Il valore del ricordo
5 Luglio 2014 Share

Il valore del ricordo

Il “ricordo” consiste nel non far dimenticare accadimenti, esperienze, personaggi che contraddistinguono la nostra età, il presente. Vorrei citare un episodio: qualche giorno fa assistevo, nel fare zapping, ad una trasmissione in prima serata; quattro erano gli ospiti che dovevano rispondere alla domanda del conduttore “In che anno è stato eletto cancelliere del III Reich Adolph Hitler  nel 1933, nel 1947, nel 1964 o nel 1996?” I primi tre concorrenti hanno dato una risposta errata; l’ultimo ovviamente è stato preciso nell’indicare la data, il 1933. Questo episodio è quasi sicuramente la punta dell’iceberg; riteniamo, infatti, che nella realtà quotidiana ci sia una tale ignoranza della Storia e degli accadimenti che la caratterizzano da mettersi le mani nei capelli e rudemente imprecare contro la sorte che ci ha consegnato una siffatta generazione di soggetti, per i quali la cultura o la semplice conoscenza degli accadimenti e delle persone sta in tutt’altra direzione.

Allora che dire e che fare? Allo sconforto amaro fa eco l’impegno civile e così ecco la ragione sostanziale delle date che di seguito proponiamo, che per noi ovviamente non sono semplici numeri ma rappresentano anche momenti, fatti,  cronaca, che esprimono la giustificazione civile ed etica del significato valoriale della “memoria”, del “ricordo”.

Palermo, 3° giugno 1963, strage di Ciaculli. Ciaculli è una contrada di Palermo: una telefonata anonima vi indica la presenza di un’auto sospetta in sosta e fa scattare l’allarme e l’uscita di diverse auto dei CC di Palermo e di un  reparto di artificieri dell’ esercito. A Ciaculli l’auto viene effettivamente rinvenuta nel posto indicato. Un artificiere dell’esercito scopre una spoletta e la disinnesca. Quando sembra che pericoli non ce ne siano, all’apertura del cofano dell’auto, una violenta esplosione provoca la morte di sette uomini, i cui nomi sono elencati nel giorno del ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie. La strage mafiosa di Ciaculli s’ inserisce  nell’ambito della cosiddetta guerra della mafia tra la cosca di La Barbera e quella del boss di Ciaculli, Salvatore Greco, detto “il papa”. Nel 1984 Tommaso Buscetta, detto Masino, super-pentito e super-collaboratore di giustizia, indica in Michele Cavataio l’unico responsabile della strage di Ciaculli.

Roma, 10 luglio 1976, omicidio del magistrato Vittorio Occorsio. La mattina del 1° luglio 1976, Vittorio Occorsio, giudice romano, sale sulla sua autovettura, una Fiat 125 special; non ha la scorta, perché lui non l’ha mai chiesta. All’incrocio fra Via Mogadiscio e Via Giuba viene fatto oggetto di una violenta raffica di proiettili, una trentina. Un proiettile lo colpisce al capo, determinandone la morte immediata.  La rivendicazione, firmata da “Ordine nuovo” (neofascista), così recita: La giustizia borghese si ferma all’ergastolo, la giustizia rivoluzionaria va oltre. Un tribunale speciale del movimento politico Ordine nuovo ha giudicato Vittorio Occorsio e lo ha ritenuto colpevole di avere (…) servito la dittatura democratica, perseguitando i militanti di Ordine nuovo, le idee di cui questi sono portatori”.

Vittorio Occorsio si è occupato di terrorismo neofascista e nel 1976 è stato il primo magistrato a indagare sulla Loggia massonica P2, sui rapporti fra questa e gli apparati deviati del Sifar. Ferdinando Imposimato, suo collega, ha lasciato questa testimonianza: “Sono certo che dietro i sequestri ci siano delle organizzazioni massoniche deviate e naturalmente esponenti del mondo politico. Tutto questo rientra nella strategia della tensione – seminare il terrore  fra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine” -.

Milano, 11 luglio 1979, Omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli. La sera dell’11 luglio 1979, Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona, nominato dal governatore della Banca d’Italia Guido Carli, mentre sta facendo ritorno a casa, viene avvicinato da uno sconosciuto che gli esplode contro 4 colpi 357 Magnum. Ambrosoli muore all’età di 46 anni. A sparare ad Ambrosoli è un sicario americano, William Joseph Aricò, assoldato dal banchiere Sindona al prezzo di 115.000 dollari.

Di Michele Sindona e del crak del Banco Ambrosiano  torneremo a parlare presto.  ☺

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