Loro la volpe noi l’uva
Lettera aperta a quanti lottano per un Molise migliore
Il Molise non sta in buone mani. Purtroppo. Abbiamo fatto la fine di Pinocchio che affidò i suoi denari al progetto messo in campo dal gatto e dalla volpe e sappiamo con quali risultati. Noi ci ritroviamo ad essere amministrati da volpi in cerca sempre di nuovi pollai. Per non farsi cogliere impreparati dagli eventi cercano già come ricollocarsi alla prossima tornata e così passano da una casacca all’altra, naturalmente per il nostro bene. Protesi verso il loro futuro, trascurano totalmente il nostro oggi e la regione precipita sempre più tragicamente nello sfacelo. Non possiamo continuare ad assistere impotenti a questo degrado. Non ce ne sbarazzeremo allargando i confini regionali, come si torna a ventilare in questi giorni: è necessario semplicemente rimandarli a casa, certi che anche le migliori volpi finiscono nella tagliola.
Sono anni che chiediamo un piano energetico ma non lo attuano perché altrimenti non potrebbero svendere il territorio alle grandi aziende che vogliono saccheggiare le nostre terre con megaimpianti di pannelli fotovoltaici e con pali eolici sempre più impattanti. Loro la volpe e noi Pinocchio a mettere sottoterra le monete!
Negli anni sessanta, nei nostri piccoli centri periferici era un avvenimento anche l’arrivo settimanale dello scamorzaro di Bojano che scendeva dal treno e faceva il giro del paese con la cesta a tracolla per soddisfare con le mozzarelle fresche le esigenze di palati fini o arsi dalla febbre. Non era un cibo per tutti! Poi arrivarono i furgoni frigorifero e i sottovuoti. Ma la storia cammina veloce. E così se la precedente amministrazione regionale si inventò la metropolitana leggera per smistare le mozzarelle di Bojano, questa ultima sta ventilando la possibilità dell’aeroporto a Cantalupo per far circolare i latticini in tempo reale! Che spettacolo veder passare l’aereo che lancia leccornie, goduria per i palati, mentre ci vorrebbero “le palate”, metaforiche, per far salva la nonviolenza che ci caratterizza! Loro la volpe e noi i polli da fare allo spiedo!
L’assenza di progettualità regionale viene allo scoperto ogni volta che qualcuno decide di comprare il nostro territorio. Gli occhi degli amministratori diventano come quelli di Paperino quando sogna un affare che poi puntualmente va male. Volevano svenderlo alla Granarolo che ci avrebbe in cambio ricoperti di letame, con la trovata delle manze. Ora vorrebbero far cementificare tutta la costa a nord di Termoli con un progetto a dir poco demenziale. La loro irresponsabilità mette a dura prova gli amministratori locali e i cittadini che dovrebbero dire di no a una valanga di denaro e alla prospettiva di migliaia di possibili posti di lavoro. Il malato, disperato, è pronto a fidarsi anche del mago che promette pozioni magiche. Sono i sani che dovrebbero impedirgli di fare scelte insensate, e di cui poi pentirsi, ma nel caso suddetto la volpe ha tutto l’interesse che il pollaio sia senza recinzione.
Sulla sanità stanno mostrando tutta la loro pochezza, i nostri amministratori regionali. Il presidente della giunta continua ad ambire al titolo di commissario ma prima o poi dovrà dire, come la volpe che non arrivava all’uva, “non è matura” e abbandonare l’impresa. Il cammino l’abbiamo tracciato e la proposta l’abbiamo depositata in Quarta commissione alla Regione, sperando che non resti in un cassetto chiuso a doppia mandata. L’unico futuro possibile è la sanità territoriale perché finché saremo ospedalocentrici tutte le risorse saranno inghiottite dalle strutture, con scarsi risultati per la salute collettiva. Se siamo messi così male è perché nel passato, anche recente, si è puntato tutto, o quasi, sugli ospedali, bacino di voti per le nostre insaziabili volpi e, grazie all’inefficienza, la sanità privata ha avuto buon gioco.
I morti di pandemia non sarebbero stati così numerosi se avessero scommesso su un centro Covid a Larino, come chiedevamo nella scorsa primavera! Possiamo solo sperare che la nuova commissaria alla sanità imposti seriamente il problema, che tutti i responsabili ASREM vadano a casa avendo fallito su tutti i fronti, che i gruppi e movimenti sorti per protestare sul cattivo funzionamento della sanità la smettano di rivaleggiare tra loro all’insegna di chi debba essere la primadonna, che una nuova stagione al più presto ridìa fiducia ad un popolo mandato al macello per l’irresponsabilità dei governanti. Il primo, immediato, segnale sarà il futuro della camera iperbarica di Larino che rischia di chiudere a breve qualora non si intervenga subito.
Se al Campidoglio nel 390 le oche misero in fuga i galli di Brenno, una regione che si risveglia può ben allontanare dall’aia tute le volpi che si aggirano fameliche. I segnali non mancano. “Molise Domani”, come abbiamo titolato il progetto di sviluppo organico, è a disposizione, può essere senz’altro migliorato, non senza, però, l’impegno di ognuno.☺