Mi hanno rubato il titolo
12 Ottobre 2018
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Mi hanno rubato il titolo

Avevo già in testa il titolo e il contenuto del mio contributo per questo numero della nostra fonte, ma mi è venuta la febbre per qualche giorno e non ho potuto mettermi a scrivere; nel frattempo, qualcuno su Facebook mi aveva rubato il titolo.

Era un titolo che anche io avevo preso in prestito, niente meno che da Karl Marx. Volevo scrivere su Steve Bannon, l’ex consigliere di Trump che sta cercando di unificare tutti i partiti e movimenti di ultradestra in Europa in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Il mio titolo era “Un fantasma si aggira per l’Europa”, e lo stesso è stato utilizzato su Facebook dal portale rollingstone.it il 20 settembre scorso per un’analisi che loro chiamano “il rossobrunismo”. E anche loro parlano, fra gli altri, di Bannon, ed anche di uno che si definisce filosofo e si vede in quasi tutti i talk show della TV italiana: Diego Fusaro. E, con mia maggiore sorpresa, della mia connazionale Sarah Wagenknecht, rappresentante di spicco del partito Die Linke che adesso ha creato il suo movimento Aufstehen (alzarsi).

Per me il fenomeno del “rosso- brunismo” è troppo nuovo e mi piacerebbe conoscere l’opinione di altri autori de la fonte al riguardo.

In queste ultime settimane la mia attenzione si è diretta sopratutto a Chemnitz, dove la morte di un cubano-tedesco per mano di immigrati (ancora indagati e non ancora accusati) ha provocato delle manifestazioni della Alternative für Deutschland, un partito rappresentato in parlamento, dal movimento Pegida e diversi gruppi di ultradestra. Ma anche, nei primi giorni di settembre, c’e stato un grande concerto di musica rock contro i neonazisti, e le 30.000 persone del pubblico erano venuti da tutta la Germania. Proprio adesso vedo che anche oggi, venerdì 21 settembre, c’è stato a Chemnitz un’altra manifestazione di destra, del movimento “Pro Chemnitz”, con 2.000 partecipanti, mentre una contro-manifestazione della sinistra contava 300 partecipanti. La novità di questa manifestazione è il fatto che un gruppo di manifestanti della destra ha attaccato la sede del partito Die Linke, per fortuna senza feriti…

Ai tempi della DDR sono stata molte volte a Chemnitz, che in quel tempo si chiamava città Karl Marx, Karl-Marx-Stadt. Avevo un gruppo di amici, rifugiati cileni, che abitavano in quella città ed erano perfettamente integrati. Uno di loro era diventato primario dentista dell’ospedale della città ed è stato lui che mi ha tolto il dente del giudizio.

Anche come interprete di delegazioni straniere sono stata molte volte a Karl-Marx-Stadt. Con la dirigente della Gioventù Comunista del Cile, Gladys Marin, abbiamo visitato una scuola, e ricordo ancora oggi l’interesse degli alunni per la storia del golpe di Pinochet e della resistenza cilena. Erano gli anni ‘70/80. Gli alunni avevano intorno ai 14 anni. Faccio il conto e vedo che oggi hanno proprio l’età di quelli che partecipano alle manifestazioni di Pegida, AfD e altri gruppi di destra.

Sociologi, psicologi e storici cercano in tutta Europa la spiegazione per questa crescita veloce dei movimenti xenofobi, identitari, nazionalisti (e forse anche rossobruni?) nel nostro continente. Hanno identificato i fenomeni socio-economici come motivi di questa crescita. Si parla molto della paura della classe media o della piccola borghesia di perdere quello che ha costruito fino ad ora. Questa potrebbe essere una spiegazione per gli eventi di Chemnitz.

Ma questi eventi hanno avuto un seguito molto più grave ancora. Hans-Georg Maassen, il capo dell’agenzia federale per la protezione della Costituzione, lo 007 tedesco, aveva espresso dubbi rispetto ai filmati sulla caccia agli stranieri che c’era stata a Chemnitz il giorno della prima manifestazione. Maassen credeva che si trattasse di fake news. Questa dichiarazione di Maassen ha provocato grande protesta nell’opinione pubblica, e finalmente Angela Merkel è stata messa sotto pressione per licenziare il “protettore della Costituzione”. In una riunione a tre, Merkel, il ministro dell’interno Horst Seehofer (grande amico di Salvini) e la presidente del partito socialdemocratico Nahles si è deciso che Maassen dovesse lasciare il suo posto per diventare sottosegretario al Ministero dell’interno (con un aumento del suo stipendio)!!! Attualmente c’e una grande rivolta nel partito della Nahles e non si sa come finirà questa storia. Ma la decisione dei tre ha macchiato fortemente la cultura politica della Germania… Forse questo può consolare un poco voi, amiche ed amici miei in Italia.☺

 

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