La manna in più marcisce
13 Maggio 2021
laFonteTV (3191 articles)
Share

La manna in più marcisce

Non è un segreto il fatto che lo Stato alle banche abbia consentito di sottoporre a pignoramento appartamenti o alcuni beni patrimoniali, quali mobili, automobili, oggetti di valore o utensili domestici di vario genere, riducendo le famiglie, morose per tante e motivate ragioni, in condizioni di estrema sofferenza, come, per esempio, il vivere sotto i ponti o nelle stazioni ferroviarie.

Un signore di mia conoscenza, esecutore dei progetti di vendita di banche, più volte mi ha detto che una banca può arrivare a disporre di moltissime case, che vengono vendute ad un prezzo da questa stabilito secondo le stime di mercato, o possono restare abbandonate. Alle banche non importa nulla se queste operazioni mercantilistiche non comportino immediati guadagni. Ne hanno tanti! Queste proprietà stanno lì, dentro i loro forzieri, in attesa di nuovi spregiudicati acquirenti, che naturalmente, e molto spesso, finiscono con l’essere gli stessi istituti bancari…

È ovvio, come è normale, pensare che il prezzo stabilito è per ricchi o per spavaldi e poco onesti speculatori; la valutazione che si fa di queste case per le giovani coppie, che cercano casa, non è sicuramente proponibile.

Lo Stato ha avuto sempre un’ attenzione particolare per gli istituti bancari, perché si potessero risollevare soprattutto dalla terribile crisi finanziaria del 2007/2008 che ne ha messo in ginocchio tante; ma queste non si sono certamente fatte scrupolo di mettere in mezzo alla strada intere famiglie, anche con bambini minorenni. È tempo di salvaguardare non le banche ma i risparmiatori ingannati e la dignità delle persone e delle famiglie.

Da quanti lavorano nel settore bancario mi viene detto che gli istituti bancari applicano la legge. Ma può essere ritenuta giusta una legge che emargina uomini, donne e bambini, scaraventandoli per strada e riducendoli in assoluta povertà? Da giornali e telegiornali apprendiamo che il governo nazionale, a causa della pandemia da Covid 19, ha deliberato la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e degli affitti a causa della perdita del lavoro; ma è proprio vero che il pagamento delle rate dei mutui sia stato sospeso?

Il coronavirus ha creato una terribile emergenza sanitaria, una penosa interruzione delle attività lavorative che hanno determinato, di conseguenza, gli sfratti. E il diritto alla casa non esiste più? Al di là della visione economicistica che le banche hanno della realtà, è giusto incontrare le persone singole o i nuclei familiari che dormono al freddo, a terra, in macchine o in roulotte abbandonate, oppure che si sistemano dentro ruderi semi-pericolanti senza alcun conforto.

“Non hanno pagato!”. Questo è il motivo per cui le banche chiedono l’ intervento delle forze dell’ordine per assicurarsi proprietà letteralmente estorte a chi è in grave affanno economico, sociale ed anche psicologico. È immorale che le case delle famiglie in difficoltà, o in questi frangenti morose, siano destinate in modo inopportuno e sconveniente, attraverso gli istituti bancari, alle speculazioni edilizie, e tra l’altro anche finalizzate a favorire le vacanze di quanti, pur in tempo di coronavirus, se lo possono permettere!

Al “grido disperato dei poveri” oggi lo Stato risponde giustificando e favorendo le banche, abbandonando le fasce socialmente più povere e sofferenti, immiseritesi per la pandemia e magari anche condannate penalmente per la loro insolvenza finanziaria. Dio ascolta il “grido dei poveri”. Lo Stato quando si decide a farlo?

Per quali le ragioni le banche pignorano le case dei cosiddetti “morosi”? Approfittando della loro penosa condizione sociale gli istituti bancari si appropriano indebitamente di un bene che non è il loro, assecondando il calcolo freddo, ragionieristico di un computer. Ai sentimenti, agli stati d’animo, alle passioni degli uomini rispondiamo utilizzando le cosiddette “intelligenze artificiali” che non possono esprimere né rivelare sensazioni! Questa è la risposta che da molti anni a questa parte l’impostazione capitalistica del lavoro offre alle coscienze, alle sensibilità, agli affanni del cuore e allo sconforto della mente.

Un collaboratore delle banche mi confidava: “Se trovo i documenti che servono alla banca, ci guadagno anch’io”. Ma quanta gente deve nutrirsi di beni estorti a chi ha già pagato tante rate, ma che poi è caduto in disgrazia, perché licenziato?Abnormi interessi e la logica del profitto provocano disuguaglianze, ingiustizie, sofferenze atroci, che alimentano depressioni, un forte e lacerante disagio sociale, violente manifestazioni di piazza contro le forze dell’ordine.

Lo Stato dovrebbe acquistare tutte le case pignorate dalle banche e restituirle a quanti ne sono stati privati dall’ingordigia delle stesse banche. Ci sono migliaia di appartamenti, di alloggi che sono inutilizzati e vuoti. E intanto assistiamo spesso, impotenti o indifferenti, al comportamento di quanti – banche o soggetti privati – praticano l’usura e lo strozzinaggio che vanno ad alimentare l’ingiustizia di chi si arricchisce sulle nuove  e vecchie povertà.

È necessario opporsi all’ingordigia per il denaro: lo insegna il Signore, quando al suo popolo dona la manna per cibarsi del necessario: “Quella presa in più marcisce” (Esodo, 16, 19-20).☺

 

 

laFonteTV

laFonteTV