la resa dei conti     di Domenico D’Adamo
29 Settembre 2012 Share

la resa dei conti di Domenico D’Adamo

 

Dieci anni ci sono voluti alla magistratura molisana per arrivare alla richiesta di rinvio a giudizio del Commissario delegato alla ricostruzione post-sisma per fatti che questa rivista denuncia sin dal 2004.

terremoto

Non che si sia trattato di indagini complesse per  giungere all’ipotesi di abuso di ufficio contestato al governatore Iorio, eppure è passato tanto tempo per interpretare qualche legge e per fare due conti. L’accusa mossa dal dr. Papa al commissario è appunto quella di avere esteso l’area del cratere sismico senza averne la competenza – (sarebbero bastati alcuni giorni di studio per capirlo ma va  da sé che la giustizia è lenta specialmente quando ad essere inquisiti sono i potenti) – al fine di acquisire consenso elettorale, cosa che sarebbe puntualmente accaduta nella tornata elettorale del 2006. L’indiziato, secondo l’accusa, avrebbe fatto spendere allo stato 154 milioni di euro per lavori eseguiti fuori dalle zone del cratere sismico, definito dal presidente del consiglio dell’epoca, arrecando danno anche ai 14 comuni, indicati dal governo Berlusconi, che a tutt’oggi non completano la ricostruzione. Trecento miliardi di vecchie lire spese per retribuire tecnici, progettisti e imprese che hanno realizzato opere le quali non avrebbero avuto diritto al contributo pubblico se Iorio non avesse firmato i decreti 5 e 7, oltre all’ordinanza n. 13 del 2003. L’allora capo della protezione civile, Guido Bertolaso, anch’egli indiziato di reato nello stesso procedimento, contestò subito, seppur con estrema discrezione, l’incompetenza del commissario Iorio ad emettere provvedimenti estensivi dell’area del cratere sismico, così come fece anche la commissione ispettiva nominata da Prodi, la quale, oltre a considerare detti decreti viziati da profili di illegittimità, ritenne la citata ordinanza incongrua rispetto al mandato ricevuto. Dopo tanti anni di gioco delle parti sapremo finalmente chi ha lavorato per chi e, dalla eventuale costituzione di Parte civile nel processo penale, capiremo quanto i 14 sindaci del cratere hanno amato ed amano i propri cittadini o invece quanto erano e sono innamorati del loro governatore. A causa di questa allegra gestione, la ricostruzione della sola classe A all’interno del cratere sismico è al 35%, mentre, per le altre classi, dopo dieci anni, è a zero. Volendo fare previsioni ottimistiche, la ricostruzione per la fascia A terminerà fra trent’anni, mentre per le altre contenderà il primato al terremoto del Belice. Il semigovernatore Iorio è soddisfatto del Modello Molise, tanto da partecipare la sua gioia con il libro bianco, pagato anche questo con i soldi dei terremotati.

zuccherificio

“Terremotati” sono anche i dipendenti dello Zuccherificio del Molise che non torneranno mai più a lavorare in quello stabilimento da quando il presidente Iorio e qualche suo amico imprenditore sono passati da quelle parti. Qui il semigovernatore, vestendo i panni del proprietario, non quelli del delegato, ha lavorato ancora contro gli interessi del Molise. In questi ultimi dieci anni i delegati del proprietario hanno accumulato 96 milioni di euro di debiti, tutti regolarmente registrati nel bilancio della società interamente controllata dalla regione Molise. Controllata si fa per dire perché, mentre il passivo corrisponde esattamente a quanto scritto nei libri contabili, per l’attivo, a voler essere ottimisti, il valore reale dei beni di proprietà della società non supera la metà di quanto stimato dagli apprezzati amici di Iorio. In casi come questo, il presidente della regione, proprietaria della SPA, chiede conto ai suoi delegati della incongruità del bilancio, si fa spiegare da ognuno  cosa ne è stato dei soldi che mancano e soprattutto chiarisce ai molisani, colpevoli unicamente di averlo votato, che per saldare quei debiti dovranno ancora una volta fare sacrifici, perché le somme iscritte nell’attivo del bilancio regionale, circa 25 milioni di euro, passeranno nel passivo, poiché crediti non più esigibili. E le vittime saranno i lavoratori dello zuccherificio che perderanno il lavoro, i cittadini molisani chiamati a sostenere la spesa, lo stato centrale e la commissione europea che hanno lautamente finanziato a perdere questa gloriosa impresa. Il semigovernatore è moderatamente soddisfatto per le ricercate soluzioni in ordine alla procedura concordataria (fallimento) che ha interessato l’azienda di proprietà della regione. Ma in questi dieci anni, in consiglio regionale, maggioranza e minoranza, si sono mai chiesti cosa succedeva allo Zuccherificio? O invece lo sapevano e gli stava bene? La moderata soddisfazione del governatore è costata ai  molisani circa 50 milioni di euro e pensare che il governo Monti per recuperare la stessa somma è stato costretto a chiudere circa 900 uffici giudiziari.

solagrital

Stessa sorte si sta prospettando per la SOLAGRITAL di Bojano dove ancora una volta, gli unici polli da spennare saranno quelli molisani. Ci chiediamo e vi chiediamo, ma è possibile che un semigovernatore, depotenziato per effetto di una sentenza che gli consente solo l’assunzione di provvedimenti urgenti, possa scaricare sulle casse regionali una enormità di debiti? In questi giorni il consiglio regionale ha riscoperto l’orgoglio molisano per la difesa dell’autonomia per le decisioni sulla sanità. Destra e sinistra insieme a difendere le decennali inadempienze del governo Iorio, questo sì che è un bel quadretto. Quando si battono tutti insieme in genere lo fanno per difendere i loro privilegi e questa volta non è diverso dalle altre. Non si spendono per il bene comune, lo fanno solo per tutelare interessi personali o clientelari, difendono il posto o quello dei loro amici. In questi dieci anni il centrodestra molisano ha dimostrato l’inadeguatezza a governare una regione che avrebbe delle potenzialità enormi da esprimere. Non si è registrato un solo risultato positivo  per sviluppo industriale, agricolo, di artigianato,  commercio o servizi.

Il centrosinistra ha brillato invece per l’assenza di proposte. In tutto questo tempo da Ruta, Leva e Frattura non abbiamo avuto la fortuna di sentire una sola proposta da opporre al malgoverno della destra. Quando questi signori  fingono di litigare, non lo fanno per promuovere un modello di sviluppo rispettoso degli interessi di tutti, una migliore qualità della democrazia, una diversa gestione del potere; lo fanno solo per cambiare di posto, sempre con l’intesa, bipartisan, di pararsi il culo.☺

domenicodadamo@alice.it

 

eoc

eoc