La rondine dei fiori
9 Settembre 2015 Share

La rondine dei fiori

“So perché sempre ad un pensier di cielo

misterioso il tuo pensier s’avvinca,

sì come stelo tu confondi a stelo,

vinca pervinca”

[…]

Così Giovanni Pascoli scriveva in una sua poesia intitolata Pervinca e tratta dalla raccolta Myricae, alludendo a due aspetti di questa pianta perenne, coltivata a scopo ornamentale per realizzare bordure di aiuole, ma anche spontanea e tipica del sottobosco, dove forma estesi tappeti sempreverdi. I fiori, che compaiono tra marzo e maggio (ma spesso è possibile una seconda fioritura in settembre), sono infatti caratterizzati da un colore azzurro-violetto, denominato blu-pervinca, che il poeta associa al cielo. La pianta, inoltre, si sviluppa da un sottile rizoma, da cui hanno origine due tipi di fusti: quelli fertili, eretti, che producono i fiori, e quelli striscianti, che portano le foglie ellittiche, coriacee e lucide nella pagina superiore, e che hanno la capacità di radicare in corrispondenza dei nodi. Il suo nome latino Vinca pervinca deriva dal verbo vincire, cioè “legare”, perché i lunghi fusti striscianti si avvincono alla terra con le radici, come Pascoli ricorda con il verso “vinca pervinca”.

Esistono due specie di questa pianta: la pervinca maggiore (Vinca maior) e la pervinca minore (Vinca minor). Entrambe appartengono alla famiglia delle Apocinacee e differiscono soltanto per la dimensione delle foglie e dei fiori. In Russia la fioritura è considerata annunciatrice della bella stagione e per questo la pianta è soprannominata “la rondine dei fiori”.

La pervinca necessita di una posizione il più possibile ombreggiata. Cresce bene in qualsiasi tipo di terreno da giardino, meglio se un po’ acido, purché sia ben drenato. L’ideale è terriccio di foglie con aggiunta di torba e terra di bosco. Il periodo migliore per la messa a dimora è l’inizio della primavera. Se le piante troveranno il loro habitat ideale, non avranno difficoltà ad espandersi velocemente e a colonizzare tutta l’area che si voleva dedicare loro. Le pervinche sono molto rustiche e perciò non necessitano di particolari cure.

Fin dall’antichità la medicina popolare usa le foglie e la parte aerea della pianta in infuso e in tintura vinosa per stimolare le funzioni digestive. Per uso esterno l’infuso viene utilizzato per trattare pelli arrossate, eczemi, foruncoli e dermatosi. In neuropatia invece la pianta è impiegata nel trattamento di anemia, astenia, disturbi della memoria e della concentrazione. In quanto fonte dell’ alcaloide vincamina, viene sfruttata nell’ industria farmaceutica come stimolante cerebrale e come vasodilatatore nella cura dell’ipertensione.

Ma attenzione ad usarla sempre con cautela e solo dietro prescrizione, sotto il controllo del medico e dell’erborista. La pervinca infatti è considerata una pianta tossica per la presenza di vincristina. In caso di assunzione di parti della pianta, i primi sintomi sono a carico dell’apparato digerente: nausea e vomito; successivamente possono manifestarsi cefalee, insonnia, febbre, convulsioni e coma.

La pervinca è stata la pianta prediletta da Jean Jacques Rousseau e presso i Celti era particolarmente cara agli stregoni, che la utilizzavano per preparare pozioni e infusi. Nell’antichità i suoi fiori venivano sparsi davanti agli sposi come gesto benaugurante. Mentre i suoi rami venivano incrociati per ricavarne corone da porre sulle tombe. Il valore simbolico della pervinca è infatti legato alla memoria: regalare una pervinca esprime il desiderio di lasciare e conservare un dolce ricordo.☺

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