iorio insegna   di Scipio
29 Settembre 2012 Share

iorio insegna di Scipio

 

 “Non si deve sopprimere nulla”. Ce lo ricorda l'ultima martellante comunicazione istituzionale della Presidenza della Giunta Regionale del Molise, orchestrata da  Michele Iorio per far credere ai molisani che in questa regione va tutto bene. Dall'assetto istituzionale alla gestione dei servizi pubblici, compresa la sanità.

L'asserita difesa della Provincia di Isernia, la cui sopravvivenza non dipende certo dalla volontà dei cittadini molisani, è dunque un mero pretesto utilizzato per far passare un messaggio che, per generosità, definiremo fantasioso. Per evitare di considerare tale messaggio anche ingannevole e truffaldino proviamo a guardare alle cose molisane con gli occhi di Michele Iorio e forse scopriremo che lo sguardo con cui egli scruta il Molise è legittimamente compiaciuto.

In questa Regione la democrazia non ha più bisogno delle superate distinzioni tra gli schieramenti tradizionali perché la lezione di Iorio viene accettata e praticata dal centrodestra e da buona parte del centrosinistra, come mostrano questi pochi esempi:

– Iorio promuove le fortune politiche, e non solo, della propria famiglia? Ci sono altri rappresentati istituzionali, di centrodestra e di centrosinistra, che lo imitano con determinazione ed entusiasmo;

– Iorio conserva in garage le lussuose auto blu che avrebbe dovuto alienare? Centrodestra e centrosinistra tacciono e meditano sul fatto che, passata la buriana, potrebbero sempre tornare utili;

– Iorio riempie di debiti la sanità molisana privandola nel contempo di un qualsiasi piano sanitario regionale e,  nella sua veste  di commissario, elude tutte le richieste di risanamento che vengono da Roma?  Il governo, stanco di questi comportamenti irresponsabili, nomina dei commissari incaricati di porre rimedio alla decennale disamministrazione regionale e il centrodestra molisano (insieme a molti dell'omologo centrosinistra) insorge al grido di “giù le mani dalla nostra sanità”;

– Iorio, in pendenza di un ricorso elettorale davanti alla giustizia amministrativa, avrebbe dovuto promuovere la modifica dello Statuto regionale prima della pronuncia del TAR al fine di ridurre a  20 il numero dei consiglieri regionali, in attuazione delle norme nazionali? Ha preferito giocare con l'annullamento e la riapprovazione dello Statuto per renderlo inutilizzabile. L'obiettivo di lasciare tutto com'era è stato raggiunto con un gioco di squadra al quale hanno partecipato sia il centrodestra, sia il centrosinistra.

Per la verità, Iorio non è responsabile di tutte le nefandezze che si verificano nel suo feudo e tanto meno del comportamento di Aldo Patriciello, titolare del primato nazionale di assenze dai lavori del Parlamento Europeo, che invia notizie dall'Europa alla stampa molisana per farci credere che lui esercita per davvero le funzioni per le quali è stato eletto. Iorio sente un certo disagio per questa macroscopica panzana targata PDL, ma si consola vedendo che, dall'altra parte, il PD vorrebbe farci credere addirittura che una parte dei soldi dati dai contribuenti italiani alla defunta Margherita sarebbero passati da Luigi Lusi a Roberto Ruta in cambio di una consulenza. È dura credere che anche i morti abbiano bisogno di pareri competenti, ma se crediamo a Patriciello, perché non credere al PD di Ruta?

Quando agiscono da soli, avrà pensato Iorio, questi politici molisani rischiano di fare e dire cose inverosimili e, per evitare altri grossolani scivoloni, pare abbia chiesto a Vitagliano di coordinare direttamente una bella gestione consociativa del COSIB di Termoli. Centrodestra e centrosinistra hanno molto apprezzato, il che ha spinto Iorio a riproporre l'esperienza delle “larghe intese” anche in Regione, per dare una dignità formale ad una coabitazione di fatto che va avanti “more uxorio”, da molto tempo.

Il presidente Iorio non poteva elencare ai molisani questi ed altri bei traguardi raggiunti sotto la sua presidenza e, cogliendo l'occasione della probabile scomparsa della Provincia di Isernia, manda in onda un ossessivo messaggio riassuntivo: “non si deve sopprimere nulla”, vale a dire, tutto deve rimanere com'è.

Lo fa a dispetto del fatto che perfino i conservatori più intransigenti aprono, a volte, un piccolo spiraglio al cambiamento, per evitare che il cambiamento irrompa sulla scena e li travolga. ☺

Scipio

 

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