ottenerli. Il primo manifesto sulla pittura futurista risale al 1910 e il secondo al 1911 ed entrambi sono firmati da Carlo Carrà, Luigi Russolo, Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Gino Severini. Nel secondo in particolare si legge: “Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale: sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale. Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza delle immagini nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo da corsa non ha quattro gambe: ne ha venti, e i loro movimenti sono triangolari”.

Il futurismo dunque ha il culto della velocità, del dinamismo che agita tutto e deforma l’immagine delle cose ed é proprio la velocità il parametro estetico della modernità. Del resto lo stesso Marinetti in un suo scritto afferma: “Se pregare vuol dire comunicare con la divinità, correre a grande velocità è una preghiera”.

Il movimento futurista ebbe due fasi separate dalla prima guerra mondiale. Lo scoppio della guerra disperse molti degli artisti protagonisti della prima fase del futurismo. Boccioni morì nel 1916 in guerra e Carlo Carrà, dopo aver incontrato De Chirico, aderisce alla pittura metafisica. Nel dopoguerra quindi, i caratteri di virile forza del movimento confluiscono nell’ideologia fascista, esaurendo così la sua spinta rinnovatrice e paradossalmente sono assorbiti negli schemi di una cultura ufficiale e reazionaria. Il futurismo, tuttavia, nonostante il limite di essere un movimento solo italiano, e non internazionale, ha esercitato notevole influenza nel dibattito artistico di quegli anni, contribuendo in maniera determinante alla nascita delle avanguardie artistiche russe.☺

 

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