Pace, giustizia e istituzioni forti
8 Giugno 2019
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Pace, giustizia e istituzioni forti

L’obiettivo 16 è dedicato alla promozione di società pacifiche e inclusive, garantendo l’accesso universale alla giustizia e la creazione di istituzioni responsabili ed efficaci. Per il monitoraggio dell’ obiettivo sono considerate diverse misure che nel complesso danno conto del livello di sicurezza, giustizia, partecipazione e libertà del Paese. Una prima dimensione riguarda l’incidenza sulla popolazione di diverse fattispecie di reato contro la persona, come gli omicidi o altre forme di violenza fisica, sessuale, psicologica, con particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili. Oltre al numero di denunce presentate agli enti competenti, la valutazione del numero dei reati subìti si completa con la stima della componente di tali fenomeni non desumibile da documenti di natura amministrativa, effettuata attraverso indagini statistiche dirette sulla popolazione. La sicurezza percepita dai cittadini è, invece, frutto di diversi aspetti ed è correlata al grado di fiducia riposto nelle forze dell’ordine rispetto alla loro capacità di controllo del territorio. Il livello di corruzione misurato riflette il profilo qualitativo generale del paese, delle istituzioni e dei servizi per la popolazione. Il numero di detenuti in attesa di giudizio e la lunghezza dei procedimenti civili rappresentano indicatori dell’evoluzione del livello di efficienza ed efficacia del sistema giudiziario, mentre quello del sistema istituzionale è valutato attraverso dati sulla soddisfazione dei cittadini rispetto alla loro esperienza nei rapporti coi pubblici uffici.  Completano il quadro della giustizia, della responsabilità e inclusività, i temi sulle libertà fondamentali, come la libertà di stampa, la presenza di discriminazioni, il rispetto dei diritti umani, la presenza di traffici illeciti finanziari e il traffico d’armi.

L’obiettivo 16 è declinato in dodici target, di cui gli ultimi due riferiti agli strumenti di attuazione. 16.1: ridurre tutte le forme di violenza e il tasso di mortalità ad esse riconducibili. 16.2: eliminare l’abuso, lo sfruttamento, il traffico e tutte le forme di violenza e tortura contro i bambini. 16.3: Promuovere lo stato di diritto e garantire parità di accesso alla giustizia per tutti. 16.4: entro il 2030, ridurre in modo significativo illeciti flussi finanziari e di armi, rafforzare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di criminalità organizzata. 16.5: ridurre in misura sostanziale la corruzione e la concussione in tutte le loro forme. 16.6: sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli. 16.7: assicurare un processo decisionale reattivo, inclusivo, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli. 16.8: allargare e rafforzare la partecipazione dei Paesi in via di sviluppo alle istituzioni della governance globale. 16.9: entro il 2030, garantire l’identità giuridica per tutti, compresa la registrazione delle nascite. 16.10: garantire l’accesso del pubblico alle informazioni e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali. Infine quali strumenti di attuazione 16.a: rafforzare le istituzioni per costruire a tutti i livelli una maggiore capacità, di prevenire la violenza e combattere il terrorismo e la criminalità. 16.b: promuovere e far rispettare le leggi e le politiche contro ogni forma di discriminazione per lo sviluppo sostenibile.

Il Rapporto SDGs2018. Prime analisi a cura dell’Istat, (conferenza del 6 luglio 2018) ci offre un primo resoconto sintetico, con dati, di alcuni tra i target dell’obiettivo 16 monitorati in Italia dal 2016 al 2018. Nel 2016 gli omicidi sono stati 400, pari a un tasso di 0,7 omicidi ogni centomila abitanti, in diminuzione per gli uomini nel corso degli anni, stabile per le donne. La quota di popolazione vittima di aggressioni o rapine consumate negli ultimi 12 mesi è pari all’1,4%, 1,2% per le sole aggressioni. Il 27% delle vittime di aggressione ha presentato regolare denuncia. Il 4,1% delle donne e lo 0,7% degli uomini in età compresa tra i 18 e i 29 anni sono stati vittime di violenze di tipo sessuale prima dei 18 anni. Nel 2016, la quota di cittadini che si sentono al sicuro quando camminano al buio da soli nella zona in cui vivono sale al 60,6% dal 59,6% del 2009 (59,6%) ma rimane più bassa rispetto a quella rilevata nel 2002 (64,6%). Il 7,9% delle famiglie è rimasto coinvolto in almeno un caso di corruzione nel corso della vita, il 2,7% negli ultimi 3 anni, l’1,2% negli ultimi 12 mesi dall’indagine/intervista. Diminuisce nel corso degli anni la quota di detenuti nelle carceri italiane in attesa di primo giudizio (16,8% nel 2017). La durata media per l’espletamento dei procedimenti civili dei tribunali ordinari rimane molto elevata, 445 giorni in media nel 2017, con grandi differenze a livello territoriale.

Al di là di quanto la narrazione di alcuni protagonisti al governo del paese ci vende ogni giorno, nella stagione di estenuante propaganda elettorale basata sull’ implementazione della paura, una società che non crea inclusione, ma, al contrario distanzia il popolo e gli dei, e si rinserra in un conflitto liquido, un “antagonismo errante” rivela l’involuzione antropologica: la morte del nuovo. Si è spenta l’ambizione al cambiamento e si è acceso l’interesse alla “restanza”, il residuo attivo degli antichi germi di comunità e di quanto è stato guadagnato con i precedenti processi di sviluppo. Un nuovo sviluppo, soprattutto “sostenibi- le”, ha bisogno di una politica che lo accompagni, come negli anni sessanta quando il sistema dei partiti e una classe dirigente favorirono la spinta del paese che lasciava alle spalle il conflitto bellico, l’isolamento nella comunità nazionale, la guerra civile, la fame e l’analfabetismo.☺

 

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