“Nati così in mezzo a tutto questo
dove le masse trasformano i cretini
in eroi di successo”. (C. Boukowski)
Ma la gloria dove deposita ali-
sulle pietre, sul cocuzzolo di montagna
nell’anonimo sottoscala d’un Ministero.
Passaggio d’area per progressione di carriera?
Dove va a finire quel senso di sazietà
vero o presunto o da altri sottoscritto
per diversa circolarità d’intenti.
Croci di latta, alamari e scudi e ori
stendardi d’antica devozione
dove passa e ferma il tempo l’estasi
nel momento di vanità-
coccarde sul petto e spade alte
dove incidono l’ardore d’un campo di battaglia?
Suggestioni o identità celate d’alloro,
nel secolo delle esasperazioni tecnologiche
anche Diogene avrebbe scelto diversa botte.
Guardava il senzatetto la parata delle vacuità.
Ombre lunghe di cappelli piumati in sequenza
coprivano sassi bandiere monumenti
anche la maschera adiàfora del clochard
e guano di gazza e piscio randagio
sul mattone d’elemosina piovuto dal cielo.
Pelosetto amico- unica gloria in eredità.
Nel sistema della gloria ad ogni costo
cartoni dove fare splash solo ritagli d’aria.
Oppure un sonno profondo dopo la sbornia.
