Il risveglio dal torpore
10 Ottobre 2023
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Il risveglio dal torpore

Il nuovo governo regionale si è insediato da pochi mesi, ereditando il torpore irreversibile dell’esecutivo precedente con riferimento alle politiche per le persone con disabilità. Ad esempio, basti pensare che la regione molisana è indietro di due anni per quanto riguarda la ripartizione del fondo per la non autosufficienza ai beneficiari, destinato all’assistenza delle persone con disabilità gravissima ed ai minori. Solo ultimamente è stato sbloccato il riparto dei fondi 2021, a causa dei ritardi nell’ approvazione del bilancio regionale. Questo nella pratica ha comportato che molte famiglie hanno dovuto aspettare per mesi e mesi i fondi necessari all’assistenza delle persone non autosufficienti.
Anche la legge 112/2016, ‘Legge sul dopo di noi’, altro decantato fiore all’occhiello delle passate amministrazioni regionali, ha avuto pochissimi beneficiari in fase attuativa: questo non perché non ci sia bisogno di supporto per le persone con disabilità rimaste prive del sostegno familiare (anzi il futuro è il grande problema che terrorizza ogni famiglia), ma perché i bandi per l’accesso ai fondi sono formulati in maniera non corrispondente alle necessità dei beneficiari, che, ovviamente, in fase di programmazione puntualmente non vengono mai interpellati. Nella nostra regione inoltre manca una vera e propria cultura della vita indipendente che è il passaggio logico necessario per avviare una persona all’affrancamento dal nucleo familiare di provenienza. Nonostante il Molise sia stata la prima regione ad essersi dotata di una legge sul tema, battendo sul tempo le altre regioni, la sua mancata attuazione sconta la mancanza di fondi stanziati negli anni, che è stata una costante di tutti i governi regionali che si sono succeduti negli ultimi anni.
Le politiche per le persone con disabilità sono sempre state il fanalino di coda della programmazione regionale insieme alle politiche sociali destinate alle altre categorie di persone fragili, a dispetto dei proclami e delle vetrine istituzionali. In amministrazione non c’è neppure voglia di inseguire, rafforzare e continuare le buone prassi portate avanti dagli ETS in questi anni: basti pensare ai progetti per i bambini con disabilità, ai progetti di inserimento lavorativo e co-housing, che hanno aiutato tante famiglie e tanti ragazzi.
Il PNNR si è inserito in questo quadro di programmazione a singhiozzo promuovendo progetti per l’autonomia delle persone con disabilità dalla durata triennale, affidati agli ambiti territoriali; allo stato, terminata la fase di reclutamento dei beneficiari, le attività sono state avviate, anche se non in tutti i territori interessati. La durata dei programmi è triennale e viene spontaneo chiedersi cosa accadrà ai beneficiari una volta scaduti i finanziamenti, perché è una problematica che al momento sembra non interessare nessuno.
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, e davvero c’è poco da aspettarsi di nuovo dalla prossima legislatura.
Quella che è cresciuta, dopo il Covid, è la rassegnazione delle persone ed è un discorso che può essere generalizzato: sembra che di fronte alla paura di perdere la vita, tutto sia divenuto più piccolo ed accettabile, quasi come se in qualche modo avessimo guadagnato un tempo che ci sembrava irraggiungibile ed ora ci sentiamo in credito con il destino. Dobbiamo però riacquistare la voglia di voler vivere il tempo che abbiamo al meglio, lottando per i diritti di ogni singola persona.☺

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