la parola e la menzogna di Renato Di Nicola | La Fonte TV
Papa Bergoglio, secondo una rivista latino-americana, si è lasciato andare ad una esternazione contro una lobby gay che in Vaticano condizionerebbe di molto la politica spirituale, organizzativa ed economica della nazione cattolica. Questo Papa, che per rispetto a Francesco d’Assisi, continuo a chiamare Bergoglio, dovrebbe chiarire cosa volesse dire. Intanto, già circolano due interpretazioni.
Una sottolinea come il “santo” padre, volendo parlare in generale delle lobby che asfissiano il Vaticano e che bloccano i cambiamenti curiali, abbia fatto l’esempio di quella Gay. Aver identificato, anche se solo per fare un esempio, come gay una lobby, è indice del profondo senso di discriminazione introiettata. D’ altronde, anche il “dagli al frocio!” dei meno acculturati è spesso considerata una semplice espressione colorita. Forse non è così, forse bisognava alzare un polverone per depistare l’ attenzione: meglio parlare dei gay che dei peccati finanziari della Chiesa che fu di Cristo.
L’altra interpretazione afferma perentoria che è proprio della lobby gay che voleva parlare il Papa. In questo caso potremmo pensare che in Curia esista una minoranza sessuale che, discriminata dentro come fuori dal Vaticano, abbia cercato nel tempo di difendersi creando una lobby poi divenuta troppo potente. Non capiamo perché questa lobby non sia riuscita ad attenuare gli strali della Chiesa cattolica contro i diritti a favore dei gay. Allo stesso tempo però, sappiamo che probabilmente una minoranza, una volta soddisfatto e garantito il proprio desiderio sessuale al chiuso delle stanza vaticane (o appena fuori?), ha patteggiato per evitare la gogna, schierandosi tra coloro che più ferocemente di altri attaccano gli omosessuali fuori dalle mura.
In entrambe le ipotesi, tutto ciò è imbarazzante. Tutto gira intorno ad un Papa come Bergoglio che, in una Argentina uscita da una drammatica dittatura durata 30 anni e da una crisi economica sociale tremenda, non ha mai condannato né i militari assassini né chi ha venduto il Paese ai poteri finanziari e stranieri. Allo stesso tempo, si è opposto come nessuno in America Latina ai diritti dei gay e con veemenza inusitata ha urlato per anni nelle piazze e sui giornali contro il mondo GLBT ed i governi laici. D’altronde nel giorno della sua elezione a Papa, i militari assassini, in tribunale sotto processo per crimini contro l’umanità, hanno orgogliosamente messo una coccarda con i colori vaticani al petto e non ci sembra ci sia stato alcun commento del “santo” padre. In attesa della fine degli annunci pubblicitari ed ideologici e che nomi e fatti sulla famosa “lobby Gay” vengano pubblicati, si può anche fare una terza ipotesi sulle dichiarazioni del Bergoglio alla rivista latino-americana. Forse (per ignoranza o per calcolo) non voleva parlare della lobby gay, ma della lobby dei pedofili. D’altronde non solo Bergoglio, ma molti alti e bassi prelati volutamente, sapendo di fare solo del male, confondono da anni il termine gay con quello di pedofilo! Da uno dei più potenti sovrani del mondo e da chi deve prendere in prestito il nome più evangelico del panorama italiano per rifarsi il trucco, non possiamo aspettarci ignoranza. Se però ignoranza fosse e si trattasse di pedofili, consigliamo a Bergoglio di consegnare per intero la lobby pedofila alla polizia ed alla magistratura italiana (dato che di quella vaticana ci fidiamo ancora meno), insieme a coloro che vescovi non sono, ma che, pur rei-confessi, vengono ancora protetti.
Renato Di Nicola
kabawil@hotmail.com
Papa Bergoglio, secondo una rivista latino-americana, si è lasciato andare ad una esternazione contro una lobby gay che in Vaticano condizionerebbe di molto la politica spirituale, organizzativa ed economica della nazione cattolica. Questo Papa, che per rispetto a Francesco d’Assisi, continuo a chiamare Bergoglio, dovrebbe chiarire cosa volesse dire. Intanto, già circolano due interpretazioni.
Una sottolinea come il “santo” padre, volendo parlare in generale delle lobby che asfissiano il Vaticano e che bloccano i cambiamenti curiali, abbia fatto l’esempio di quella Gay. Aver identificato, anche se solo per fare un esempio, come gay una lobby, è indice del profondo senso di discriminazione introiettata. D’ altronde, anche il “dagli al frocio!” dei meno acculturati è spesso considerata una semplice espressione colorita. Forse non è così, forse bisognava alzare un polverone per depistare l’ attenzione: meglio parlare dei gay che dei peccati finanziari della Chiesa che fu di Cristo.
L’altra interpretazione afferma perentoria che è proprio della lobby gay che voleva parlare il Papa. In questo caso potremmo pensare che in Curia esista una minoranza sessuale che, discriminata dentro come fuori dal Vaticano, abbia cercato nel tempo di difendersi creando una lobby poi divenuta troppo potente. Non capiamo perché questa lobby non sia riuscita ad attenuare gli strali della Chiesa cattolica contro i diritti a favore dei gay. Allo stesso tempo però, sappiamo che probabilmente una minoranza, una volta soddisfatto e garantito il proprio desiderio sessuale al chiuso delle stanza vaticane (o appena fuori?), ha patteggiato per evitare la gogna, schierandosi tra coloro che più ferocemente di altri attaccano gli omosessuali fuori dalle mura.
In entrambe le ipotesi, tutto ciò è imbarazzante. Tutto gira intorno ad un Papa come Bergoglio che, in una Argentina uscita da una drammatica dittatura durata 30 anni e da una crisi economica sociale tremenda, non ha mai condannato né i militari assassini né chi ha venduto il Paese ai poteri finanziari e stranieri. Allo stesso tempo, si è opposto come nessuno in America Latina ai diritti dei gay e con veemenza inusitata ha urlato per anni nelle piazze e sui giornali contro il mondo GLBT ed i governi laici. D’altronde nel giorno della sua elezione a Papa, i militari assassini, in tribunale sotto processo per crimini contro l’umanità, hanno orgogliosamente messo una coccarda con i colori vaticani al petto e non ci sembra ci sia stato alcun commento del “santo” padre. In attesa della fine degli annunci pubblicitari ed ideologici e che nomi e fatti sulla famosa “lobby Gay” vengano pubblicati, si può anche fare una terza ipotesi sulle dichiarazioni del Bergoglio alla rivista latino-americana. Forse (per ignoranza o per calcolo) non voleva parlare della lobby gay, ma della lobby dei pedofili. D’altronde non solo Bergoglio, ma molti alti e bassi prelati volutamente, sapendo di fare solo del male, confondono da anni il termine gay con quello di pedofilo! Da uno dei più potenti sovrani del mondo e da chi deve prendere in prestito il nome più evangelico del panorama italiano per rifarsi il trucco, non possiamo aspettarci ignoranza. Se però ignoranza fosse e si trattasse di pedofili, consigliamo a Bergoglio di consegnare per intero la lobby pedofila alla polizia ed alla magistratura italiana (dato che di quella vaticana ci fidiamo ancora meno), insieme a coloro che vescovi non sono, ma che, pur rei-confessi, vengono ancora protetti.
Papa Bergoglio, secondo una rivista latino-americana, si è lasciato andare ad una esternazione contro una lobby gay che in Vaticano condizionerebbe di molto la politica spirituale, organizzativa ed economica della nazione cattolica. Questo Papa, che per rispetto a Francesco d’Assisi, continuo a chiamare Bergoglio, dovrebbe chiarire cosa volesse dire. Intanto, già circolano due interpretazioni.
Una sottolinea come il “santo” padre, volendo parlare in generale delle lobby che asfissiano il Vaticano e che bloccano i cambiamenti curiali, abbia fatto l’esempio di quella Gay. Aver identificato, anche se solo per fare un esempio, come gay una lobby, è indice del profondo senso di discriminazione introiettata. D’ altronde, anche il “dagli al frocio!” dei meno acculturati è spesso considerata una semplice espressione colorita. Forse non è così, forse bisognava alzare un polverone per depistare l’ attenzione: meglio parlare dei gay che dei peccati finanziari della Chiesa che fu di Cristo.
L’altra interpretazione afferma perentoria che è proprio della lobby gay che voleva parlare il Papa. In questo caso potremmo pensare che in Curia esista una minoranza sessuale che, discriminata dentro come fuori dal Vaticano, abbia cercato nel tempo di difendersi creando una lobby poi divenuta troppo potente. Non capiamo perché questa lobby non sia riuscita ad attenuare gli strali della Chiesa cattolica contro i diritti a favore dei gay. Allo stesso tempo però, sappiamo che probabilmente una minoranza, una volta soddisfatto e garantito il proprio desiderio sessuale al chiuso delle stanza vaticane (o appena fuori?), ha patteggiato per evitare la gogna, schierandosi tra coloro che più ferocemente di altri attaccano gli omosessuali fuori dalle mura.
In entrambe le ipotesi, tutto ciò è imbarazzante. Tutto gira intorno ad un Papa come Bergoglio che, in una Argentina uscita da una drammatica dittatura durata 30 anni e da una crisi economica sociale tremenda, non ha mai condannato né i militari assassini né chi ha venduto il Paese ai poteri finanziari e stranieri. Allo stesso tempo, si è opposto come nessuno in America Latina ai diritti dei gay e con veemenza inusitata ha urlato per anni nelle piazze e sui giornali contro il mondo GLBT ed i governi laici. D’altronde nel giorno della sua elezione a Papa, i militari assassini, in tribunale sotto processo per crimini contro l’umanità, hanno orgogliosamente messo una coccarda con i colori vaticani al petto e non ci sembra ci sia stato alcun commento del “santo” padre. In attesa della fine degli annunci pubblicitari ed ideologici e che nomi e fatti sulla famosa “lobby Gay” vengano pubblicati, si può anche fare una terza ipotesi sulle dichiarazioni del Bergoglio alla rivista latino-americana. Forse (per ignoranza o per calcolo) non voleva parlare della lobby gay, ma della lobby dei pedofili. D’altronde non solo Bergoglio, ma molti alti e bassi prelati volutamente, sapendo di fare solo del male, confondono da anni il termine gay con quello di pedofilo! Da uno dei più potenti sovrani del mondo e da chi deve prendere in prestito il nome più evangelico del panorama italiano per rifarsi il trucco, non possiamo aspettarci ignoranza. Se però ignoranza fosse e si trattasse di pedofili, consigliamo a Bergoglio di consegnare per intero la lobby pedofila alla polizia ed alla magistratura italiana (dato che di quella vaticana ci fidiamo ancora meno), insieme a coloro che vescovi non sono, ma che, pur rei-confessi, vengono ancora protetti.
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