Ministri giullari
30 Aprile 2017
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Ministri giullari

È degli ultimi giorni l’infelice dichiarazione sul tanto dibattuto tema della fuga di cervelli. L’ennesima perla di saggezza è stata partorita dalla brillante ed illuminata mente del ministro Poletti: “Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dov’è andata, perché questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi”. Ah Poletti, quanto ci piacerebbe non avere più lei tra i piedi! Negli ultimi anni 100mila giovani hanno lasciato il belpaese, chi per necessità di sopravvivenza, chi perché dopo aver studiato tanto non è stato messo nella condizione di sfruttare le proprie capacità e competenze. Ma tutti, accomunati dalla medesima spada di Damocle: il futuro. Quelli che sono rimasti cercano di divincolarsi in un sistema fatto di voucher e di contratti a progetto. Qualcuno, più fortunato, è riuscito ad ottenere un contratto a tempo indeterminato ma, si badi bene, “a tutele crescenti”. Del resto, si sa, in uno Stato che ha di Stato solo il nome, bisogna meritarsele le garanzie! Ci hanno fatto credere che per avere un posto nel mondo dovevamo essere preparati, studiare tanto, qualificarci. Una laurea non era più sufficiente e allora master, specializzazioni… e comunque non basta.
Non basta se non sei, ad esempio, Poletti. Il nostro caro Ministro del Lavoro vanta nel suo curriculum un diploma all’istituto agrario, nulla più. Deve la sua fortuna alla politica, quella becera, e alle cooperative rosse. Eppure a questo strano personaggio, sgradevole ed ignorantello, è stato affidato un Ministero. Certo, è in buona compagnia. Basti pensare ad un’altra mente finissima, a capo di un ministero, quello della Salute, che dovrebbe garantire il diritto principe di tutti gli altri. La mente in questione è quella di Beatrice Lorenzin, che vanta una maturità classica, oltre ad idee spiccatamente illuminate. Fu sua la dichiarazione secondo cui l’altissimo tasso di tumori in Campania sarebbe causato da uno stile di vita sbagliato. A guardarli bene, si potrebbe asserire, scomodando la fisiognomica, che i tratti somatici e le espressioni di questi due simpatici giullari di corte tradiscano un certo grado di stoltezza.
I giovani, ma non solo, sono stanchi di un Paese senza futuro, dove vivere è diventato un mestiere, in cui la politica è fatta da persone che dovrebbero tacere ed invece decidono le sorti di milioni di individui. Di uno Stato che delega al merito ciò che invece dovrebbe Egli stesso garantire: la giustizia sociale. Se non si parte tutti dai medesimi blocchi di partenza, personaggi come Poletti e la Lorenzin, ignoranti, senza qualifiche ma con conoscenze fortunate, continueranno a decidere le sorti di questo Paese.

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