Io non so (T)remare
11 Dicembre 2019
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Io non so (T)remare

Miagola il gatto più del dovuto stasera,
argine franto da flusso sanguigno distratto.
Io non so tremare, tremano gli orsi, i ponti
case, lampadari, polsi, i rossi abeti.
Io non so tremare senza caffeina, senza fionda,
porsi tante domande è forse estrattivo?
Nel diluvio avvelenato rimane l’acqua
evaporata insieme ai danni secolari, mercenari
inondano l’affare migliore, poi evaporano
denari, tutto s’eclissa: l’onore il fiore i muri.
In Italia danni sempre secolari
canali come vasi ostruiti da colesterolo.
Fossi abbandonati anche dalle rane dai rospi.
Io non so tremare neanche sul trattore
giungo tardi alle confessioni, giungo di sera.
Com’è alta Venezia “la nana”, la bassa laguna.
Mose incompiuta, l’accento non basta
a trasfigurare le acque, il tempo stringe
una volta ancora non conforta la Bibbia.
Tremano i flutti al passaggio dei mostri,

remo stremato ma prego, vi prego, io l’amo.
Miagola il gatto anzi ulula e trema – uragano –
Io non so remare neanche col salvagente.
Dove il doge, dove il Bucintoro?
Io tremo abbracciandomi il remo
estremo grido di gondola alta all’acida onda.
Acqua granda pure stasera tra le calli.

a Venezia, colpita al cuore

 

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