La poesia civile di Enzo Bacca: “saziami salmo”
La poesia civile di Enzo Bacca: “saziami salmo”
“canterò al Signore che mi ha beneficato”
Non sarà d’iniquo arciere
ultima freccia dritta al petto.
Il Signore dei giusti devierà il tratto
così che il dardo si perderà nel vento.
E il cuore rimarrà salvo.
Se la lingua sarà rogo d’altro legname
basterà una scintilla
al primo strofinare della pietra focaia sulle pule
per consegnare il danno agli inferi
il cuore impuro alla Geenna.
Né lacrime di “Megara” sazieranno ogni rigo d‘acero
ogni respiro di dolore.
Ma il Signore non tarderà a venire in trono e voce
e la cenere tornerà giunco saldo alla radice.
Luce nuova riempirà ogni scalfittura
e anfratti diroccati, dismessi, bombardati
saranno porte d’ingresso sui prati di ginestre
né voce d’empio eleverà canti ad altra partitura.
Ogni liturgia sarà stola da indossare al risveglio
pane di prima cottura e miele saranno Verbo e diletto,
ogni conforto sazierà il coro dei “distanti” d’altra natura.
Raggiungerò la tenda, prima o poi, seppure scalzo
di primo mattino, genuflesso, volto alla terra
battendo pugni al torace (capo cosparso d’altra cenere).
Il segno di Dio guiderà il sentiero.
Non è poi così lontana l’oasi dove piantai il ginepro
quando la mia gente copriva il giorno con danze
e omaggi floreali al cielo, alle giovani spose.
Il salmo che mi donò il Verbo
sazierà la fame di verità, ogni dubbio, ogni carestia.
Il suono dello shofàr a distesa
sulla distesa d’uomini e donne orfani del nido
soffio di creazione sui corpi da partorire.
Non sempre sulla via ho trovato fiori e mani tese
e troppa gente per strada alza inni al vitello d’oro.
Signore
“ci proteggerai da questa gente, per sempre,
anche se attorno si aggirano i malvagi
e cresce la corruzione in mezzo agli uomini”.
Sàziami salmo d’una vita (piena) davanti a Dio.
