
La papera non galleggia
Da quanto deciso dal consiglio regionale del Molise, in merito alla vita dei consorzi di bonifica integrale, è di palmare evidenza che il ruolo dell’assessore all’ Agricoltura, in questa materia, è fondamentale. Va precisato che i consorzi di bonifica, organismi democraticamente eletti, sono stati istituiti in quanto funzionali allo sviluppo dell’ agricoltura: la giunta decide su proposta del responsabile di quel settore, che tra le altre cose tira fuori anche i quattrini per realizzarla. Mi riferisco alla delibera del 3 giugno scorso, assunta all’unanimità dalla giunta regionale e avente ad oggetto la designazione del Commissario unico dei consorzi di bonifica del Basso Molise, da anni commissariati. L’unico assente a questa importante assise, importante per noi, l’assessore all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, al quale non è stata data la possibilità di esprimere il suo consenso sul tema per il quale ha sempre dimostrato una granitica fedeltà alla giunta di cui è membro, visto che lo stesso giorno sono stati assunti due provvedimenti aventi entrambi rilevanza nel settore che guida e per i quali fino ad oggi registriamo un suo garbato disinteresse.
Abbiamo invece notato che qualche Sorella d’Italia, con dichiarazioni al vetriolo di salviniana memoria, sui media e non in Consiglio, si appella ai cittadini e agli agricoltori: capisco che le elezioni sono vicine, ma l’appello avrebbe dovuto rivolgerlo al suo Presidente e alla sua maggioranza, quelli sì che possono: i cittadini e gli agricoltori sono ormai stanchi dei trucchi, dei travestimenti e soprattutto di protestare. Ma veniamo al succo di questa querelle che va avanti ormai da più di vent’ anni. Alla vicina Puglia occorrono oltre 50 milioni di mc di acqua ogni anno perché l’acqua del lago di Occhito, sempre in terra molisana, oltre 200 milioni di mc annui, non sono sufficienti a soddisfare le esigenze del potabile oltre a quello agricolo. Oltre venti anni orsono la Regione venne commissariata ed i Prefetti di Campobasso e Foggia inviarono le autocisterne per attingere acqua dal Liscione perché l’allora presidente Di Stasi si rifiutò di cedere alle pressioni del presidente Fitto il quale, nella programmazione dei fondi europei, tra le altre cose, aveva inserito numerosi campi da golf da innaffiare con l’acqua del Liscione. Oggi ci chiedono più compostamente acqua per dissetare la Capitanata con una condotta da 10 Km per collegare la nostra rete all’impianto di potabilizzazione di Fi- nocchito e utilizzare per l’irrigazione tutto ciò che si accumula nell’ invaso di Occhito. In buona sostanza, ma questo non lo dicono loro, lo diciamo invece noi: gli amici pugliesi hanno deciso di dedicarsi all’orticoltura, più redditizia dei cereali. Sostengono ancora gli amici della Capitanata che noi, nel Basso Molise, non avendo terreni infrastrutturati per l’agricoltura, buttiamo a mare oltre 200 milioni di mc di acqua. Questo discorso rilanciato dai media pugliesi sulla base di anticipazioni rese dal Presidente del consorzio di bonifica della capitanata, De Filippo, chiarisce un punto essenziale e cioè che l’intesa tra i due presidenti Toma ed Emiliano già è stata siglata e che all’incontro tecnico, fissato per mercoledì 10 corrente mese, a Foggia presso il Salone del Consorzio di Bonifica della Capitanata si procederà, con il nuovo Commissario dei Consorzi di bonifica del Molise, dott. Fabio Rastelli, a definire i dettagli dell’affaire (acqua alla Puglia).
Quella che poteva sembrare una normale deliberazione per la sostituzione di un Commissario dimissionario contiene in sé una decisione di importanza storica non solo per il Basso Molise ma per la Regione stessa: per l’agricoltura che ha bisogno di tanta acqua nelle zone ancora prive d’interventi infrastrutturali; per gli allevamenti sempre più bisognosi di acqua; per l’industria e in particolare per Stellantis produttore di batterie che già mette le mani avanti in caso di mancanza di acqua, bene di primaria importanza per quel tipo di produzione. Tutto ciò è contenuto nelle poche righe del predetto atto rivolto al nuovo Commissario e che recita testualmente: “completare il percorso di riallineamento dei Bilanci, per effetto delle perdite accumulate negli ultimi anni, la risoluzione di posizioni debitorie e creditorie incagliate, particolarmente aggravate dagli effetti della pandemia e del conflitto in corso nonché il prosieguo delle iniziative inerenti al completamento e alla regolarizzazione dell’intervento d’i rrigazione, finanziato con Legge Obiettivo e l’eventuale progetto strategico di investimenti di rilevanza interregionale, denominato: ‘Interconnessione Ponte Liscione/ Finoc- chito’”. A decidere di vendere o regalare acqua, che di per sé non è un delitto, non sarà un organismo democraticamente eletto, ma un funzionario dello Stato, estraneo per la sua funzione a decisioni di questo tipo. Volevano trovare un tappo per richiudere il vaso di Pandora e hanno trovato un esperto.
I fatti narrati meritano un severo accertamento giudiziario e bene ha fatto Salvatore Ciocca, ex consigliere regionale, a trasmettere gli atti all’autorità giudiziaria.☺
“La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale per le Politiche agricole ed agroalimentari, la programmazione forestale, lo sviluppo rurale, la pesca produttiva e la tutela dell’ambiente, sentito il parere della Consulta regionale per la bonifica e l’irrigazione di cui all’articolo 32 della legge regionale n. 42/2005, approva il progetto di fusione, assegnando le risorse umane, strumentali e finanziarie al Consorzio istituito” (Legge Regionale 24 gennaio 2018, n.1 art. 27 bis, comma V°).