lo stato contro iorio
22 Febbraio 2010 Share

lo stato contro iorio

Fino a ieri erano i giornali spazzatura a criticare Iorio, oggi è lo Stato a farlo.

La relazione ispettiva depositata con notevole ritardo dai commissari nominati dal Governo Prodi, prudentemente “conservata” negli uffici della Protezione Civile, finalmente ha visto la luce.  La Procura presso la corte dei Conti di Campobasso, in attesa di questo documento da oltre due anni, può tirare un sospiro di sollievo e procedere speditamente all’accertamento di eventuali responsabilità contabili, in caso ve ne fossero, o a spiegare ai cittadini terremotati che la gestione commissariale è priva di qualsiasi censura. Noi intanto vorremmo provare a ricostruire questa vicenda, attenendoci con rigore ai documenti consegnati, all’inizio del 2008, dagli ispettori agli organi competenti e di cui abbiamo avuto disponibilità solo ora.

Nel maggio del 2007, il Presidente Prodi costituì, per il modico costo di 42 mila euro oltre le spese, una commissione ispettiva composta da quattro esperti per verificare le attività amministrative e contabili poste in essere dal Commissario delegato, Presidente della Regione Molise, durante il lungo periodo dell’emergenza post-sisma. La  verifica, da eseguirsi nei successivi quattro mesi, venne  espletata con notevole ritardo e la relativa relazione venne depositata al Dipartimento di Protezione Civile nel gennaio 2008, quando il presidente Prodi aveva già cambiato mestiere ma, come si usa dire in questi casi, meglio tardi che mai!

Gli ispettori, nonostante avessero limitatissimi poteri di verifica, trasmisero alla Procura Generale presso la Corte dei Conti di Campobasso, insieme alla relazione ispettiva, due note, pervenute nel 2003 al Commissario delegato dal Dipartimento della Protezione Civile, condividendone i contenuti. Ma cosa è veramente successo? Gli ispettori, nel loro elaborato, rilevarono che Guido Bertolaso, qualche mese dopo le consegne dell’Ufficio al nuovo  Commissario, avendo avuto conoscenza dei provvedimenti di allargamento dell’area del cratere, emessi dal suo successore, gli faceva rilevare che gli stessi, insieme all’Ordinanza n. 13 ( quella che disciplina la concessione dei contributi per la ricostruzione) presentavano aspetti di illegittimità.

Ad essere precisi il Capo della protezione civile in data 24/02/2003 con nota 8545 rileva la dubbia legittimità dei provvedimenti del 14 e 19 febbraio 2003, adottati dal Presidente della Regione Molise Commissario Delegato, nella parte in cui individua, forzando il dettato dell’OPCM, i Comuni destinatari delle misure emergenziali, ampliandone l’originario perimetro; nella nota del 20/06/2003 sempre il Capo della Protezione Civile rileva che l’ordinanza n. 13 del 27/05/2003 non sembra del tutto congrua all’OPCM ed al generale contesto normativo concernente il Dipartimento di Protezione Civile.

Detta così la notizia non ha un grande impatto mediatico, ma se consideriamo che, con i predetti provvedimenti, i Comuni terremotati sono passati da 14 a 83, si comprende meglio perché dopo sette anni abbiamo ricostruito solo il 30% degli edifici più danneggiati nel solo cratere disegnato da Bertolaso. Mancano i soldi, dice il sub commissario Romagnuolo che, insieme a Iorio,  ha chiesto al governo di finanziare la ricostruzione. Per la verità, i due, anche l’anno scorso, hanno  chiesto 250 milioni di euro a Berlusconi il quale ha promesso – in verità è stato di parola! – che fino al 2011 non avrebbe dato loro il becco di un quattrino per via della crisi economica: tutto questo prima del terremoto dell’Aquila.

L’unico contentino, molto apprezzato dai due, è stata la proroga dello stato di emergenza, che consente al commissario e al sub di restare in sella. Anche in quella occasione il solito Bertolaso ha fatto sapere che non avrebbe condiviso il provvedimento di proroga in quanto privo dei requisiti per concederla. Peccato che il capo della protezione civile, da un po’ di tempo, faccia solo il grillo parlante!

 Il sub commissario, in una intervista televisiva, ha comunicato, urbi et orbi, che dopo il terremoto sono arrivati in Molise oltre 800 milioni di euro per la ricostruzione; non  abbiamo motivo di dubitarne, vista l’autorevolezza della fonte, ma ci chiediamo come mai nel rendiconto a sua firma, pubblicato nel marzo 2009, ne riporta solo 414? Non sarebbe il caso ci dicesse come sono stati spesi gli altri? O forse si è sbagliato in televisione? Sarebbe il caso, una volta per tutte, che ci dicesse, in modo definitivo, quanti soldi sono stati accreditati sul conto n° 3089 della contabilità speciale intestata al Commissario Delegato; quanti ne sono stati impegnati per la ricostruzione; quanti ne sono stati liquidati; quanti sono ancora i soldi disponibili, se ve ne sono. Farebbe opera di trasparenza se ci dicesse quanto percepiscono lui e il commissario.

Dalle colonne de Il Tempo Molise apprendiamo che il Commissario Iorio ha deciso di riprogrammare circa 70 milioni di euro. Si tratta di fondi per il terremoto assegnati ad una quarantina di Sindaci che non hanno provveduto a spenderli nei termini stabiliti. Geniale la trovata, Tremonti docet: quando mancano i soldi si fanno i miracoli, li si moltiplica spostando somme da una posta all’altro del bilancio con il risultato di creare solo ingiustizie. Il Commissario, invece di esercitare i poteri sostituivi, il che consentirebbe ai cittadini destinatari di contributi di recuperare il tempo perduto, intende premiare chi ha già avuto di più rispetto a loro.

La scelta ancora una volta é demagogica oltre che populista. Iorio ha sul suo tavolo una settantina di decreti, per altrettanti sottoprogetti i quali hanno concluso l’iter amministrativo e aspettano solo di essere firmati. Siccome è dal 2005 che ci dice di aver a disposizione i fondi per la ricostruzione questo è il momento di smentire tutti: firmi i decreti di finanziamento invece di revocare quelli già concessi. ☺

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