La coperta corta
19 Ottobre 2020
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La coperta corta

Ci si aspettava che il periodo di riflessione di due mesi preso dal nuovo assessore alle Politiche Sociali per riflettere sulle criticità inerenti il bando FNA 2019 (destinato agli aiuti per le persone con disabilità gravissime ed alle loro famiglie) gli avrebbe consentito di maturare delle decisioni importanti per i beneficiari molisani; invece, vuoi perché l’estate – si sa – non è fatta per ragionare, vuoi perché il nuovo assessore leghista difficilmente avrebbe sconfessato le gesta del suo predecessore in pari quota, tutte le problematiche evidenziate dalle associazioni di categoria sono state ignorate.

Il nuovo bando è infatti uscito il primo settembre e contiene tutti i difetti dei precedenti, oltre ad ulteriori sbarramenti legati all’ISEE, che per la prima volta diventa un criterio di selezione dei beneficiari. Eppure anche all’interno di questa forbice, che già taglia fuori oltre 200 persone – tutte portatrici di disabilità ex 3 comma 3 legge 104/92 e titolari di indennità di accompagnamento – per carenze dei requisiti di ammissione, i fondi sono assolutamente insufficienti a soddisfare il fabbisogno dei molisani: nel 2018, ad esempio, sono stati 424 i cittadini risultati idonei non beneficiari per carenza di fondi.

Alla luce di queste criticità, la regione Molise, con una determina, aveva previsto un’integrazione regionale di € 400.000 ai fondi FNA previsti dal riparto statale, importo mai di fatto stanziato e chissà come diversamente impiegato nel bilancio. A fronte delle vive proteste delle opposizioni e della società civile, Toma ha tirato fuori dal cilindro la stessa cifra, attingendo ai fondi statali stanziati per l’emergenza Covid, promuovendo questo suo impegno come un gesto di grande solidarietà e di impegno civile nei confronti dei cittadini più fragili.

Non può sfuggire però ad un osservatore attento che i fondi sono stati  prelevati dal riparto nazionale previsto per l’emergenza legata al Covid, per la precisione il “Fondo per il finanziamento di misure straordinarie per il sostegno economico per lavoratori, imprese e famiglie, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid 19. Tale stanziamento “straordinario” viene così indirizzato a risolvere una esigenza che invece è già strutturata nel tessuto sociale della popolazione molisana e che non dovrebbe essere trattata come un’emergenza, bensì come una situazione ordinaria ed esistente a prescindere.

Si è tolto all’emergenza sociale per dare al sociale, come nella migliore tradizione della politica molisana, che toglie ai più bisognosi per dare ad altri bisognosi, senza alcun mutamento di prospettiva e di visione politica, ma continuando a tirare la coperta corta da un lato all’altro, per creare nuove categorie di bisognosi o – paradossalmente – per metterli l’uno contro l’altro in un tritacarne dove le aspettative scendono sempre più al ribasso.

È sconfortante tra l’altro assistere alle rivendicazioni sull’attribuzione del merito del posizionamento di questa “toppa” al bilancio da parte di alcuni piccati consiglieri molisani di maggioranza: se questa è una risposta ad istanze legittime, è una brutta risposta perché sacrifica altri cittadini e soprattutto dimostra come la Regione non si sia minimamente sforzata di impegnare delle risorse del proprio bilancio.

L’Europa chiede più coesione sociale, con relativa programmazione di interventi attraverso il recovery fund; questa iniziativa regionale si muove in una direzione diametralmente opposta. È legittimo chiedersi se chi ci governa si stia già sfregando le mani al pensiero di come impiegare le risorse che arriveranno; si ha la sensazione che non ci sia alcuna chiarezza sull’idea stessa di cosa significhi “coesione sociale”, che implica coinvolgimento di tutte le categorie di diversità e fragilità per realizzare una piena e completa inclusione di tutti i soggetti svantaggiati. Ci si domanda quale contributo alla missione possa essere dato da chi ha sempre adottato la visione politica della coperta corta per gestire le politiche sociali o da chi – come la Lega – ha sempre cavalcato le divisioni sociali per fini di propaganda elettorale.☺

 

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