
Per non lamentarci domani
Lettera aperta a quanti vorrebbero sottrarsi al voto
Queste elezioni politiche mi richiamano i tempi dello scandalo del calcio scommesse. Mentre i tifosi si dannavano l’anima, sugli spalti e fuori, per la loro squadra del cuore, quelli che avevano le leve del potere calcistico orientavano i risultati delle partite a loro interesse e piacimento. La pessima legge elettorale, voluta da quasi tutti i partiti e contro la quale nessuno si è opposto veramente, salvo qualche protesta puramente formale, ci esautora completamente riducendoci da militanti in militonti. Tutto il potere è nelle mani delle segreterie nazionali dei partiti che compilano liste e ordine progressivo dei candidati secondo i loro gradimenti, fregandosene altamente di noi. Tutto il nostro sforzo consiste nel mettere un’unica crocetta sulla scheda per l’elezione dei due deputati che ci spettano e una crocetta su quella per l’elezione dei due senatori; al massimo possiamo scegliere una lista del proporzionale se ve ne sono diverse collegate. In pratica o quello che dicono loro o niente! Addirittura il centro-destra, ritenendo i molisani incapaci di intendere e volere, come se qui non ci fossero bocche da sfamare, ha imposto due figuri che non sanno neppure dove sta il Molise. E non è la prima volta che la destra è costretta a ospitare immigrati da altre regioni come quando il fu cavaliere Berlusconi si fregò il seggio di senatore nella nostra regione, lasciando con un palmo di naso l’eletto casalingo, per non dire casareccio. Ma questi sono anzitutto affari loro perché il mio voto non lo avrebbero neppure sotto tortura.
Il Partito Democratico ha deciso deliberatamente, a causa della legge elettorale di cui non diremo mai abbastanza male, di perdere tutti, o quasi, i confronti diretti dell’uninominale, rifiutando l’ accordo con i Cinque Stelle guidati da Giuseppe Conte. Se è immediatamente evidente a me non può sfuggire a Letta nipote che guida un partito con l’ausilio di Letta zio alle dipendenze di Berlusconi: se ha litigato con i Cinque Stelle per una quisquiglia vuol dire che cercava pretesti, come i bambini quando non vogliono che uno giochi con loro. Senza troppe dietrologie mi sembra evidente che ci sia un disegno strategico per eliminare una forza politica che con Conte si trova a fare scelte a favore dei più deboli, quelli che una certa sedicente sinistra ha dimenticato. Per fortuna qualunquisti e opportunisti alla Di Maio o alla Azzolina sono andati via dal movimento, come topi hanno abbandonato la nave pensando che affondasse. Ha pesato molto il loro rifiuto, non solo a livello nazionale, di aumentare nel bilancio la voce sulle spese militari, il non prostrarsi alla politica americana, ecc. Non è strano che nel PD si sia trovato posto per i fuoriusciti dal movimento, probabilmente sedotti ma presto abbandonati come gatti in tangenziale, e non un accordo con il movimento? Non è strano che finanche il meeting di Comunione e Liberazione inviti oves et boves eccetto Conte? Questi sono motivi in più per scommettere e dare forza a un movimento che a livello regionale sta lavorando bene come forza di opposizione, anche se a Roma cinque anni fa non ha mandato il meglio, forse a causa di selezioni frettolose.
Sicuramente è nelle nostre simpatie Unione Popolare che candida Rossano Pazzagli, nostro prestigioso collaboratore, che si spende per un Molise altro, e Hikmet Aslan, un curdo che risiede nella nostra regione, compagno di tante battaglie a favore degli esclusi.
Di Mimì e Cocò (Calenda e Renzi, per essere più espliciti) più che parlarne occorrerebbe un semplicissimo spillino per schiattare il loro immenso ego e scoprire che dentro la palla c’è il più totale vuoto pneumatico!
Di fronte a questo scenario, certamente incompleto e approssimativo, molti sono tentati di non andare a votare ma così facendo si partecipa al gioco dei pupari che abolirebbero le elezioni per non essere disturbati. Nelle nostre mani, come diceva don Milani, ci sono due armi pericolosissime: lo sciopero, per protestare contro questa politica sempre più a vantaggio dei ricchi, e il voto, che hanno depotenziato con questa legge elettorale, per esprimere il dissenso. Votando facciamo sentire che, nonostante tutto, ci siamo e vogliamo riappropriarci di un nostro diritto fondamentale. Chi non va a votare passa in ogni caso dalla parte del torto e non ha diritto neppure di lamentarsi dopo. Ecco perché la mia protesta voglio portarla nella cabina elettorale.
Il nostro voto è importante, inoltre, in vista delle prossime elezioni regionali per far capire verso dove vogliamo orientarci e spingere i partiti a rimettersi in discussione. Se abbiamo fondato “Molise Domani” non è per essere fiancheggiatori o costole di realtà già esistenti ma per essere traino verso una nuova politica regionale. Un’unica indicazione a proposito delle prossime votazioni: sostenere individualmente quanti ci sembrano affidabili soprattutto per un lavoro di trasformazione e di rilancio del Molise, che ha bisogno di discontinuità di programmi, di metodo e di una nuova classe dirigente. Cambiare si può. Cambiare si deve. Votiamo ora per non lamentarci domani.☺