Quando questo numero di la fonte uscirà si saprà già, forse, se la Grecia andrà o meno al voto alla fine di gennaio. Lunedì 8 dicembre, infatti, proprio mentre ero ad Atene per partecipare ad una iniziativa di Syriza – il partito della sinistra greca – il presidente del consiglio, l’esponente della destra Samaras – ha deciso di anticipare l’elezione del Presidente della Repubblica. E poiché la destra non ha nel parlamento i voti necessari ad eleggerlo – 154 anziché 180 – si dovrà andare – per legge – al voto entro un mese. Lo sapremo il 29 dicembre. Quanto alla sinistra non intende protrarre oltre la fallimentare gestione della crisi operata dalla destra ed è dunque ben contenta che si vada ad un ricambio politico in cui spera di vincere; e ha molte probabilità di riuscirci, stando agli attuali sondaggi.
Le elezioni in Grecia ci interessano molto. Anche questo paese è investito da una crisi economica gravissima, che il diktat dell’Unione Europea non ha fatto in questi ultimi anni che aggravare. Perché ha dato priorità al salvataggio delle banche anziché investire per avviare una ripresa che ridia fiato all’economia del paese ed allevii le drammatiche difficoltà in cui versa oramai la popolazione vittima degli inumani tagli operati nel bilancio dei servizi essenziali alla sopravvivenza. L’Italia sta un po’ meglio, ma non molto. Una vittoria della sinistra in Grecia, e nel breve periodo in Spagna (anche lì la nuova sinistra nata dai movimenti di lotta è in vantaggio) potrebbe spingere anche l’Italia a imboccare un’altra strada. Innanzitutto dando vita ad un blocco mediterraneo forte, perché unito, di un potere contrattuale sufficiente a trattare con i paesi forti del nord Europa, quelli che non intendono adottare una politica di solidarietà in nome della quale l’Unione Europea era nata.
Ma c’è un’altra ragione per cui quanto accade in Grecia ci interessa. Syriza, il partito che è riuscito ad unificare i tanti spezzoni della sinistra greca, rappresenta un bell’esempio per la nostra frammentata sinistra italiana. C’è riuscita soprattutto perché ha innescato un comune lavoro sul territorio, in cui si è via via ricostituita una comunità politica che lì non esisteva più, e da noi non esiste più da tempo. Quanto ha fatto è molto semplice: nella disperata situazione in cui la popolazione si è trovata ha riproposto un’esperienza che fu del movimento operaio alle sue origini – le società di mutuo soccorso – e, in altre forme, del meglio dell’associazionismo cattolico. Ha cioè assolto ad una funzione di supplenza attraverso un intelligente volontariato: allestendo mense permanenti, centri medici, dispensari farmaceutici, assistenza. È su questo terreno che si è cementata l’unità. È una buona lezione per tutti noi.☺
Rinnovo con piacere l’abbonamento. Siete una voce necessaria in un Molise omologato e incapace di uno scatto avanti. Cercate di peggiorare!
Marco – Verona
Faccio l’abbonamento autolesionista, perché un po’ lo siete anche voi. Meno male che non vi sta bene niente. Neppure una giunta regionale sedicente di sinistra ferma le vostre boccacce. Continuate ad intingere le penne nell’arsenico.
Agata – Foggia
Siamo in crisi profonda, ma se non posso mangiare almeno leggo e la rabbia seda anche la fame. Aspetto sempre con piacere l’arrivo della rivista. Non poche volte le poste con gli inspiegabili ritardi ce la mettono tutta per farmi disperare. Con un po’ di sacrifici rinnovo l’abbonamento.
Claudia – Ripalimosani
Siete un po’ ripetitivi, comunque a vostra discolpa c’è che trattate temi che non si trovano abitualmente in altre riviste. Complimenti a quelli che ci scrivono, soprattutto alle donne. Coniugano a meraviglia tenerezza e aggressività. Rinnovo anche per darvi un po’ di ossigeno e regalo l’abbonamento a tre miei amici sparsi per l’Italia. Buon proseguimento.
Marta – CB
Quando questo numero di la fonte uscirà si saprà già, forse, se la Grecia andrà o meno al voto alla fine di gennaio. Lunedì 8 dicembre, infatti, proprio mentre ero ad Atene per partecipare ad una iniziativa di Syriza – il partito della sinistra greca – il presidente del consiglio, l’esponente della destra Samaras – ha deciso di anticipare l’elezione del Presidente della Repubblica. E poiché la destra non ha nel parlamento i voti necessari ad eleggerlo – 154 anziché 180 – si dovrà andare – per legge – al voto entro un mese. Lo sapremo il 29 dicembre. Quanto alla sinistra non intende protrarre oltre la fallimentare gestione della crisi operata dalla destra ed è dunque ben contenta che si vada ad un ricambio politico in cui spera di vincere; e ha molte probabilità di riuscirci, stando agli attuali sondaggi.
Le elezioni in Grecia ci interessano molto. Anche questo paese è investito da una crisi economica gravissima, che il diktat dell’Unione Europea non ha fatto in questi ultimi anni che aggravare. Perché ha dato priorità al salvataggio delle banche anziché investire per avviare una ripresa che ridia fiato all’economia del paese ed allevii le drammatiche difficoltà in cui versa oramai la popolazione vittima degli inumani tagli operati nel bilancio dei servizi essenziali alla sopravvivenza. L’Italia sta un po’ meglio, ma non molto. Una vittoria della sinistra in Grecia, e nel breve periodo in Spagna (anche lì la nuova sinistra nata dai movimenti di lotta è in vantaggio) potrebbe spingere anche l’Italia a imboccare un’altra strada. Innanzitutto dando vita ad un blocco mediterraneo forte, perché unito, di un potere contrattuale sufficiente a trattare con i paesi forti del nord Europa, quelli che non intendono adottare una politica di solidarietà in nome della quale l’Unione Europea era nata.
Ma c’è un’altra ragione per cui quanto accade in Grecia ci interessa. Syriza, il partito che è riuscito ad unificare i tanti spezzoni della sinistra greca, rappresenta un bell’esempio per la nostra frammentata sinistra italiana. C’è riuscita soprattutto perché ha innescato un comune lavoro sul territorio, in cui si è via via ricostituita una comunità politica che lì non esisteva più, e da noi non esiste più da tempo. Quanto ha fatto è molto semplice: nella disperata situazione in cui la popolazione si è trovata ha riproposto un’esperienza che fu del movimento operaio alle sue origini – le società di mutuo soccorso – e, in altre forme, del meglio dell’associazionismo cattolico. Ha cioè assolto ad una funzione di supplenza attraverso un intelligente volontariato: allestendo mense permanenti, centri medici, dispensari farmaceutici, assistenza. È su questo terreno che si è cementata l’unità. È una buona lezione per tutti noi.☺
Rinnovo con piacere l’abbonamento. Siete una voce necessaria in un Molise omologato e incapace di uno scatto avanti. Cercate di peggiorare!
Marco – Verona
Faccio l’abbonamento autolesionista, perché un po’ lo siete anche voi. Meno male che non vi sta bene niente. Neppure una giunta regionale sedicente di sinistra ferma le vostre boccacce. Continuate ad intingere le penne nell’arsenico.
Agata – Foggia
Siamo in crisi profonda, ma se non posso mangiare almeno leggo e la rabbia seda anche la fame. Aspetto sempre con piacere l’arrivo della rivista. Non poche volte le poste con gli inspiegabili ritardi ce la mettono tutta per farmi disperare. Con un po’ di sacrifici rinnovo l’abbonamento.
Claudia – Ripalimosani
Siete un po’ ripetitivi, comunque a vostra discolpa c’è che trattate temi che non si trovano abitualmente in altre riviste. Complimenti a quelli che ci scrivono, soprattutto alle donne. Coniugano a meraviglia tenerezza e aggressività. Rinnovo anche per darvi un po’ di ossigeno e regalo l’abbonamento a tre miei amici sparsi per l’Italia. Buon proseguimento.
Quando questo numero di la fonte uscirà si saprà già, forse, se la Grecia andrà o meno al voto alla fine di gennaio.
Quando questo numero di la fonte uscirà si saprà già, forse, se la Grecia andrà o meno al voto alla fine di gennaio. Lunedì 8 dicembre, infatti, proprio mentre ero ad Atene per partecipare ad una iniziativa di Syriza – il partito della sinistra greca – il presidente del consiglio, l’esponente della destra Samaras – ha deciso di anticipare l’elezione del Presidente della Repubblica. E poiché la destra non ha nel parlamento i voti necessari ad eleggerlo – 154 anziché 180 – si dovrà andare – per legge – al voto entro un mese. Lo sapremo il 29 dicembre. Quanto alla sinistra non intende protrarre oltre la fallimentare gestione della crisi operata dalla destra ed è dunque ben contenta che si vada ad un ricambio politico in cui spera di vincere; e ha molte probabilità di riuscirci, stando agli attuali sondaggi.
Le elezioni in Grecia ci interessano molto. Anche questo paese è investito da una crisi economica gravissima, che il diktat dell’Unione Europea non ha fatto in questi ultimi anni che aggravare. Perché ha dato priorità al salvataggio delle banche anziché investire per avviare una ripresa che ridia fiato all’economia del paese ed allevii le drammatiche difficoltà in cui versa oramai la popolazione vittima degli inumani tagli operati nel bilancio dei servizi essenziali alla sopravvivenza. L’Italia sta un po’ meglio, ma non molto. Una vittoria della sinistra in Grecia, e nel breve periodo in Spagna (anche lì la nuova sinistra nata dai movimenti di lotta è in vantaggio) potrebbe spingere anche l’Italia a imboccare un’altra strada. Innanzitutto dando vita ad un blocco mediterraneo forte, perché unito, di un potere contrattuale sufficiente a trattare con i paesi forti del nord Europa, quelli che non intendono adottare una politica di solidarietà in nome della quale l’Unione Europea era nata.
Ma c’è un’altra ragione per cui quanto accade in Grecia ci interessa. Syriza, il partito che è riuscito ad unificare i tanti spezzoni della sinistra greca, rappresenta un bell’esempio per la nostra frammentata sinistra italiana. C’è riuscita soprattutto perché ha innescato un comune lavoro sul territorio, in cui si è via via ricostituita una comunità politica che lì non esisteva più, e da noi non esiste più da tempo. Quanto ha fatto è molto semplice: nella disperata situazione in cui la popolazione si è trovata ha riproposto un’esperienza che fu del movimento operaio alle sue origini – le società di mutuo soccorso – e, in altre forme, del meglio dell’associazionismo cattolico. Ha cioè assolto ad una funzione di supplenza attraverso un intelligente volontariato: allestendo mense permanenti, centri medici, dispensari farmaceutici, assistenza. È su questo terreno che si è cementata l’unità. È una buona lezione per tutti noi.☺
Rinnovo con piacere l’abbonamento. Siete una voce necessaria in un Molise omologato e incapace di uno scatto avanti. Cercate di peggiorare!
Marco – Verona
Faccio l’abbonamento autolesionista, perché un po’ lo siete anche voi. Meno male che non vi sta bene niente. Neppure una giunta regionale sedicente di sinistra ferma le vostre boccacce. Continuate ad intingere le penne nell’arsenico.
Agata – Foggia
Siamo in crisi profonda, ma se non posso mangiare almeno leggo e la rabbia seda anche la fame. Aspetto sempre con piacere l’arrivo della rivista. Non poche volte le poste con gli inspiegabili ritardi ce la mettono tutta per farmi disperare. Con un po’ di sacrifici rinnovo l’abbonamento.
Claudia – Ripalimosani
Siete un po’ ripetitivi, comunque a vostra discolpa c’è che trattate temi che non si trovano abitualmente in altre riviste. Complimenti a quelli che ci scrivono, soprattutto alle donne. Coniugano a meraviglia tenerezza e aggressività. Rinnovo anche per darvi un po’ di ossigeno e regalo l’abbonamento a tre miei amici sparsi per l’Italia. Buon proseguimento.
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