Il regalo prezioso della vecchiaia
18 Aprile 2023
laFonteTV (3910 articles)
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Il regalo prezioso della vecchiaia

Sto scoprendo, poco a poco, cosa è la vecchiaia. Porta con sé delle cose brutte, come i dolori alle articolazioni, la stanchezza fisica, la difficoltà di ricordare nomi, cognomi, facce, appuntamenti. Può portarci anche la perdita completa della memoria. E questa, la perdita della memoria, è quello che più ci danneggia, perché ci ruba i momenti più significativi della nostra vita, ci ruba quello che è stata la nostra vita. Non sappiamo più chi siamo, come siamo arrivati ad essere quello che siamo, ed in un certo senso, la perdita della memoria equivale alla morte, anche se ancora mangiamo, camminiamo, parliamo, siamo, fisicamente, vivi.

A me la vecchiaia ha portato, sopratutto, l’insonnia, ma questa la vedo come un regalo prezioso, perché mi dà, nelle molte ore notturne passate senza dormire, la possibilità di ricordare tutto, il bello e il brutto che ho vissuto.

Quello che significa la memoria e quello che significa avere il tempo per ricordare, per noi individui, vale anche per la società nella quale stiamo vivendo. Sto parlando della memoria collettiva che, in primo luogo, ci dovrebbe insegnare quali sono stati i nostri errori. Perché solo così, conoscendo i nostri errori, possiamo capire quello che siamo oggi, e solo capendo perché siamo oggi quello che siamo, possiamo evitare di ripetere quegli errori nel futuro.

In tutti questi mesi che sono passati dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, uomini e donne di Stato, giornalisti, rappresentanti di organizzazioni internazionali vanno a visitare Bucha e rendono omaggio ai civili, alle donne ed ai bambini morti in quel paesino ucraino. Quelle scene le vediamo alla TV e nei giornali, e così, forse, rimangono nella memoria collettiva, anche quando questa guerra sarà finita.

Il 30 aprile 1975 è finita un’altra guerra, quella del Vietnam, che era cominciata 21 anni prima, quando gli USA dichiararono la guerra al Vietnam del Nord. Le truppe degli USA hanno commesso, nel corso di quella guerra, moltissimi crimini, fra l’altro il massacro di My Lai, perpetrato il 16 marzo 1968, esattamente 55 anni fa. Nel piccolo paesino sudvietnamita, i militari nordamericani hanno massacrato 504 persone, quasi esclusivamente donne e bambini.

Ho seguito attentamente, in questi giorni, la stampa e le TV, e non ho visto niente su My Lai. E dalla fine della guerra del Vietnam, non ho mai visto rappresentanti del cosiddetto mondo libero occidentale visitare My Lai e rendere omaggio alle vittime civili.

Dal 1965 fino all’estate del 1973 lavoravo presso la Missione Diplomatica del Fronte di Liberazione del Vietnam del Sud a Berlino. Ero responsabile della pubblicazione di un piccolo bollettino in lingua tedesca, e facevo anche da traduttrice per il Capo Missione, un signore vecchio che parlava francese. Nel 1971 abbiamo ricevuto alla Missione una ragazza vietnamita, molto giovane, molto timida, molto cortese: era una dei pochi che era sopravissuta al massacro di My Lai. Non ho mai dimenticato che, nella conferenza stampa con quella ragazza, lei, mentre raccontava quello che aveva vissuto, sbucciava delle arance e le distribuiva ai giornalisti.

La guerra del Vietnam è stata, dopo la Seconda Guerra Mondiale, una delle guerre più crudeli, una guerra fra la potenza militare più grande del mondo ed un popolo mal armato, ma deciso ed unito. Ma quella guerra finì dopo mesi di negoziati fra le due parti, cosa che, per molto tempo, sembrava impossibile. Invece sì, finalmente le parti sedevano ad un tavolo a Parigi ed il 27 gennaio 1973 gli USA firmarono l’accordo di pace, anche se la guerra continuò fra il Nord Vietnam ed il Sud Vietnam.

Mentre lavoravo nella Missione Diplomatica del FNLN mi raccontarono una piccola storia che, mi sembra, abbia contribuito a convincere il Vietnam del Nord a sedersi a negoziare con gli USA: in un piccolo paese del Vietnam del Nord vivevano, nel 1972, quasi solo donne e bambine, e qualche uomo vecchio o malato. Tutti gli uomini giovani e sani erano andati al Sud (Vietnam) a combattere l’aggressore nordamericano. Un giorno un gruppo di bambini trovò, nei cespugli vicini al paese, una donna giovane ed un uomo molto vecchio che facevano l’amore. I bambini, che non capirono di cosa si trattava, informarono gli abitanti del paese, la coppia fu arrestata e si preparò, con grande attenzione della stampa nordvietnamita, un processo, perché la donna era sposata, suo marito combatteva nel Sud del paese, ed un incidente come quello poteva danneggiare la morale dei combattenti nordvietnamiti che si trovarono al Sud. Le autorità nordvietnamite erano convinte che il processo finisse con una condanna unanime della giovane donna da parte del popolo nordvietnamita, ma non fu così. Tutta la popolazione del paesino doveva assistere al processo che fu trasmesso in TV, e così, tutto il paese poté vedere una donna che si alzava in piedi e dichiarare che anche lei aveva fatto quello che si imputava alla donna accusata, e dopo di lei, tutte le altre donne del paese si alzavano in piedi per dichiararsi “colpevoli”.

Non ho saputo come finì quel processo, e non so se questo “incidente” sia stato l’unico di quel genere nel Nord Vietnam in quegli anni di guerra, ma penso che le autorità nordvietnamite capirono che le sofferenze del proprio popolo erano arrivate ad un limite e che era arrivato il momento di negoziare la pace.

Non so cosa deve ancora succedere in Ucraina, ma penso che ci dobbiamo mobilitare per esigere dai politici tutti che facciano tutto per arrivare ad un negoziato di pace o almeno ad un “cessate il fuoco” in Ucraina.

Ho dimenticato di dire che nessun presidente degli USA in carica durante la guerra del Vietnam è stato accusato di crimini di guerra.☺

 

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