Indice del numero 168 – Gennaio 2020
3 Gennaio 2020
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Indice del numero 168 – Gennaio 2020

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indice del numero di gennaio 2020 http://www.lafonte.tv/

In questo numero:

– alla ricerca di chi è perduto

di Rosalba Manes

– voglia di partecipazione (lettera aperta agli artigiani di giustizia e di pace)

di Antonio Di Lalla

– parlava in parabole

di Michele Tartaglia

– stato d’accusa

di Dario Carlone

– Scatto d’autore: molise: fino a quando pecoroni appresso ai pecorai?”

di Guerino Trivisonno

– il ritorno dei contadini

di Rossano Pazzagli

– il mostro

di Famiano Crucianelli

– terzo tempo

di Marco Branca

– diritto alla ribellione

di Giuseppe La Serra

– non tutto ciò che luccica è oro

di Benito Giorgetta

– megafoni e proclami

di Tina De Michele

– cartoccio di(versi)

di Enzo Bacca

– tela: “luci della ribalta”

di www.su-mi.org

– per sentirci vivi

di Marcella Stumpo

– consuelo suncin de saint-exupery

di Loredana Alberti

– un anno bellissimo?

di Christiane Barckhausen-Canale

– i quattro servono

di Gabriella de Lisio

– all’inizio: il nulla o l’eterno?

di Claudio Cianfaglioni

– di zinno: incomprensioni

di Gaetano Jacobucci

– crisi e gioie

di Maurizio Corbo

– pittura:”la famiglia”

di Ana Maria Erra Guevara

– debito e diseguaglianze

di Antonio De Lellis

– la memoria e il 27 gennaio

di Franco Novelli

– necessità del biologico

di Pasquale Di Lena

– i territori come fiori

di Letizia Bindi

– esplorare per studiare il futuro

di WWW OA MOLISE

– disegno su tela: “Human red eves”

di Leo Antonio Di Pietro in arte Acidselzart

– sbadigli e lacrime

di Cantine D’Uva

– il contratto di occhito

di Angelo Sanzò

– non ci avevo mai pensato

di Franco Pollutri

– la yucca

di Gildo Giannotti

– coabitare

di Silvio Malic

– recensioni:”IO, DIO, ESCORT” di Alessio Marras

di Redazione

– abeti senza piume

di Enzo Bacca

– un albero in più

di Filomena Giannotti

– per uno sviluppo sostenibile

di Maria Victoria Guevara Erra

voglia di partecipazione (lettera aperta agli artigiani di giustizia e di pace)

                                                                                 di Antonio Di Lalla      a pag.3

Ma chi me lo fa fare! È un’ espressione ricorrente tra i delusi nei vari ambiti, tra quanti anziché la giustizia intendono perseguire solo i propri interessi, tra quelli che preferiscono rimanere alla finestra a braccia conserte a guardare.

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