non solo pomodori di Christiane Barckhausen-Canale | La Fonte TV
Il sugo è fatto. Per settimane o mesi è assicurato il piatto di spaghetti al sugo di pomodori, o alla bolognese… Mi domando quante persone, quando mangiano i piatti preferiti e tradizionali degli italiani, dedicano un pensiero alla domanda da dove viene questa benedetta pianta del pomodoro… e a quanti bambini e giovani si spiega che il pomodoro è originario dell’America? (America nel senso del continente, non Stati Uniti d’America).
Ogni anno, il 12 ottobre, gli spagnoli celebrano quello che chiamano “il giorno della razza”, che è una forma piuttosto nebulosa per parlare del giorno 12 ottobre 1492 quando Cristoforo Colombo vide per la prima volta una piccola parte di quel continente, l’isola Guanahani. La storia dei 500 anni che seguirono quel 12 ottobre 1492 è la storia della conquista, con la spada e la croce, di un continente, la storia della schiavitù sofferta dagli abitanti, gli “indios”, la storia del saccheggio delle ricchezze che dura fino ai nostri giorni.
Qualche mese fa, in una riunione dei capi di stato dei paesi dell’Unione Europea, il presidente boliviano Evo Morales ha pronunciato un discorso che potrebbe servire come lezione di storia e di economia. Questo discorso è anche uno specchio nel quale noi, europei, ci dobbiamo guardare:
“Eccomi qua, Evo Morales, venuto a trovare quelli che celebrano questa riunione. Eccomi qua, discendente di quelli che abitavano l’America 40.000 anni fa. Sono venuto per trovare quelli che, solo 500 anni fa, l’hanno trovata… Se voglio scoprire quelli che ci hanno scoperti, il fratello della dogana europea mi chiede un pezzo di carta con un visto. Il fratello usuraio europeo mi chiede il pagamento di un debito contratto da Giuda. Il fratello avvocato europeo mi spiega che tutto il debito si paga con interessi, anche se quello che è stato venduto furono esseri umani e paesi, senza il loro consenso.
A poco a poco li scopro. Anch’io posso reclamare pagamenti ed interessi. Nell’“Archivio delle Indie” si può constatare, carta per carta, scontrino per scontrino, firma per firma, che solamente fra il 1503 ed il 1660 sono arrivati a San Lucas de Barrameda, dall’America, 185.000 kilogrammi di oro e 16.000.000 di kilogrammi di argento. Saccheggio? Non lo posso credere! Questo vorrebbe dire che i fratelli cristiani hanno infranto il loro settimo comandamento. Sfruttamento? Non voglio credere che gli europei, come Caino, abbiano assassinato il loro fratello ed abbiano negato il suo sangue! Genocidio? Questo significa dare credito a quelli che pronunciano delle calunnie come Bartolomé Las Casas, che ha detto che si è trattato della distruzione dell’America, o come Arturo Uslar Pietri che afferma che la nascita del capitalismo e l’attuale civiltà europea siano stati possibili perche l’Europa è stata inondata di metalli preziosi! No! Questi 185.000 kilogrammi di oro e questi 16.000.000 di kilogrammi d’argento devono essere considerati come il primo di molti altri prestiti amichevoli dati dall’America allo sviluppo dell’Europa (…) Questa fantastica esportazione di capitali non è stato altro che l’inizio di un piano “Marshall” per garantire la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle sue guerre contro i culti musulmani, i creatori dell’algebra, la poligamia, il bagno quotidiano ed altre cose della civiltà.
Per questo quando si celebra il cinquecentesimo Anniversario del prestito, possiamo chiederci: I fratelli europei hanno fatto un uso ragionevole, responsabile o almeno produttivo dei fondi avanzati generosamente dal Fondo Indoamericano Internazionale? Mi dispiace, ma devo dire di no. Sul piano strategico li hanno sperperati nelle battaglie di Lepanto, nei vari “Terzo Reich” ed in altre forme di sterminio a vicenda, per finire occupati dalle truppe dell’OTAN. Sul piano finanziario sono stati incapaci, dopo una moratoria di 500 anni, di rimborsare il capitale e gli interessi o almeno di farsi indipendenti dalle materie prime e dall’energia economica che ricevono dal Terzo Mondo. Questo triste quadro conferma quello che dice Milton Friedman: che un’economia sussidiata non può mai funzionare.
Per questo ci vediamo costretti, per il loro bene, a reclamare il rimborso del capitale e degli interessi che noi, generosamente, non gli abbiamo chiesto in tutti questi anni. E non arriveremmo così in basso come chiedere ai nostri fratelli europei il tasso di interesse del 20 o 30% che loro chiedono ai popoli del Terzo Mondo. Vogliamo solo la devoluzione dei metalli preziosi, con un modesto interesse del 10%, accumulato negli ultimi 300 anni, con un condono di 200 anni. Su questa base informiamo quelli che ci hanno scoperti che ci devono restituire una massa di 185.000 kilogrammi di oro e 16.000.000 d’argento, potenziati di 300. Questo è un numero che, per essere espresso, avrebbe più di 300 cifre e che supera per moltissimo il peso complessivo del pianeta Terra.
Dire che l’Europa, in mezzo millennio, non è stata capace di generare la ricchezza per cancellare questo debito, significa ammettere un fallimento finanziario assoluto e/o l’irragionevolezza demenziale del capitalismo”. ☺
chrigio@arcor.de
Il sugo è fatto. Per settimane o mesi è assicurato il piatto di spaghetti al sugo di pomodori, o alla bolognese… Mi domando quante persone, quando mangiano i piatti preferiti e tradizionali degli italiani, dedicano un pensiero alla domanda da dove viene questa benedetta pianta del pomodoro… e a quanti bambini e giovani si spiega che il pomodoro è originario dell’America? (America nel senso del continente, non Stati Uniti d’America).
Ogni anno, il 12 ottobre, gli spagnoli celebrano quello che chiamano “il giorno della razza”, che è una forma piuttosto nebulosa per parlare del giorno 12 ottobre 1492 quando Cristoforo Colombo vide per la prima volta una piccola parte di quel continente, l’isola Guanahani. La storia dei 500 anni che seguirono quel 12 ottobre 1492 è la storia della conquista, con la spada e la croce, di un continente, la storia della schiavitù sofferta dagli abitanti, gli “indios”, la storia del saccheggio delle ricchezze che dura fino ai nostri giorni.
Qualche mese fa, in una riunione dei capi di stato dei paesi dell’Unione Europea, il presidente boliviano Evo Morales ha pronunciato un discorso che potrebbe servire come lezione di storia e di economia. Questo discorso è anche uno specchio nel quale noi, europei, ci dobbiamo guardare:
“Eccomi qua, Evo Morales, venuto a trovare quelli che celebrano questa riunione. Eccomi qua, discendente di quelli che abitavano l’America 40.000 anni fa. Sono venuto per trovare quelli che, solo 500 anni fa, l’hanno trovata… Se voglio scoprire quelli che ci hanno scoperti, il fratello della dogana europea mi chiede un pezzo di carta con un visto. Il fratello usuraio europeo mi chiede il pagamento di un debito contratto da Giuda. Il fratello avvocato europeo mi spiega che tutto il debito si paga con interessi, anche se quello che è stato venduto furono esseri umani e paesi, senza il loro consenso.
A poco a poco li scopro. Anch’io posso reclamare pagamenti ed interessi. Nell’“Archivio delle Indie” si può constatare, carta per carta, scontrino per scontrino, firma per firma, che solamente fra il 1503 ed il 1660 sono arrivati a San Lucas de Barrameda, dall’America, 185.000 kilogrammi di oro e 16.000.000 di kilogrammi di argento. Saccheggio? Non lo posso credere! Questo vorrebbe dire che i fratelli cristiani hanno infranto il loro settimo comandamento. Sfruttamento? Non voglio credere che gli europei, come Caino, abbiano assassinato il loro fratello ed abbiano negato il suo sangue! Genocidio? Questo significa dare credito a quelli che pronunciano delle calunnie come Bartolomé Las Casas, che ha detto che si è trattato della distruzione dell’America, o come Arturo Uslar Pietri che afferma che la nascita del capitalismo e l’attuale civiltà europea siano stati possibili perche l’Europa è stata inondata di metalli preziosi! No! Questi 185.000 kilogrammi di oro e questi 16.000.000 di kilogrammi d’argento devono essere considerati come il primo di molti altri prestiti amichevoli dati dall’America allo sviluppo dell’Europa (…) Questa fantastica esportazione di capitali non è stato altro che l’inizio di un piano “Marshall” per garantire la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle sue guerre contro i culti musulmani, i creatori dell’algebra, la poligamia, il bagno quotidiano ed altre cose della civiltà.
Per questo quando si celebra il cinquecentesimo Anniversario del prestito, possiamo chiederci: I fratelli europei hanno fatto un uso ragionevole, responsabile o almeno produttivo dei fondi avanzati generosamente dal Fondo Indoamericano Internazionale? Mi dispiace, ma devo dire di no. Sul piano strategico li hanno sperperati nelle battaglie di Lepanto, nei vari “Terzo Reich” ed in altre forme di sterminio a vicenda, per finire occupati dalle truppe dell’OTAN. Sul piano finanziario sono stati incapaci, dopo una moratoria di 500 anni, di rimborsare il capitale e gli interessi o almeno di farsi indipendenti dalle materie prime e dall’energia economica che ricevono dal Terzo Mondo. Questo triste quadro conferma quello che dice Milton Friedman: che un’economia sussidiata non può mai funzionare.
Per questo ci vediamo costretti, per il loro bene, a reclamare il rimborso del capitale e degli interessi che noi, generosamente, non gli abbiamo chiesto in tutti questi anni. E non arriveremmo così in basso come chiedere ai nostri fratelli europei il tasso di interesse del 20 o 30% che loro chiedono ai popoli del Terzo Mondo. Vogliamo solo la devoluzione dei metalli preziosi, con un modesto interesse del 10%, accumulato negli ultimi 300 anni, con un condono di 200 anni. Su questa base informiamo quelli che ci hanno scoperti che ci devono restituire una massa di 185.000 kilogrammi di oro e 16.000.000 d’argento, potenziati di 300. Questo è un numero che, per essere espresso, avrebbe più di 300 cifre e che supera per moltissimo il peso complessivo del pianeta Terra.
Dire che l’Europa, in mezzo millennio, non è stata capace di generare la ricchezza per cancellare questo debito, significa ammettere un fallimento finanziario assoluto e/o l’irragionevolezza demenziale del capitalismo”. ☺
non solo pomodori di Christiane Barckhausen-Canale
di
Il sugo è fatto. Per settimane o mesi è assicurato il piatto di spaghetti al sugo di pomodori, o alla bolognese… Mi domando quante persone, quando mangiano i piatti preferiti e tradizionali degli italiani, dedicano un pensiero alla domanda da dove viene questa benedetta pianta del pomodoro… e a quanti bambini e giovani si spiega che il pomodoro è originario dell’America? (America nel senso del continente, non Stati Uniti d’America).
Ogni anno, il 12 ottobre, gli spagnoli celebrano quello che chiamano “il giorno della razza”, che è una forma piuttosto nebulosa per parlare del giorno 12 ottobre 1492 quando Cristoforo Colombo vide per la prima volta una piccola parte di quel continente, l’isola Guanahani. La storia dei 500 anni che seguirono quel 12 ottobre 1492 è la storia della conquista, con la spada e la croce, di un continente, la storia della schiavitù sofferta dagli abitanti, gli “indios”, la storia del saccheggio delle ricchezze che dura fino ai nostri giorni.
Qualche mese fa, in una riunione dei capi di stato dei paesi dell’Unione Europea, il presidente boliviano Evo Morales ha pronunciato un discorso che potrebbe servire come lezione di storia e di economia. Questo discorso è anche uno specchio nel quale noi, europei, ci dobbiamo guardare:
“Eccomi qua, Evo Morales, venuto a trovare quelli che celebrano questa riunione. Eccomi qua, discendente di quelli che abitavano l’America 40.000 anni fa. Sono venuto per trovare quelli che, solo 500 anni fa, l’hanno trovata… Se voglio scoprire quelli che ci hanno scoperti, il fratello della dogana europea mi chiede un pezzo di carta con un visto. Il fratello usuraio europeo mi chiede il pagamento di un debito contratto da Giuda. Il fratello avvocato europeo mi spiega che tutto il debito si paga con interessi, anche se quello che è stato venduto furono esseri umani e paesi, senza il loro consenso.
A poco a poco li scopro. Anch’io posso reclamare pagamenti ed interessi. Nell’“Archivio delle Indie” si può constatare, carta per carta, scontrino per scontrino, firma per firma, che solamente fra il 1503 ed il 1660 sono arrivati a San Lucas de Barrameda, dall’America, 185.000 kilogrammi di oro e 16.000.000 di kilogrammi di argento. Saccheggio? Non lo posso credere! Questo vorrebbe dire che i fratelli cristiani hanno infranto il loro settimo comandamento. Sfruttamento? Non voglio credere che gli europei, come Caino, abbiano assassinato il loro fratello ed abbiano negato il suo sangue! Genocidio? Questo significa dare credito a quelli che pronunciano delle calunnie come Bartolomé Las Casas, che ha detto che si è trattato della distruzione dell’America, o come Arturo Uslar Pietri che afferma che la nascita del capitalismo e l’attuale civiltà europea siano stati possibili perche l’Europa è stata inondata di metalli preziosi! No! Questi 185.000 kilogrammi di oro e questi 16.000.000 di kilogrammi d’argento devono essere considerati come il primo di molti altri prestiti amichevoli dati dall’America allo sviluppo dell’Europa (…) Questa fantastica esportazione di capitali non è stato altro che l’inizio di un piano “Marshall” per garantire la ricostruzione della barbara Europa, rovinata dalle sue guerre contro i culti musulmani, i creatori dell’algebra, la poligamia, il bagno quotidiano ed altre cose della civiltà.
Per questo quando si celebra il cinquecentesimo Anniversario del prestito, possiamo chiederci: I fratelli europei hanno fatto un uso ragionevole, responsabile o almeno produttivo dei fondi avanzati generosamente dal Fondo Indoamericano Internazionale? Mi dispiace, ma devo dire di no. Sul piano strategico li hanno sperperati nelle battaglie di Lepanto, nei vari “Terzo Reich” ed in altre forme di sterminio a vicenda, per finire occupati dalle truppe dell’OTAN. Sul piano finanziario sono stati incapaci, dopo una moratoria di 500 anni, di rimborsare il capitale e gli interessi o almeno di farsi indipendenti dalle materie prime e dall’energia economica che ricevono dal Terzo Mondo. Questo triste quadro conferma quello che dice Milton Friedman: che un’economia sussidiata non può mai funzionare.
Per questo ci vediamo costretti, per il loro bene, a reclamare il rimborso del capitale e degli interessi che noi, generosamente, non gli abbiamo chiesto in tutti questi anni. E non arriveremmo così in basso come chiedere ai nostri fratelli europei il tasso di interesse del 20 o 30% che loro chiedono ai popoli del Terzo Mondo. Vogliamo solo la devoluzione dei metalli preziosi, con un modesto interesse del 10%, accumulato negli ultimi 300 anni, con un condono di 200 anni. Su questa base informiamo quelli che ci hanno scoperti che ci devono restituire una massa di 185.000 kilogrammi di oro e 16.000.000 d’argento, potenziati di 300. Questo è un numero che, per essere espresso, avrebbe più di 300 cifre e che supera per moltissimo il peso complessivo del pianeta Terra.
Dire che l’Europa, in mezzo millennio, non è stata capace di generare la ricchezza per cancellare questo debito, significa ammettere un fallimento finanziario assoluto e/o l’irragionevolezza demenziale del capitalismo”. ☺
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