Una valanga di cartoline per seppellire la corruzione. Un milione e mezzo di cartoline da firmare e consegnare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dall’ 8 dicembre 2010 in tutta Italia fino al 20 gennaio 2011 la campagna di Libera e Avviso Pubblico.
Da Aosta a Trapani in oltre 300 luoghi sarà possibile firmare la cartolina appello e contemporaneamente si potrà firmare anche nelle 400 botteghe di Altromercato e Botteghe del Mondo che hanno aderito alla campagna di Libera e Avviso Pubblico. Corrotti per il bene comune restituiscano ciò che hanno rubato è il titolo della campagna. E la modalità scelta da Libera e Avviso Pubblico è semplice e diretta scrivendo una cartolina da leggere, condividere e firmare, da inviare direttamente al Presidente della Repubblica quale garante della Costituzione. L'Appello si rivolge al Presidente della Repubblica per chiedere di intervenire, nei modi che riterrà più opportuni, affinché governo e parlamento adeguino il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione, a partire da quelle stabilite dalla Convenzione di Strasburgo del 1999.
E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti dai corrotti al bene comune.
Dopo quindici anni una nuova grande sfida di Libera e Avviso Pubblico. Un obiettivo importante, un segnale di responsabilità e di fiducia: raccogliere tante firme, un milione e mezzo, più di quelle che 15 anni fa, Libera mise insieme per sostenere l’approvazione della legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. E sono già tantissime le iniziative per raggiungere l'obiettivo del milione e mezzo di cartoline.
Avviso Pubblico chiederà a tutti i Consigli Comunali, Provinciali e Regionali di approvare un ordine del giorno per impegnarsi a promuovere la campagna.
Sarà possibile firmare la cartolina anche online sui siti di Libera, Legambiente, Arci, Articolo21, Narcomafie, Libera Informazione, Micromega, Rete della Conoscenza, Link e tanti altri che si stanno aggiungendo. E la campagna è anche internazionale.
La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità delle Istituzioni, inquina e distorce gravemente l'economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica. Ogni anno nel nostro Paese, secondo le stime della Corte dei Conti, la corruzione costa ai cittadini tra i 50 e i 60 miliardi di euro. È una tassa occulta, che trasforma risorse pubbliche, destinate a servizi e opere, in profitti illeciti. È come se ogni italiano fosse costretto a versare 1.000 euro l’anno nelle casse del malaffare e dell’illegalità. Secondo l’ultimo rapporto di Transparency international, il nostro Paese è al 67° posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche, il livello più basso dal 1995.
E il sondaggio effettuato da Eurobarometro nel 2009 ha rivelato che il 17% degli italiani si è sentito chiedere una tangente, quasi il doppio della media europea (9%).
Conseguenza del fenomeno, e ancora più grave, è il ritorno dell’omertà che lega corruttore e corrotto. La stagione di Mani pulite sembra ormai dimenticata: nell’anno giudiziario 1992/93, soltanto nel distretto della Corte di Appello di Milano si contavano circa 2.000 denunce per corruzione e concussione; in quello 2008/09 sono state 120, appena il 6%. In questi anni sono state spuntate le armi con cui la magistratura può indagare. Il delitto di falso in bilancio, attraverso il quale si potevano scoprire i fondi neri destinati a corrompere funzionari pubblici, sostanzialmente non esiste più: nel 2001 le condanne definitive erano state 419, nel 2008 sono state 69 di cui 57 sanzionate come semplici contravvenzioni. Davanti a queste cifre bisogna reagire.
E bisogna farlo rapidamente. È lo scopo della campagna di Libera e Avviso Pubblico.
Si chiedono
cose semplici.
In primis di ratificare le convenzioni internazionali che l’Italia non ha ancora ratificato. A cominciare dalla Convenzione di Strasburgo, del 1999, che prevede l’introduzione nel nostro codice penale di delitti importanti, come il traffico di influenze illecite (cioè la corruzione realizzata con favori e regali invece che con la classica mazzetta), la corruzione tra privati, l’autoriciclaggio.
Sarebbe estremamente utile modificare i termini di prescrizione, oggi troppo brevi, prevedere la possibilità di operazioni sotto copertura e introdurre la figura del collaboratore di giustizia per i reati di corruzione, come avviene per quelli di mafia. Allo stesso modo è fondamentale aggredire le ricchezze accumulate dai corrotti, confiscandone i beni e dando concreta attuazione alle norme già inserite nella legge Finanziaria del 2007, che ne prevedono l’uso sociale, come già avviene per quelli sottratti ai clan. Un milione e mezzo di cartoline per seppellire il male della corruzione.
Una firma per un segnale chiaro e forte contro l'illegalità. ☺
Una valanga di cartoline per seppellire la corruzione. Un milione e mezzo di cartoline da firmare e consegnare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dall’ 8 dicembre 2010 in tutta Italia fino al 20 gennaio 2011 la campagna di Libera e Avviso Pubblico.
Da Aosta a Trapani in oltre 300 luoghi sarà possibile firmare la cartolina appello e contemporaneamente si potrà firmare anche nelle 400 botteghe di Altromercato e Botteghe del Mondo che hanno aderito alla campagna di Libera e Avviso Pubblico. Corrotti per il bene comune restituiscano ciò che hanno rubato è il titolo della campagna. E la modalità scelta da Libera e Avviso Pubblico è semplice e diretta scrivendo una cartolina da leggere, condividere e firmare, da inviare direttamente al Presidente della Repubblica quale garante della Costituzione. L'Appello si rivolge al Presidente della Repubblica per chiedere di intervenire, nei modi che riterrà più opportuni, affinché governo e parlamento adeguino il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione, a partire da quelle stabilite dalla Convenzione di Strasburgo del 1999.
E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti dai corrotti al bene comune.
Dopo quindici anni una nuova grande sfida di Libera e Avviso Pubblico. Un obiettivo importante, un segnale di responsabilità e di fiducia: raccogliere tante firme, un milione e mezzo, più di quelle che 15 anni fa, Libera mise insieme per sostenere l’approvazione della legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. E sono già tantissime le iniziative per raggiungere l'obiettivo del milione e mezzo di cartoline.
Avviso Pubblico chiederà a tutti i Consigli Comunali, Provinciali e Regionali di approvare un ordine del giorno per impegnarsi a promuovere la campagna.
Sarà possibile firmare la cartolina anche online sui siti di Libera, Legambiente, Arci, Articolo21, Narcomafie, Libera Informazione, Micromega, Rete della Conoscenza, Link e tanti altri che si stanno aggiungendo. E la campagna è anche internazionale.
La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità delle Istituzioni, inquina e distorce gravemente l'economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica. Ogni anno nel nostro Paese, secondo le stime della Corte dei Conti, la corruzione costa ai cittadini tra i 50 e i 60 miliardi di euro. È una tassa occulta, che trasforma risorse pubbliche, destinate a servizi e opere, in profitti illeciti. È come se ogni italiano fosse costretto a versare 1.000 euro l’anno nelle casse del malaffare e dell’illegalità. Secondo l’ultimo rapporto di Transparency international, il nostro Paese è al 67° posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche, il livello più basso dal 1995.
E il sondaggio effettuato da Eurobarometro nel 2009 ha rivelato che il 17% degli italiani si è sentito chiedere una tangente, quasi il doppio della media europea (9%).
Conseguenza del fenomeno, e ancora più grave, è il ritorno dell’omertà che lega corruttore e corrotto. La stagione di Mani pulite sembra ormai dimenticata: nell’anno giudiziario 1992/93, soltanto nel distretto della Corte di Appello di Milano si contavano circa 2.000 denunce per corruzione e concussione; in quello 2008/09 sono state 120, appena il 6%. In questi anni sono state spuntate le armi con cui la magistratura può indagare. Il delitto di falso in bilancio, attraverso il quale si potevano scoprire i fondi neri destinati a corrompere funzionari pubblici, sostanzialmente non esiste più: nel 2001 le condanne definitive erano state 419, nel 2008 sono state 69 di cui 57 sanzionate come semplici contravvenzioni. Davanti a queste cifre bisogna reagire.
E bisogna farlo rapidamente. È lo scopo della campagna di Libera e Avviso Pubblico.
Si chiedono
cose semplici.
In primis di ratificare le convenzioni internazionali che l’Italia non ha ancora ratificato. A cominciare dalla Convenzione di Strasburgo, del 1999, che prevede l’introduzione nel nostro codice penale di delitti importanti, come il traffico di influenze illecite (cioè la corruzione realizzata con favori e regali invece che con la classica mazzetta), la corruzione tra privati, l’autoriciclaggio.
Sarebbe estremamente utile modificare i termini di prescrizione, oggi troppo brevi, prevedere la possibilità di operazioni sotto copertura e introdurre la figura del collaboratore di giustizia per i reati di corruzione, come avviene per quelli di mafia. Allo stesso modo è fondamentale aggredire le ricchezze accumulate dai corrotti, confiscandone i beni e dando concreta attuazione alle norme già inserite nella legge Finanziaria del 2007, che ne prevedono l’uso sociale, come già avviene per quelli sottratti ai clan. Un milione e mezzo di cartoline per seppellire il male della corruzione.
Una firma per un segnale chiaro e forte contro l'illegalità. ☺
Una valanga di cartoline per seppellire la corruzione. Un milione e mezzo di cartoline da firmare e consegnare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dall’ 8 dicembre 2010 in tutta Italia fino al 20 gennaio 2011 la campagna di Libera e Avviso Pubblico.
Da Aosta a Trapani in oltre 300 luoghi sarà possibile firmare la cartolina appello e contemporaneamente si potrà firmare anche nelle 400 botteghe di Altromercato e Botteghe del Mondo che hanno aderito alla campagna di Libera e Avviso Pubblico. Corrotti per il bene comune restituiscano ciò che hanno rubato è il titolo della campagna. E la modalità scelta da Libera e Avviso Pubblico è semplice e diretta scrivendo una cartolina da leggere, condividere e firmare, da inviare direttamente al Presidente della Repubblica quale garante della Costituzione. L'Appello si rivolge al Presidente della Repubblica per chiedere di intervenire, nei modi che riterrà più opportuni, affinché governo e parlamento adeguino il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione, a partire da quelle stabilite dalla Convenzione di Strasburgo del 1999.
E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti dai corrotti al bene comune.
Dopo quindici anni una nuova grande sfida di Libera e Avviso Pubblico. Un obiettivo importante, un segnale di responsabilità e di fiducia: raccogliere tante firme, un milione e mezzo, più di quelle che 15 anni fa, Libera mise insieme per sostenere l’approvazione della legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. E sono già tantissime le iniziative per raggiungere l'obiettivo del milione e mezzo di cartoline.
Avviso Pubblico chiederà a tutti i Consigli Comunali, Provinciali e Regionali di approvare un ordine del giorno per impegnarsi a promuovere la campagna.
Sarà possibile firmare la cartolina anche online sui siti di Libera, Legambiente, Arci, Articolo21, Narcomafie, Libera Informazione, Micromega, Rete della Conoscenza, Link e tanti altri che si stanno aggiungendo. E la campagna è anche internazionale.
La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità delle Istituzioni, inquina e distorce gravemente l'economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica. Ogni anno nel nostro Paese, secondo le stime della Corte dei Conti, la corruzione costa ai cittadini tra i 50 e i 60 miliardi di euro. È una tassa occulta, che trasforma risorse pubbliche, destinate a servizi e opere, in profitti illeciti. È come se ogni italiano fosse costretto a versare 1.000 euro l’anno nelle casse del malaffare e dell’illegalità. Secondo l’ultimo rapporto di Transparency international, il nostro Paese è al 67° posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche, il livello più basso dal 1995.
E il sondaggio effettuato da Eurobarometro nel 2009 ha rivelato che il 17% degli italiani si è sentito chiedere una tangente, quasi il doppio della media europea (9%).
Conseguenza del fenomeno, e ancora più grave, è il ritorno dell’omertà che lega corruttore e corrotto. La stagione di Mani pulite sembra ormai dimenticata: nell’anno giudiziario 1992/93, soltanto nel distretto della Corte di Appello di Milano si contavano circa 2.000 denunce per corruzione e concussione; in quello 2008/09 sono state 120, appena il 6%. In questi anni sono state spuntate le armi con cui la magistratura può indagare. Il delitto di falso in bilancio, attraverso il quale si potevano scoprire i fondi neri destinati a corrompere funzionari pubblici, sostanzialmente non esiste più: nel 2001 le condanne definitive erano state 419, nel 2008 sono state 69 di cui 57 sanzionate come semplici contravvenzioni. Davanti a queste cifre bisogna reagire.
E bisogna farlo rapidamente. È lo scopo della campagna di Libera e Avviso Pubblico.
Si chiedono
cose semplici.
In primis di ratificare le convenzioni internazionali che l’Italia non ha ancora ratificato. A cominciare dalla Convenzione di Strasburgo, del 1999, che prevede l’introduzione nel nostro codice penale di delitti importanti, come il traffico di influenze illecite (cioè la corruzione realizzata con favori e regali invece che con la classica mazzetta), la corruzione tra privati, l’autoriciclaggio.
Sarebbe estremamente utile modificare i termini di prescrizione, oggi troppo brevi, prevedere la possibilità di operazioni sotto copertura e introdurre la figura del collaboratore di giustizia per i reati di corruzione, come avviene per quelli di mafia. Allo stesso modo è fondamentale aggredire le ricchezze accumulate dai corrotti, confiscandone i beni e dando concreta attuazione alle norme già inserite nella legge Finanziaria del 2007, che ne prevedono l’uso sociale, come già avviene per quelli sottratti ai clan. Un milione e mezzo di cartoline per seppellire il male della corruzione.
Una firma per un segnale chiaro e forte contro l'illegalità. ☺
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.