la bibbia e i cristiani
11 Settembre 2023
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la bibbia e i cristiani

Dopo aver goduto della compagnia di Dante per qualche tempo, torniamo al mondo più consueto della bibbia, cominciando con una domanda: ma cos’è la bibbia? La risposta più semplice e immediata è: il libro sacro dei cristiani e, per quanto riguarda l’Antico Testamento, lo è innanzitutto per gli ebrei. Basta però mettere a confronto le bibbie pubblicate dalle varie confessioni cristiane, oltre alla bibbia ebraica, per rendersi conto di non avere a che fare con un libro univoco, perché ogni entità religiosa ha la “sua” bibbia. Ma, oltre a questo, c’è la bibbia vista, anche da chi non appartiene a nessun gruppo religioso, come “prodotto” letterario, da studiare e leggere come il resto della grande letteratura mondiale; anzi, la bibbia viene vista addirittura come il “grande codice” di tutta la cultura occidentale. Eppure, sembra non poter esserci incontro tra i diversi approcci; sembrano invece persistere i conflitti, soprattutto tra coloro che la venerano come dono di Dio.
Se guardiamo, ad esempio, al mondo cristiano, ci troviamo di fronte a tre modi di lettura che, grosso modo, si identificano con le tre diramazioni del cristianesimo: l’ortodossia, che mantiene un approccio in linea con gli antichi padri della chiesa e colloca la bibbia principalmente all’interno della liturgia.
All’opposto c’è il mondo protestante, soprattutto nelle espressioni dell’ evangelismo fondamentalista che è ben radicato negli Stati Uniti e che ormai sta soppiantando le altre tradizioni cristiane nella fu cattolica America Latina e negli altri continenti. Un grande studioso protestante del canone biblico, J. A. Sanders, dice che, sebbene i protestanti abbiano fatto a meno del magistero della chiesa cattolica, hanno prodotto altri magisteri, tra cui quello dell’evangelicalismo, che ha un magistero rigido estrapolato da pochi versetti e imposto all’intera bibbia, versetti per lo più individualisti, escludenti e apocalittici. Fino ad arrivare alla dottrina dell’elevazione al cielo (the rapture) che, dice Sanders, è senza dubbio la nozione più egoistica mai imposta dall’esterno alla bibbia e che consiste nella convinzione che, al momento della fine della storia, i buoni saranno elevati al cielo e i cattivi distrutti. Si vedono, dice sempre Sanders, addirittura degli adesivi messi sulle auto che dicono: “Attenzione! Al momento dell’elevazione in cielo quest’auto sarà senza conducente” (perché si suppone che chi la guida sia un buon cristiano che vive in base alla bibbia, per cui andrà con il Signore nell’aria, come ha scritto san Paolo duemila anni fa). Ovviamente il mondo accademico, soprattutto nei paesi a tradizione protestante, ha un approccio assolutamente scientifico alla bibbia ma l’influsso della bibbia sulla società non è dovuto alle élite accademiche, bensì a quella maggioranza che frequenta le chiese e vota Trump o Bolsonaro.
E il mondo cattolico? Possiamo dire che sta nel mezzo, non nel senso del detto latino in medio stat virtus, ma nel senso che è dilaniato tra tre posizioni: quella “ortodossa” in cui la bibbia è una delle componenti della liturgia; quella “protestante” per cui la bibbia, spesso usata come un oroscopo da consultare a casaccio, diventa il criterio di guida delle proprie scelte (soprattutto in alcuni movimenti che hanno un’origine evangelico-carismatica) e quella propria della tradizione cattolica per cui la bibbia è totalmente ignorata, mediata solo dagli insegnamenti magisteriali, i vari documenti prodotti in quantità esorbitanti dove, tra una serie di affermazioni, spuntano delle citazioni random della bibbia, sulla scia di come spesso si continua a fare anche nell’ambito degli insegnamenti accademici al di fuori dei corsi esegetici.
Quest’ultimo approccio, che è prevalente nonostante gli sforzi di ritorno alle fonti, auspicato soprattutto dal Concilio Vaticano II, è dovuto ad un difetto d’origine: la soppressione sistematica operata dall’epoca della controriforma di ogni tentativo di rendere accessibile la bibbia ai credenti laici, condannando le traduzioni in lingua vernacola che si approntarono soprattutto dopo l’ invenzione della stampa; una campagna di distruzione e dissuasione che è andata avanti, tranne qualche eccezione temporanea in favore di una singola traduzione (ad esempio, in Italia, quella del vescovo fiorentino Antonio Martini), fino agli anni a ridosso del Concilio, nella convinzione che la bibbia, vista l’infelice (dal punto di vista cattolico) esperienza della riforma protestante, non potesse essere data in mano ai fedeli, sprovvisti degli strumenti per interpretarla secondo la prospettiva del magistero. Tanto meglio dare direttamente il prodotto finale, magari tramite esortazioni e catechismi. Certo, poi c’è lo studio scientifico della bibbia che è entrato a pieno titolo nelle facoltà teologiche ma tale approccio è rimasto confinato ai corsi di esegesi, mentre nelle altre branche della teologia (dogmatica e morale soprattutto) il ricorso alla Scrittura ha mantenuto lo stesso tipo di approccio dei documenti ufficiali: esprimere delle tesi in obbedienza alla tradizione e al magistero e rimpolparle con qualche citazione biblica qua e là. Chi si discosta da questa metodologia, partendo magari dal messaggio biblico indagato col metodo storico-critico, cercando di capire cosa volessero davvero dire Paolo o Gesù, è subito soggetto ad indagine scrupolosa dai custodi della fede. La bibbia così è usata solo come “deposito” di espressioni verbali a cui attingere per rafforzare delle tesi precostituite.
Nel mondo della ricerca si avverte il disagio ed è arrivato il momento (da anni lo si dice, anche se poi si continua come al solito) di mettersi realmente in ascolto della Parola, perché sia essa a guidare il discernimento cristiano e si smetta di strumentalizzarla. Su questo approccio, che ha anche un risvolto ecumenico, rifletteremo la prossima volta per poi, in seguito, cercare di vedere come è fatto questo benedetto libro, che ha delle varianti a seconda delle diverse confessioni cristiane, partendo, ovviamente, dal fondamento originario che è la bibbia ebraica.☺

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