Non ci azzeccano
3 Dicembre 2024
laFonteTV (3883 articles)
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Non ci azzeccano

Nel 2014 un parlamentare della destra, con una proposta di legge, chiese di eliminare l’articolo 116 della Costituzione che consente alle regioni di chiedere maggiore libertà nella gestione di alcune materie. Nel 2024 un parlamentare, sempre della destra, ha dichiarato, in occasione dell’approvazione della legge sull’Autonomia differenziata (in attuazione dell’art. 116 della Costituzione) che si tratta di un provvedimento che unisce l’Italia, che combatte le disparità, che rende la nazione più forte e più giusta su tutto il territorio nazionale. Le due prese di posizione, non sono state assunte da un nazionalista, la prima, e da un federalista, la seconda, ma dalla stessa persona. Si tratta, anche se in epoche diverse, di posizioni politiche assunte dal nostro “Presidente del Consiglio”, se vi fa piacere: “Giorgia”. Purtroppo il mercimonio della politica consente a questi dilettanti di negoziare anche sui valori.
Per questo motivo, quelli che ieri si battevano per lo Stato nazionale e l’uomo solo al comando, oggi possono tranquillamente barattare lo Stato unitario con quello federale e viceversa tanto le differenze tra gli uni e gli altri sono irrilevanti. Gli unici ad essere rimasti coerenti con la loro storia e quella del fu Cavaliere, anche per 100 milioni di ragioni, sono quei furfanti che professano la loro innocenza, dopo aver patteggiato la pena e che al posto dei giudici preferirebbero avere dei camerieri. A questa gente la Corte Costituzionale, pochi giorni fa, ha risposto che l’autonomia si può fare, a patto che, “l’art. 116, terzo comma, della Costituzione si interpreti nel contesto della forma di Stato italiana. Essa riconosce, insieme al ruolo fondamentale delle regioni e alla possibilità che esse ottengano forme particolari di autonomia, i princìpi dell’unità della Repubblica, della solidarietà tra le regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini, dell’equilibrio di bilancio. I Giudici ritengono che la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative, tra i diversi livelli territoriali di governo, non debba corrispondere all’esigenza di un riparto di potere tra i diversi segmenti del sistema politico, ma debba avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione. A tal fine, è il principio costituzionale di sussidiarietà che regola la distribuzione delle funzioni tra Stato e regioni”. “In questo quadro, l’ autonomia differenziata deve essere funzionale a migliorare l’efficienza degli apparati pubblici, ad assicurare una maggiore responsabilità politica e a meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini”.
L’autonomia prevista dalla Costituzione, già modificata dai governi D’Alema e Amato nel 2001, sono un “pacco” destinato agli elettori della Lega Nord che nessuno in questo ventennio ha voluto mai aprire per il timore che fosse vuoto. Queste forme particolari di autonomia nulla hanno a che vedere con quelle scritte dal sen. Calderoli, poveretto: l’unico a non sapere di aver scritto l’ennesima porcata, nonostante, il presidente Zaia gli avesse affiancato una sua consulente di fiducia. Adesso, o si abbatte la Costituzione con l’ascia o si riscrive l’ennesima legge che può riguardare l’Autonomia o migranti, tanto è uguale, non ne azzeccano manco una. La strada intrapresa per la riforma del premierato che rende il Presidente della Repubblica “un villeggiante al Quirinale” non porta da nessuna parte, e siccome è stata scritta in aereo – lei fa così – dal ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati, difficilmente passerà il vaglio della Corte, pare che lo stesso Sabino Cassese, grande giurista, in genere favorevole ai cambiamenti, suoi e degli altri, nutra qualche dubbio sulla sua costituzionalità e, alla luce dell’attendibilità dei suoi pareri, ci preoccupa e non poco; per quanto riguarda la riforma della giustizia, quella sulla separazione delle carriere che demolisce il principio della separazione dei poteri con l’obiettivo di rendere i giudici inquirenti dipendenti dell’ esecutivo, il percorso della riforma e l’esito finale dipenderà soprattutto dal liquido, rosso o bianco che sia, in cui il ministro intingerà la penna.
Spesso ci domandiamo se questi sono fascisti: non lo sono. Sono giunti al potere democraticamente a seguito di elezioni regolari; rispettano le parole del Presidente della Repubblica, anche se non le condividono e a volte non lo consultano preferendo parlare col suo vice; riescono solo a combinare pasticci quando approvano leggi che in genere sono contro la Costituzione, contro i trattati internazionali, contro gli sfigati. Hanno scavato un fosso a presidio del quale ci sono anche gendarmi che non dovrebbero stare li, dove loro, ma non i loro elettori, vorrebbero seppellire la Costituzione più bella del mondo.
Il collante che tiene insieme le Destre italiane non è il fascismo ma il modello giudiziario “garantista” di Orban che tiene in galera la gente per anni senza dirgli il perché; quello fiscale di Trump che toglie le tasse ai ricchi per darle ai poveri (che, irriconoscenti, si lamentano che non ricevono mai niente); quello di Benjamin Netanyahu che per non andare in galera ha già ucciso otre 40mila Palestinesi, per metà donne e bambini; quello militare di Biden che persegue il sogno della terza guerra mondiale; quello sociale che si mostra indifferente rispetto al 10% della popolazione che vive in povertà assoluta, alla quale toglie il reddito di cittadinanza per dargli l’elemosina (euro tre al mese ai più fortunati); quello dei diritti sindacali negati (prima si approva la manovra finanziaria e poi si convocano i sindacati); quello che riduce i salari ai lavoratori già poveri: gli si offre, con il rinnovo del contratto già scaduto da tempo, un aumento salariale, nei prossimi tre anni, di 6 punti percentuali rispetto ad una inflazione che gliene ha già erosi 18 e contemporaneamente consente a chi naviga nell’oro di arricchirsi senza pagare dazio: sarebbe giusto combattere le diseguaglianze con una legge, questa sì costituzionale, che chiede a tutti gli stessi sacrifici; quello che riserva ai migranti il trattamento ricevuto a Cutro e consente alla nostra underdog di festeggiare sulle note di “Mari- nella”; quello che consente a un manipolo di camicie nere di manifestare davanti alla stazione di Bologna per rivendicarne l’eccidio.
Per mandarli a casa, senza neanche parlare di antifascismo, basterebbe difendere la Costituzione ed applicarla. Un bel programma di governo, o no?☺

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