No alla cancellazione del molise
22 Marzo 2023
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No alla cancellazione del molise

Ogni giorno aumenta la pazzia che il denaro alimenta e a nulla servono gli appelli degli scienziati che, con i dati, continuano a rilevare le scelte sbagliate che stanno portando il mondo verso il baratro. Già nel 2019 Greenpeace avvertiva, in un suo rapporto, che la maggior parte dei sussidi va a foraggiare con circa trenta miliardi (18-20% del bilancio totale dell’UE) gli allevamenti intensivi. La quantità anziché sostenere quelli che producono meno ma meglio, con vantaggi salutari, ambientali e climatici. Si sa che gli allevamenti intensivi, oltre a straziare gli animali, rappresentano, con l’agricoltura industrializzata, la seconda voce, dopo quella dei fossili, che continua ad avvelenare il clima. Solo una delle ragioni, la principale, della sparizione delle piccole e medie aziende agricole e, con esse, delle piccole stalle. Una scomparsa preoccupante che ha accompagnato la crescita del neoliberismo grazie alle scelte dei governi, ai vari livelli (europeo, nazionale e regionale), e a un mondo contadino silenzioso e distratto e, come tale, complice.

C’è di più: sempre più sussidi, dannosi per l’ambiente, vengono dati  ai detentori di fonti fossili, tant’è che dal 2011 al 2021, ovvero in dieci anni, sono passati da 9,1 a 41,8 miliardi di euro, ben 7 miliardi e più dell’anno precedente, tutti destinati a opere utili a generare enormi quantità di veleni che hanno un solo obiettivo, l’ impazzimento totale del clima e i disastri che, non da oggi, vengono registrati in diverse modalità, solo ultimi i terremoti. Non a caso la decisione dell’attuale governo a guida Meloni-Eni di dare il permesso di perforazioni nell’Adriatico e di riaprire le miniere di carbone. Solo un piccolo quadro della situazione che vive il mondo all’epoca del neoliberismo, il sistema che, con queste e altre scelte – tutte all’insegna del consumismo – continua a depredare e a distruggere.

Ecco, il consumismo! La ragione del mio ripensamento sulle energie rinnovabili, prodotte da giganteschi pali e distese di pannelli solari a terra, perché esse hanno un solo obiettivo, quello di continuare a sostenere il sistema delle banche e delle multinazionali, appunto il neoliberismo. Il sistema dello spreco di risorse enormi, tutto e solo per sostenere i padroni delle fonti fossili, necessarie anche per produrre i generatori, nel campo dell’ eolico, e pannelli, nell’altro campo, il solare. Il sistema, che distruggere paesaggi, riduce a poca cosa l’agricoltura e, così anche, la biodiversità, ovvero la vita e il rapporto dell’uomo con la natura. Distrugge, anche, il domani delle nuove generazioni che si ritrovano una massa enorme di materiale da smaltire, e meno terra da coltivare con i blocchi di calcestruzzo e strade di collegamento dei generatori. Fossili ed energie rinnovabili che, con i loro micidiali strumenti messi in atto, rubano il bene più prezioso di un territorio, sia esso terra o mare, il cibo, la sola energia rinnovabile che alimenta la vita nostra e degli altri esseri viventi. Un territorio distrutto, sempre più limitato, destinato ad arricchire pochi e ad impoverire quelli che sono i titolari di questo bene comune, i suoi abitanti.

Per il Molise, il furto di territorio viene da lontano, e, a dimostrare lo stato di grande difficoltà, sta la perdita dei suoi residenti al ritmo di trecento molisani, i più giovani, che ogni giorno partono con il biglietto di sola andata. Non più gli abitanti di prima dell’invasione di energie rinnovabili, ma meno, sempre meno.

Quello che serve è riappropriarsi, prima possibile, della politica – oggi nelle mani delle banche e delle multinazionali –  per avere la possibilità di anticipare le situazioni e di trovare le soluzioni utili per la salvaguardia e tutela di quel bene comune che è sempre stato il territorio. Bene comune che il neoliberismo dei governi segnati da Berlusconi, Prodi, D’Alema, Amato – i presidenti eletti – e da quelli in seguito nominati, ha ridotto a cemento e asfalto in ogni dove, e, con l’aggiunta di altre strutture e infrastrutture previste dal PNRR, si vuole continuare a fare.

Solo ultime le energie rinnovabili, utili a sostenere il consumismo, la ragione di un sistema che non ha il senso del limite e del finito. Il grande affare del secolo appena cominciato – ne sa qualcosa la criminalità organizzata – e tutto per continuare a depredare e a distruggere. Serve – lo rileviamo di nuovo – la politica, che pensa e opera per la  rimozione della “causa”, lo spreco di ingenti risorse, e non per gli aggiustamenti degli “effetti”, sopratutto quando sono esperienze già fatte. In questo caso si tratta solo di un vantaggio che si dà a chi ha pensato, con le energie rinnovabili prodotte da giganteschi pali e smisurate distese di pannelli solari, a terra e nel mare, di cancellare il Molise. Un furto di territorio e delle sue risorse, oggi di grande attualità, le sole che valga la pena di salvaguardare, promuovere e valorizzare.  ☺

 

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