Da qualche tempo, la Chiesa Cattolica è stata scossa da scandali che coinvolgono persone al potere che utilizzano le loro posizioni per infliggere dolore agli altri. Purtroppo, questi abusi hanno portato alcuni dei fedeli ad allontanarsi dalla Chiesa, poiché credevano, erroneamente, che Cristo e la Chiesa fossero intercambiabili. Questo ha spinto alcuni a proteggere la Chiesa, credendo di proteggere Dio, ma in alcune circostanze, questo non è vero. Ma quando la Chiesa non pratica ciò che predica, supportando azioni che vanno contro le sue stesse credenze, potremmo chiamarlo abuso di potere. Vale la pena notare che a essere in crisi è il cristianesimo, non Gesù Cristo. Gesù non è il problema, ma piuttosto coloro che usano la Sua Chiesa come un luogo di preparazione per l’abuso di potere. Quei leader della Chiesa che esercitano la loro autorità agiscono nel nome di Gesù. Però in realtà, dominano ed impongono il loro potere sugli altri.
Torniamo in ambito locale della nostra piccola comunità di Oratino. Per quanto riguarda la “Via Crucis” di Renato Chiocchio e la decisione di relegarle in una cripta, è utile rivedere i fatti:
– Renato, artista di Oratino proveniente da una lunga tradizione di scalpellini, è un maestro scultore che ha messo cuore e anima nella creazione di opere di indiscutibile bellezza e valore. Molte delle quali senza alcun compenso e spesso senza aspettativa di ricevere articoli sulla stampa o gratitudine da parte della leadership dello Stato o della Chiesa. Sicuramente ha contribuito a rendere Oratino uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Ricordiamo che fu la sua famiglia di artisti che ha partecipato all’esecuzione, in modo significativo, della facciata della Basilica di M.S. dell’Addolorata di Castelpetroso (Molise).
– Le sue opere note sono la grande scultura sul Belvedere in piazza Ugo Calise, il busto di Arturo Giovannitti in piazza Chiesa, le formelle della “Via Crucis” nella Chiesa S. M. Assunta, sempre in Oratino. Altre opere importanti del nostro artista sono state commissionate e realizzte in tanti paesi del Molise e nel resto del mondo. `
– Come purtroppo accade in tanti piccoli paesi d’Italia, ci si divide in quanto a opinioni su vari temi. Sfortunatamente, Oratino sembra essere tra quei piccoli paesi dove le divisioni sono molto evidenti, soprattutto per le problematiche politiche e sociali. Detto ciò, la Chiesa e la fede negli insegnamenti di Cristo non dovrebbero mai fornire un palcoscenico per la divisione, come invece è successo in loco.
Sembra proprio che siamo ad un punto morto, ed è così. Allora dobbiamo capire meglio la situazione e arrivare a qualche accordo. Quali sono i motivi in gioco? Le formelle, commissionate da fedeli e realizzate da Renato, erano state collocate in chiesa negli anni Novanta, con la benedizione dell’arcivescovo mons. Ettore di Filippo. Dopo alcuni anni, il Responsabile della Soprintendenza del Molise decise di rimuoverle a suo parere. Al loro posto vennero installate formelle dozzinali, senza alcun valore artistico.
Dovremmo cercare una soluzione, una strada da percorrere con umiltà, comprensione e la volontà di ascoltarsi a vicenda, specialmente quando sono coinvolte emozioni e opinioni forti. La soluzione potrebbe prendere diverse forme, a seconda della situazione:
– Dialogo aperto: Incoraggiare una conversazione rispettosa tra le parti coinvolte. Questo significa comprendere i punti di vista degli altri, riconoscere il dolore e essere disposti a trovare un terreno comune. Nella Chiesa, ciò potrebbe comportare discussioni tra i leader e i fedeli, assicurandosi che tutti si sentano ascoltati.
– Focus sull’unità: Sottolineare gli insegnamenti fondamentali di Cristo, l’amore, il perdono e la riconciliazione: ciò potrebbe guidare tutti verso la guarigione. A volte, si tratta di ricordare a tutti che la missione della Chiesa non è dividere, ma unire le persone nella fede e nell’amore.
– Soluzioni pratiche: Forse potrebbe esserci un compromesso su come le opere di Renato vengano esposte o onorate, affrontando nel contempo le preoccupazioni da entrambe le parti. Si potrebbe quindi spostare la “Via Crucis” in uno spazio diverso, in vista, non nascosta in una cripta, perché tutti possano apprezzarla; riportare la “Via Crucis” di Renato dove era situata precedentemente oppure trovarle un’altra collocazione; restituire la “Via Crucis” alla famiglia di Renato, così da consentire loro di cercare un’altra Chiesa dove sarebbe ammirata ed apprezzata.
A volte, la risposta non arriva immediatamente, ma con la preghiera e cercando la guida di Dio. Si potrebbero incoraggiare le persone a riflettere sui valori della Chiesa, sul significato dell’arte e sul ruolo dei fedeli nel sostenersi a vicenda. Qualsiasi soluzione dovrebbe riflettere l’esempio di umiltà e compassione di Cristo. Ciò comporterebbe mettere da parte gli interessi personali e lavorare insieme per il bene comune, concentrandosi su ciò che ci unisce piuttosto che su ciò che ci divide. ☺