libri: “MIELE PER LA BOCCA”di Gaetano Jacobucci
15 Ottobre 2022
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libri: “MIELE PER LA BOCCA”di Gaetano Jacobucci

prefazione di Antonio Di Lalla

Caro fratel Gaetano,

un frate che canta l’amore, come fai in questa tua ultima raccolta di versi, Miele per la bocca, può stupire solo chi non ha capito nulla del Dio di Gesù Cristo e quindi della chiesa. È il Dio-amore che ci ha creati a sua immagine e quindi capaci di amare, a tal punto che ci realizziamo solo amando. Nessuno può sentirsi escluso, perché in ogni forma di amore brilla una scintilla di Dio. Siamo impastati d’amore e non possiamo che amare. Pena il nostro totale fallimento.

Tutta la Bibbia andrebbe letta come una storia d’amore di Dio per l’ umanità, non come un codice comportamentale, dato per frustrare i credenti. Il cuore del Testamento ebraico è rappresentato proprio dal Cantico dei Cantici, un inno all’amore umano così come si cantava anche nelle bettole. Rabbi ‘Akiva, teologo ebreo, osò affermare: “Il mondo intero non è tanto prezioso quanto il giorno in cui fu dato a Israele Il Cantico dei Cantici, perché tutti gli Scritti sono sacri ma il Cantico dei Cantici è il sacro per eccellenza”. Anche un teologo freddo e distaccato come Ratzinger, divenuto papa Benedetto XVI, pensò bene di intitolare la sua prima enciclica “Deus caritas est” perché l’amore è l’unica architrave del cristianesimo. Purtroppo una chiesa incentrata sul potere e sempre più clericale ha finito per censurare l’amore, mentre Gesù nei vangeli si esprime come una persona pacificata sul piano affettivo, relazionale. Conosceva l’amore, perciò non era attratto dal potere. E non poteva non chiedere ai suoi discepoli di rifuggire il modello della società impostato sul potere: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore” (Mc. 10,42-44). Insomma una chiesa che non ama non serve. Non sarà questa la crisi di credibilità che stiamo attraversando?

Caro fratel Gaetano, con questi testi di lunga elaborazione, e pertanto da leggere e rileggere con la dovuta calma, lasciandosi avvolgere e interrogare dalle tue parole meditate, essenziali, necessarie, dai il meglio della tua produzione poetica e ci appare tutta la saggezza di chi interiormente è pacificato e di conseguenza diventa testimone, profeta della necessità dell’amore. Se il mondo va in malora è proprio perché si ama poco e male. Chi ama non può tollerare la produzione e il commercio delle armi, la violenza, le guerre, la sopraffazione degli uni sugli altri. Chi ama accoglie la diversità come un bene prezioso e non cerca di omogeneizzarla per annullarla o, all’opposto, di sopraffarla e distruggerla. Chi ama salva sempre la buona fede dell’altro e accoglie l’altro proprio in quanto altro da sé. Chi ama non calpesta il più debole, quello che non sa farsi rispettare, ma accoglie la fragilità come un valore da difendere e valorizzare. Chi ama, insomma, si lascia amare perché solo l’amore può dare senso pieno alla vita. E il credente sa che alla fine della sua vita sarà giudicato sull’amore accolto e profuso.

Ti sono grato, fratel Gaetano, per questo libretto perché in ogni pagina si respira passione d’amore verso di sé, verso il prossimo, verso Dio. Naturalmente non potevi mancare di riferimenti a frate Francesco, cantore dell’amore più totalizzante verso le creature e il loro “Fattore”. L’amore è vero nella misura in cui non serve a niente, se servisse a qualcosa non sarebbe più amore ma interesse, e perciò l’amore è tutto, è realizzazione piena, non ha bisogno di altro. Rabi’a al-Adawiyya, mistica musulmana arriva a dire: “Signore, se ti amo per timore di perdermi, fammi bruciare nel fuoco dell’inferno. Signore, se ti amo per avere il paradiso, escludimi dalla Tua presenza. Ma se ti amo solo per Te, non respingermi dal Tuo volto”. L’amore, dunque, è tutto perché non serve a niente!

Grazie, fratel Gaetano. Continua a cantare l’amore. Continua a mettere in crisi con i tuoi versi le nostre coscienze refrattarie. Ne usciremo rinnovati noi e di conseguenza questo stanco mondo, affamato anch’esso, nonostante tutto, di amore.☺

Sulla carne nuda

Amore incide

nome di fuoco.

 

Brucia dardo

infuocata passione,

roveto non consuma.

 

Fluisce sulla carne

impetuoso, ardente

tumultuosa onda.

 

Amore m’abita,

imprime orme,

presenza certa.

 

Inatteso alito

fluisce leggero

o impetuoso vortice

 

risucchia l’anima,

nostalgia, attesa,

arsura arida.

 

Amor ti sceglie,

incanto d’alba,

tramonti di sangue,

 

dardo trafigge

cuore, viscere,

goder m’è gaudio.

Gaetano Jacobucci

 

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