il tiglio
3 Luglio 2011 Share

il tiglio

 

L’inconfondibile profumo che spandono i fiori dei tantissimi esemplari di tiglio coltivati a scopo ornamentale nei viali, nei parchi, nei giardini e nelle piazze delle nostre città, con le sue note penetranti e delicate, annuncia l’arrivo dell’estate. Il profumo è particolarmente intenso nelle ore serali perché deve attirare gli insetti impollinatori che hanno abitudini notturne.

             L’aspetto e il profumo del tiglio hanno sempre evocato un’idea di femminilità. Infatti nella leggenda di Filemone e Bauci – i coniugi che, per aver ospitato nella loro umile capanna Mercurio e Giove mascherati da viandanti in cerca di ospitalità, ricevono in cambio la possibilità di realizzare il loro desiderio di rimanere uniti anche dopo la morte -, il marito si trasforma in quercia, tipico albero maschile, mentre la moglie diventa un dolce tiglio. Forse in ricordo di questa commovente storia d’amore e di venerazione per gli dei, narrata da  Ovidio nel poema Le metamorfosi, il fiore di tiglio è diventato il simbolo dell’amore coniugale.

Ma il tiglio viene talvolta ricordato anche come simbolo di longevità: pianta imponente e di notevoli dimensioni, quest’albero non solo può raggiungere i 25-30 m di altezza, ma può vivere fino a 250 anni di età. Per queste caratteristiche è considerato famoso il tiglio del cimitero di Macugnaga, in provincia di Verbania, con una circonferenza di base di 7 metri, che si ritiene messo a dimora nel XIII secolo; nel comune di Malborghetta, non lontano da Udine, se ne trova un altro proprio dell’altezza di 25 metri, di quasi 300 anni, dichiarato monumento vegetale, tanto da essere protetto da funi e sostegni. Si può ammirare in Germania, infine, un tiglio la cui chioma misura 133 metri di circonferenza; i suoi rami sono sostenuti da 106 colonne di pietra.

Il nome scientifico, Tilia cordata, deriva, nella prima parte, dal greco ptílon (=ala), per la caratteristica brattea laterale dei peduncoli dell’infiorescenza, verde pallido, che facilita la diffusione dei grappoli dei frutti ad opera del vento; la parola latina cordata invece è riferita alle foglie a forma di cuore, di colore verde scuro.

Fra le altre cose, si ricorda che la pianta è riconoscibile anche per i piccoli fiori primaverili di colore giallognolo che forniscono nettare per il miele. Vegeta in luoghi freschi ed ombreggiati fino a 1400 m di altitudine ed è presente anche nei nostri boschi dove nasce spontaneamente ed è conosciuto col nome dialettale ’a técchie. Il suo legno biancastro, omogeneo e leggero, è idoneo a lavori di intarsio, di scultura, per matite e per la realizzazione di oggetti vari.

Le proprietà benefiche e calmanti del tiglio erano già conosciute nell’antichità, tanto che Filira (il nome del “tiglio” in greco antico) era la madre del saggio Chirone, esperto delle arti mediche (fu lui a curare l’eroe Achille come ricordato sul precedente numero de la fonte  nell’articolo riguardante l’Achillea). Le foglie hanno proprietà sedative e persino leggermente ipnotiche, un rimedio ideale per nervosi e insonni. In Spagna il suo infuso, la tila, è popolare come la camomilla da noi. La tisana, l’infuso e lo sciroppo dei fiori con le brattee, raccolti in giugno-luglio e fatti seccare all’ombra, curano le malattie dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente, dalle coliti alle gastralgie, alle esofagiti. Vantano inoltre proprietà anticatarrali,  sudorifere, emollienti, antispasmodiche e vasodilatatrici. Il decotto serve per gargarismi curativi di stomatiti, faringiti e mal di gola. Per uso esterno, invece, l’infuso dei fiori viene usato per bagni calmanti e rilassanti.

Per la pelle arrossata, stanca e contro le antiestetiche borse sotto gli occhi, consigliamo una lozione lenitiva di facile preparazione. Lasciare tre cucchiai di fiori di tiglio e uno di fiori di camomilla, per venti minuti, in infusione in una scodella di acqua bollente. Applicare tiepida, localmente, con cotone idrofilo tamponando a lungo senza risciacquare. I resti dell’infusione possono servire per fare impacchi alle mani arrossate dai lavori domestici. Il tiglio, dunque, è una pianta che trova preziose applicazioni anche nella cosmesi: se la pelle brucia perché arrossata e scottata dal sole, trattarla con olio di tiglio, preparato lasciando macerare per dieci giorni al caldo 50 g di fiori in mezzo litro di olio di oliva; filtrare molto bene. Se la pelle è arida, lasciar macerare 20 g di fiori e foglie in una tazza di acqua distillata; filtrare e fare degli impacchi. È ormai dimostrato che il tiglio, oltre a tutte le proprietà citate, esercita sulle pelli anche un’azione protettiva dalle infezioni; per questo è una delle piante preferite nella preparazione di linee cosmetiche per bimbi e di prodotti destinati all’igiene delle parti più delicate del corpo, quali gli occhi.

E per concludere, non può mancare la semplice ricetta per la preparazione dell’infuso di tiglio, immortalato da Proust in una celebre pagina della sua Recherche: quella in cui racconta che, assaporando la madeleine che da bambino era solito intingere proprio nell’infuso di tiglio della zia Léonie, il protagonista scopre, per la prima volta, l’“intermittenza del cuore”, ovvero il meccanismo della memoria involontaria, che stimolata casualmente da una sensazione, fa risorgere in tutta la loro pienezza le immagini e i sentimenti del passato.

Infuso

Versare in una tazza di acqua bollente un cucchiaio di fiori con brattee e lasciare in infusione per 10-15 minuti; bere 1-2 tazze al dì, lontano dai pasti. Questo infuso ha proprietà sedative. ☺

giannotti.gildo@gmail.co

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