L’approssimazione che il centro sinistra pone nell’affrontare i problemi che incombono sui terremotati molisani non ha riscontro neanche nelle trovate berlusconiane. Mentre a Berlusconi mancavano i soldi per realizzare le sue stramberie su San Giuliano, al governo Prodi, a Ruta a Massa e al parlamentare indigeno mancano soldi e idee per studiare ed affrontare il problema: Romano è impegnato a litigare con gli alleati di governo, Ruta con quelli della margherita che gli faranno la festa, Astore con i compaesani che oltre a subire la tragedia del terremoto hanno anche lui in casa, e Massa? È in Senato a reggere le sorti del Governo.
I molisani, dopo le elezioni politiche si sarebbero aspettati la sostituzione di un commissario delegato a fare solo danni, la presentazione di un disegno di legge che riconoscesse il diritto alla ricostruzione delle zone terremotate, il finanziamento di un programma di sviluppo finalizzato all’area del cratere, un particolare trattamento tributario per chi avesse investito nell’area colpita dal sisma. Cosa è invece accaduto? Il Commissario Iorio, oltre a restare al suo posto, è stato riconfermato dagli elettori alla guida della Regione, i soldi per lo sviluppo, il cosiddetto art. 15 è finito nelle tasche di noti imprenditori molisani che sono sì in difficoltà ma non a causa del terremoto e, ciliegina sulla torta, questo governo ha deciso di intervenire con le ordinanze come aveva fatto quello precedente.
Dopo l’emanazione dell’ordinanza del dicembre 2006, sulla falsa proroga degli sgravi contributivi e tributari, i terremotati non sono più disponibili a farsi infinocchiare. Dopo quattro anni dall’evento sismico la ricostruzione stenta a partire e al fantasioso “Modello Molise” la sinistra non sembra voler contrapporre nuove strategie, ripercorrendo in tal modo vecchi sentieri che portano al nulla assoluto.
Cari parlamentari del centro sinistra, prima avevate l’alibi di non essere né al governo regionale né in quello centrale. Fino a quanto vorrete abusare della nostra pazienza? La gente non sa più a che santo votarsi e prima o poi scaricherà su di voi il rancore accumulato negli anni precedenti. Iorio, opportunista qual è, pur restando il responsabile assoluto di questo sfascio, cavalcherà la protesta, come si può notare dalle prime avvisaglie giornalistiche sue e dei sui alfieri, sostenendo che il governo Prodi ci ha abbandonato, non ci eroga i fondi necessari per far fronte al problema e addirittura ci richiede indietro quelli già erogati sotto forma di sospensioni tributarie e contributive mettendo così in ginocchio aziende e lavoratori insieme. Attendiamo segnali concreti e possibilmente mettetevi d’accordo tra di voi sulle strategie per evitare di andare nelle piazze a denigrarvi. Non ci servono galli incompatibili nello stesso pollaio.☺
L’approssimazione che il centro sinistra pone nell’affrontare i problemi che incombono sui terremotati molisani non ha riscontro neanche nelle trovate berlusconiane. Mentre a Berlusconi mancavano i soldi per realizzare le sue stramberie su San Giuliano, al governo Prodi, a Ruta a Massa e al parlamentare indigeno mancano soldi e idee per studiare ed affrontare il problema: Romano è impegnato a litigare con gli alleati di governo, Ruta con quelli della margherita che gli faranno la festa, Astore con i compaesani che oltre a subire la tragedia del terremoto hanno anche lui in casa, e Massa? È in Senato a reggere le sorti del Governo.
I molisani, dopo le elezioni politiche si sarebbero aspettati la sostituzione di un commissario delegato a fare solo danni, la presentazione di un disegno di legge che riconoscesse il diritto alla ricostruzione delle zone terremotate, il finanziamento di un programma di sviluppo finalizzato all’area del cratere, un particolare trattamento tributario per chi avesse investito nell’area colpita dal sisma. Cosa è invece accaduto? Il Commissario Iorio, oltre a restare al suo posto, è stato riconfermato dagli elettori alla guida della Regione, i soldi per lo sviluppo, il cosiddetto art. 15 è finito nelle tasche di noti imprenditori molisani che sono sì in difficoltà ma non a causa del terremoto e, ciliegina sulla torta, questo governo ha deciso di intervenire con le ordinanze come aveva fatto quello precedente.
Dopo l’emanazione dell’ordinanza del dicembre 2006, sulla falsa proroga degli sgravi contributivi e tributari, i terremotati non sono più disponibili a farsi infinocchiare. Dopo quattro anni dall’evento sismico la ricostruzione stenta a partire e al fantasioso “Modello Molise” la sinistra non sembra voler contrapporre nuove strategie, ripercorrendo in tal modo vecchi sentieri che portano al nulla assoluto.
Cari parlamentari del centro sinistra, prima avevate l’alibi di non essere né al governo regionale né in quello centrale. Fino a quanto vorrete abusare della nostra pazienza? La gente non sa più a che santo votarsi e prima o poi scaricherà su di voi il rancore accumulato negli anni precedenti. Iorio, opportunista qual è, pur restando il responsabile assoluto di questo sfascio, cavalcherà la protesta, come si può notare dalle prime avvisaglie giornalistiche sue e dei sui alfieri, sostenendo che il governo Prodi ci ha abbandonato, non ci eroga i fondi necessari per far fronte al problema e addirittura ci richiede indietro quelli già erogati sotto forma di sospensioni tributarie e contributive mettendo così in ginocchio aziende e lavoratori insieme. Attendiamo segnali concreti e possibilmente mettetevi d’accordo tra di voi sulle strategie per evitare di andare nelle piazze a denigrarvi. Non ci servono galli incompatibili nello stesso pollaio.☺
L’approssimazione che il centro sinistra pone nell’affrontare i problemi che incombono sui terremotati molisani non ha riscontro neanche nelle trovate berlusconiane. Mentre a Berlusconi mancavano i soldi per realizzare le sue stramberie su San Giuliano, al governo Prodi, a Ruta a Massa e al parlamentare indigeno mancano soldi e idee per studiare ed affrontare il problema: Romano è impegnato a litigare con gli alleati di governo, Ruta con quelli della margherita che gli faranno la festa, Astore con i compaesani che oltre a subire la tragedia del terremoto hanno anche lui in casa, e Massa? È in Senato a reggere le sorti del Governo.
I molisani, dopo le elezioni politiche si sarebbero aspettati la sostituzione di un commissario delegato a fare solo danni, la presentazione di un disegno di legge che riconoscesse il diritto alla ricostruzione delle zone terremotate, il finanziamento di un programma di sviluppo finalizzato all’area del cratere, un particolare trattamento tributario per chi avesse investito nell’area colpita dal sisma. Cosa è invece accaduto? Il Commissario Iorio, oltre a restare al suo posto, è stato riconfermato dagli elettori alla guida della Regione, i soldi per lo sviluppo, il cosiddetto art. 15 è finito nelle tasche di noti imprenditori molisani che sono sì in difficoltà ma non a causa del terremoto e, ciliegina sulla torta, questo governo ha deciso di intervenire con le ordinanze come aveva fatto quello precedente.
Dopo l’emanazione dell’ordinanza del dicembre 2006, sulla falsa proroga degli sgravi contributivi e tributari, i terremotati non sono più disponibili a farsi infinocchiare. Dopo quattro anni dall’evento sismico la ricostruzione stenta a partire e al fantasioso “Modello Molise” la sinistra non sembra voler contrapporre nuove strategie, ripercorrendo in tal modo vecchi sentieri che portano al nulla assoluto.
Cari parlamentari del centro sinistra, prima avevate l’alibi di non essere né al governo regionale né in quello centrale. Fino a quanto vorrete abusare della nostra pazienza? La gente non sa più a che santo votarsi e prima o poi scaricherà su di voi il rancore accumulato negli anni precedenti. Iorio, opportunista qual è, pur restando il responsabile assoluto di questo sfascio, cavalcherà la protesta, come si può notare dalle prime avvisaglie giornalistiche sue e dei sui alfieri, sostenendo che il governo Prodi ci ha abbandonato, non ci eroga i fondi necessari per far fronte al problema e addirittura ci richiede indietro quelli già erogati sotto forma di sospensioni tributarie e contributive mettendo così in ginocchio aziende e lavoratori insieme. Attendiamo segnali concreti e possibilmente mettetevi d’accordo tra di voi sulle strategie per evitare di andare nelle piazze a denigrarvi. Non ci servono galli incompatibili nello stesso pollaio.☺
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