in cassa integrazione   di Z’ Vassilucc’e
31 Gennaio 2012 Share

in cassa integrazione di Z’ Vassilucc’e

 

L'attuale situazione politica è sicuramente complessa. Semplificando, potremmo dire che il Parlamento, azienda politica dello Stato, è andato in crisi perché la Politica ed i lavoratori in essa impegnati non sono stati capaci di effettuare quelle operazioni intese a tutelare gli investimenti collettivi-aziendali.

Una distinta Signora, moglie del mio amico "compagno-camerata Gino", famoso per le sue freddure, mentre degustavo un buon caffè, mi dice: "Ti vuoi fare una risata?" Intanto, la radio trasmetteva il discorso del Presidente del Consiglio, sicuramente nuovo nei toni, nello stile e… un pò meno nella continuità con il precedente. "Giorni fa una vecchietta, venuta a comprare il caffè, mi dice: Signora Maria, ma perché quelli che stanno in Parlamento, considerato che adesso ci sono i Professori a fare quello che loro non sono stati capaci di fare, non vengono messi in cassa integrazione?".

Ho sentito e letto tanti discorsi; mi sono decisamente perso nel cercare di capire analisi economiche e proclami risolutivi dell'attuale crisi, ma l'intuizione popolare ed il buon senso di questa "occasionale" nonna, mi hanno fatto riflettere. È semplice: nell'attuale sistema economico un'azienda in crisi, fa ricorso alla cassa integrazione e manda a casa i lavoratori, quindi perché non applicare allo Stato/Azienda, non escluse Regioni, Province e Comuni, il medesimo criterio?

Sono andato su Wikipedia a leggere CIG: "La cassa integrazione guadagni (CIG) è un istituto previsto dalla legge italiana, consistente in una prestazione economica (erogata dall'Inps) in favore dei lavoratori sospesi dall'obbligo di eseguire la prestazione lavorativa o che lavorano a orario ridotto…. La ratio legis è quella di venire incontro alle aziende che si trovino in momentanea difficoltà, sgravandole in parte dei costi della manodopera temporaneamente non utilizzata. La CIG ordinaria è attivabile a fronte di eventi transitori non imputabili all’imprenditore (STATO) o agli operai (DEPUTATI-SENATORI-DIRIGENTI… e Associati), come una crisi temporanea di mercato…" .

Nella fattispecie, non sarebbe affatto sbagliato ritenere tali operai "anche" responsabili dell'accaduto, ma, a differenza di tutte le aziende di capitali, tali operai/DE-SE-DIRI-Associati restano sulle loro poltrone per ratificare "comodamente e senza impegni", in forme assolutamente bipartisan, tutto quello che loro non sono stati capaci di prevenire! 

La crisi di Sistema, Politico-clien- telare, da loro determinata, la fanno pagare per intero a tutti quelli che poco c'entrano con quel sistema/Ditta. Fatta qualche eccezione, anche tutta la stampa, improvvisamente, plaude allo spread, oggi tranquillamente inoltrato oltre cinquecento, che ieri faceva paventare catastrofi mondiali!… Come dire, derivando dal calcio nostrano, continuiamo a perdere con la Corea, ma l'allenatore è sicuramente migliore di quello di ieri! Come tutti i Prof, Monti è sicuramente un lavoratore del "forse" e forse ha ragione lui nel leggere i fatti economici.

La differenza, però, è che oggi "ci beviamo serenamente" la benzina a due euro come gli spot sugli evasori fiscali, improvvisamente ri-diventati i cattivi da perseguire subito, perché facilmente rintracciabili… in vacanza. Già, perchè ieri e ieri l'altro, sul loro posto di evasione, era proprio difficile identificarli! Ma dai, se così fosse, ci sarebbe da pensare che i Dirigenti di tali uffici, ieri e l'altro ieri, erano rispettosamente conniventi con chi non voleva pagare le tasse perché qualcuno impartiva ai controllori ordini contrari alla legge? Se fosse vero, il danno di sistema provocato dagli spot odierni, sono decisamente disastrosi rispetto alle feste e agli aneddoti berlu-beffeggiati che si svolgevano nelle case e anfiteatri dell'omonimo Presidente del Milan. A Proposito del quale, giova notare, ovviamente come d'improvviso, anche le velleità della cattiva e comunista magistratura di ieri, è andata in soffitta, in attesa di una possibile ricomparsa del nostro, sulla scena del "teatrino delle commedie politico-sessual-amministrative".

Ieri e sempre (!), la necessità che le regole siano rispettate da principi e sudditi è un principio scontato e condiviso da qualche secolo. Il problema serio è che in una Democrazia reale, il controllo dovrebbe essere abituale e non costituire uno spot per raccontare che talvolta succede! … così come è vero che se la ricchezza non è da demonizzare, vero è che le regole democratiche dovrebbero garantirne una proporzione equa, in particolare tra coloro che la costruiscono tra mura amiche, ovvero all'interno dell'apparato statale: ma così non è ancora! Forse, grazie ai Proff. lo diventerà a breve… forse. ☺

polsmile@tin.it

 

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