Grande euforia nel cratere da quando i beati Angelo Michele da Morrone e Sabrina da Monte Arcano hanno comunicato alla stampa molisana, la stessa che ai politici non fa mai domande, che la vergine di Arcore ha fatto il miracolo. Dopo l’annuncio, urbi et orbi, dell’emenda- mento salva Molise inserito dal Governo nel “decreto anticrisi”, norma che assegna ai molisani dei 14 comuni più colpiti dall’evento sismico le stesse agevolazioni concesse ai terremotati di Umbria e Marche, manca solo che i devoti pellegrini del cratere si rechino in ginocchio al santuario di via XXIV Maggio, in quel di Campobasso, per ringraziare il Santo. Alla notizia dello strabiliante avvenimento, qualcuno lo ha definito di portata storica, i Sindaci che si erano dimessi dalla carica, in quanto delusi della scarsa attenzione prestata al problema dalle istituzioni, hanno sollecitamente ringraziato e sono tutti ritornati al loro posto. Per la verità qualcuno di loro non si è neanche scomodato a fare la mossa di dimettersi e quindi ha solo ringraziato. Anche qualche parlamentare dell’altro schieramento si è complimentato col Governo per il “passo in avanti”, pur esprimendo qualche riserva sul mancato stanziamento di fondi per la prosecuzione dei lavori di ricostruzione, nella legge di bilancio per il 2009.
Ma è veramente oro tutto ciò che luccica? Per capirlo è bastato partecipare all’incontro organizzato dagli imprenditori del cratere, nel centro comunitario di S. Croce di Magliano, dove numerosi esperti tributaristi, insieme al Sindaco che li ospitava, si sono dichiarati del tutto insoddisfatti del provvedimento approvato dal Parlamento. Forse perché atei oppure comunisti, ma loro ai miracoli proprio non credono. Ormai è abbastanza chiaro che il decreto anticrisi non risolve nessun problema a quelli che la crisi la stanno sopportando e l’emendamento salva Molise ha il solo merito di aver salvato i sindaci dal rischio di rimetterci il posto.
Nessuno ha mai creduto veramente che i Sindaci avrebbero confermato le loro dimissioni, anche in assenza di qualsiasi provvedimento a favore delle popolazioni colpite, figuriamoci in presenza di una misura placebo, che viene presentata come il miracolo di San Silvio. Il Sindaco Marino ha addirittura comunicato che la stragrande maggioranza dei suoi colleghi del cratere sono disponibili ad azioni durissime, eppure non si comprende perché gli stessi si sono affrettati a ritirare le dimissioni sulla base di un atto di fede verso i beati di cui sopra. Che il provvedimento per la decurtazione del 60% di tributi e contributi, dilazionati in 120 rate mensili, sia insufficiente e per certi versi peggiorativo rispetto alle precedenti disposizioni normative, lo dicono gli imprenditori e gli artigiani molisani che non sono certo nelle condizioni di restituire rate così pesanti in un momento economico difficile per tutti. Figuriamoci per i terremotati! Restituire il 40% del dovuto in dieci anni risulta infatti più oneroso che restituire l’intero debito in un periodo più lungo ma con rate più basse. Oggi cento euro al mese in meno per una famiglia che vive con uno stipendio di 1200 euro è drammatico. Tutto ciò non può essere compreso da chi in Parlamento percepisce uno stipendio 15 volte superiore alla media e non trova scandaloso restituire il dovuto sebbene ridotto del 60%, in dieci anni, invece che in quarantaquattro, così come stabilito dai precedenti provvedimenti governativi. Ma la cosa, questa sì, straordinaria è che la legge licenziata dalla Camera dei Deputati non risolve nessuno dei problemi sollevati dall’INPS. L’Istituto Previdenziale, terza Camera del Parlamento, in una circolare del Dicembre 2008, esclude intere categorie di cittadini dai benefici previsti da leggi e ordinanze, ricorrendo a bizantinismi giuridici che solo leggi fatte con scrupolo e competenza permetterebbero di evitare. Naturalmente non è questo il caso della legge di cui parliamo, copiata con il sistema del “copia e incolla” da altre leggi dello Stato.
Non c’è nulla per cui stare allegri; i problemi che c’erano prima dell’approvazione di quello che è stato definito atto di portata storica, restano tutti sul groppone dei terremotati, dalla conclusione della ricostruzione, sempre più lontana, allo sviluppo delle zone più colpite, sempre in attesa di un piano di sviluppo che riguardi esclusivamente i 14 comuni veramente terremotati e non quelli scelti dal Commissario. Qualche imbonitore in questi giorni ha sostenuto che Iorio è stato determinato e determinante per la soluzione del problema della restituzione di tributi e contributi. Se gli effetti prodotti dalla legge saranno negativi sapremo con chi prendercela. Intanto registriamo con assoluta certezza che il cratere sismico non è una invenzione giornalistica, come affermato da Iorio in più occasioni, ma il luogo fisico all’interno del quale esercitare i poteri commissariali. Il decreto che contiene le misure a favore dei terremotati, per il quale Iorio è stato “determinante e determinato” è rivolto unicamente ai 14 comuni, appunto quelli del cratere. ☺
Grande euforia nel cratere da quando i beati Angelo Michele da Morrone e Sabrina da Monte Arcano hanno comunicato alla stampa molisana, la stessa che ai politici non fa mai domande, che la vergine di Arcore ha fatto il miracolo. Dopo l’annuncio, urbi et orbi, dell’emenda- mento salva Molise inserito dal Governo nel “decreto anticrisi”, norma che assegna ai molisani dei 14 comuni più colpiti dall’evento sismico le stesse agevolazioni concesse ai terremotati di Umbria e Marche, manca solo che i devoti pellegrini del cratere si rechino in ginocchio al santuario di via XXIV Maggio, in quel di Campobasso, per ringraziare il Santo. Alla notizia dello strabiliante avvenimento, qualcuno lo ha definito di portata storica, i Sindaci che si erano dimessi dalla carica, in quanto delusi della scarsa attenzione prestata al problema dalle istituzioni, hanno sollecitamente ringraziato e sono tutti ritornati al loro posto. Per la verità qualcuno di loro non si è neanche scomodato a fare la mossa di dimettersi e quindi ha solo ringraziato. Anche qualche parlamentare dell’altro schieramento si è complimentato col Governo per il “passo in avanti”, pur esprimendo qualche riserva sul mancato stanziamento di fondi per la prosecuzione dei lavori di ricostruzione, nella legge di bilancio per il 2009.
Ma è veramente oro tutto ciò che luccica? Per capirlo è bastato partecipare all’incontro organizzato dagli imprenditori del cratere, nel centro comunitario di S. Croce di Magliano, dove numerosi esperti tributaristi, insieme al Sindaco che li ospitava, si sono dichiarati del tutto insoddisfatti del provvedimento approvato dal Parlamento. Forse perché atei oppure comunisti, ma loro ai miracoli proprio non credono. Ormai è abbastanza chiaro che il decreto anticrisi non risolve nessun problema a quelli che la crisi la stanno sopportando e l’emendamento salva Molise ha il solo merito di aver salvato i sindaci dal rischio di rimetterci il posto.
Nessuno ha mai creduto veramente che i Sindaci avrebbero confermato le loro dimissioni, anche in assenza di qualsiasi provvedimento a favore delle popolazioni colpite, figuriamoci in presenza di una misura placebo, che viene presentata come il miracolo di San Silvio. Il Sindaco Marino ha addirittura comunicato che la stragrande maggioranza dei suoi colleghi del cratere sono disponibili ad azioni durissime, eppure non si comprende perché gli stessi si sono affrettati a ritirare le dimissioni sulla base di un atto di fede verso i beati di cui sopra. Che il provvedimento per la decurtazione del 60% di tributi e contributi, dilazionati in 120 rate mensili, sia insufficiente e per certi versi peggiorativo rispetto alle precedenti disposizioni normative, lo dicono gli imprenditori e gli artigiani molisani che non sono certo nelle condizioni di restituire rate così pesanti in un momento economico difficile per tutti. Figuriamoci per i terremotati! Restituire il 40% del dovuto in dieci anni risulta infatti più oneroso che restituire l’intero debito in un periodo più lungo ma con rate più basse. Oggi cento euro al mese in meno per una famiglia che vive con uno stipendio di 1200 euro è drammatico. Tutto ciò non può essere compreso da chi in Parlamento percepisce uno stipendio 15 volte superiore alla media e non trova scandaloso restituire il dovuto sebbene ridotto del 60%, in dieci anni, invece che in quarantaquattro, così come stabilito dai precedenti provvedimenti governativi. Ma la cosa, questa sì, straordinaria è che la legge licenziata dalla Camera dei Deputati non risolve nessuno dei problemi sollevati dall’INPS. L’Istituto Previdenziale, terza Camera del Parlamento, in una circolare del Dicembre 2008, esclude intere categorie di cittadini dai benefici previsti da leggi e ordinanze, ricorrendo a bizantinismi giuridici che solo leggi fatte con scrupolo e competenza permetterebbero di evitare. Naturalmente non è questo il caso della legge di cui parliamo, copiata con il sistema del “copia e incolla” da altre leggi dello Stato.
Non c’è nulla per cui stare allegri; i problemi che c’erano prima dell’approvazione di quello che è stato definito atto di portata storica, restano tutti sul groppone dei terremotati, dalla conclusione della ricostruzione, sempre più lontana, allo sviluppo delle zone più colpite, sempre in attesa di un piano di sviluppo che riguardi esclusivamente i 14 comuni veramente terremotati e non quelli scelti dal Commissario. Qualche imbonitore in questi giorni ha sostenuto che Iorio è stato determinato e determinante per la soluzione del problema della restituzione di tributi e contributi. Se gli effetti prodotti dalla legge saranno negativi sapremo con chi prendercela. Intanto registriamo con assoluta certezza che il cratere sismico non è una invenzione giornalistica, come affermato da Iorio in più occasioni, ma il luogo fisico all’interno del quale esercitare i poteri commissariali. Il decreto che contiene le misure a favore dei terremotati, per il quale Iorio è stato “determinante e determinato” è rivolto unicamente ai 14 comuni, appunto quelli del cratere. ☺
Grande euforia nel cratere da quando i beati Angelo Michele da Morrone e Sabrina da Monte Arcano hanno comunicato alla stampa molisana, la stessa che ai politici non fa mai domande, che la vergine di Arcore ha fatto il miracolo. Dopo l’annuncio, urbi et orbi, dell’emenda- mento salva Molise inserito dal Governo nel “decreto anticrisi”, norma che assegna ai molisani dei 14 comuni più colpiti dall’evento sismico le stesse agevolazioni concesse ai terremotati di Umbria e Marche, manca solo che i devoti pellegrini del cratere si rechino in ginocchio al santuario di via XXIV Maggio, in quel di Campobasso, per ringraziare il Santo. Alla notizia dello strabiliante avvenimento, qualcuno lo ha definito di portata storica, i Sindaci che si erano dimessi dalla carica, in quanto delusi della scarsa attenzione prestata al problema dalle istituzioni, hanno sollecitamente ringraziato e sono tutti ritornati al loro posto. Per la verità qualcuno di loro non si è neanche scomodato a fare la mossa di dimettersi e quindi ha solo ringraziato. Anche qualche parlamentare dell’altro schieramento si è complimentato col Governo per il “passo in avanti”, pur esprimendo qualche riserva sul mancato stanziamento di fondi per la prosecuzione dei lavori di ricostruzione, nella legge di bilancio per il 2009.
Ma è veramente oro tutto ciò che luccica? Per capirlo è bastato partecipare all’incontro organizzato dagli imprenditori del cratere, nel centro comunitario di S. Croce di Magliano, dove numerosi esperti tributaristi, insieme al Sindaco che li ospitava, si sono dichiarati del tutto insoddisfatti del provvedimento approvato dal Parlamento. Forse perché atei oppure comunisti, ma loro ai miracoli proprio non credono. Ormai è abbastanza chiaro che il decreto anticrisi non risolve nessun problema a quelli che la crisi la stanno sopportando e l’emendamento salva Molise ha il solo merito di aver salvato i sindaci dal rischio di rimetterci il posto.
Nessuno ha mai creduto veramente che i Sindaci avrebbero confermato le loro dimissioni, anche in assenza di qualsiasi provvedimento a favore delle popolazioni colpite, figuriamoci in presenza di una misura placebo, che viene presentata come il miracolo di San Silvio. Il Sindaco Marino ha addirittura comunicato che la stragrande maggioranza dei suoi colleghi del cratere sono disponibili ad azioni durissime, eppure non si comprende perché gli stessi si sono affrettati a ritirare le dimissioni sulla base di un atto di fede verso i beati di cui sopra. Che il provvedimento per la decurtazione del 60% di tributi e contributi, dilazionati in 120 rate mensili, sia insufficiente e per certi versi peggiorativo rispetto alle precedenti disposizioni normative, lo dicono gli imprenditori e gli artigiani molisani che non sono certo nelle condizioni di restituire rate così pesanti in un momento economico difficile per tutti. Figuriamoci per i terremotati! Restituire il 40% del dovuto in dieci anni risulta infatti più oneroso che restituire l’intero debito in un periodo più lungo ma con rate più basse. Oggi cento euro al mese in meno per una famiglia che vive con uno stipendio di 1200 euro è drammatico. Tutto ciò non può essere compreso da chi in Parlamento percepisce uno stipendio 15 volte superiore alla media e non trova scandaloso restituire il dovuto sebbene ridotto del 60%, in dieci anni, invece che in quarantaquattro, così come stabilito dai precedenti provvedimenti governativi. Ma la cosa, questa sì, straordinaria è che la legge licenziata dalla Camera dei Deputati non risolve nessuno dei problemi sollevati dall’INPS. L’Istituto Previdenziale, terza Camera del Parlamento, in una circolare del Dicembre 2008, esclude intere categorie di cittadini dai benefici previsti da leggi e ordinanze, ricorrendo a bizantinismi giuridici che solo leggi fatte con scrupolo e competenza permetterebbero di evitare. Naturalmente non è questo il caso della legge di cui parliamo, copiata con il sistema del “copia e incolla” da altre leggi dello Stato.
Non c’è nulla per cui stare allegri; i problemi che c’erano prima dell’approvazione di quello che è stato definito atto di portata storica, restano tutti sul groppone dei terremotati, dalla conclusione della ricostruzione, sempre più lontana, allo sviluppo delle zone più colpite, sempre in attesa di un piano di sviluppo che riguardi esclusivamente i 14 comuni veramente terremotati e non quelli scelti dal Commissario. Qualche imbonitore in questi giorni ha sostenuto che Iorio è stato determinato e determinante per la soluzione del problema della restituzione di tributi e contributi. Se gli effetti prodotti dalla legge saranno negativi sapremo con chi prendercela. Intanto registriamo con assoluta certezza che il cratere sismico non è una invenzione giornalistica, come affermato da Iorio in più occasioni, ma il luogo fisico all’interno del quale esercitare i poteri commissariali. Il decreto che contiene le misure a favore dei terremotati, per il quale Iorio è stato “determinante e determinato” è rivolto unicamente ai 14 comuni, appunto quelli del cratere. ☺
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