
Pizzone II – resistere insieme
Un progetto, inizialmente presentato in sordina e poi radicalmente modificato, che propone benessere e sviluppo in cambio dello sfruttamento di una delle poche ricchezze rimaste da salvaguardare: il nostro patrimonio ambientale, l’acqua e il paesaggio. Che è poi la base del turismo che richiama in Molise migliaia di persone desiderose di aria pulita, spazi e natura incontaminati.
“Pizzone II”, ormai una sigla entrata da quasi un anno, e prepotentemente, nel dibattito politico: il progetto di una centrale elettrica, che dovrebbe riutilizzare le acque degli invasi di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo per produrre energia, è stato presentato da ENEL a ridosso del ferragosto del 2023. ENEL presenta il progetto, ha un’altra centrale idroelettrica sempre in agro di Pizzone e per i suoi impianti al momento (come si apprende da notizie diffuse) deve alla Regione Molise sei milioni di euro di canoni non versati.
“Per essere precisi, nel 2018 la Regione Molise ha diffidato la stessa società che oggi avanza un nuovo progetto di centrale idroelettrica al pagamento di quasi 6 milioni di euro relativi agli oneri concessori del sistema Montagna Spaccata. Sembra sia pendente un ricorso dinanzi al Tribunale regionale delle Acque Pubbliche di Napoli per consentire il recupero di questa somma che sarebbe relativa ai canoni dal 2010 al 2018. In parole povere, ENEL produce e vende energia anche grazie agli impianti di grande derivazione (Rio Torto II Salto, Rio Torto III Salto, I Salto Volturno, II Salto Volturno) con opere di presa gratuita che insistono sul territorio provinciale senza però ottemperare al pagamento dei canoni dovuti. Sembra che la Regione Molise – attraverso il dipartimento competente – nelle osservazioni al progetto di realizzazione della centrale di ripompaggio Pizzone II, abbia rimarcato con forza questo paradosso”. (PrimoPiano Molise 7 ottobre 2023).
L’opera ha scatenato, a ragion veduta, l’opposizione del Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise, di enti locali, di Italia Nostra, del WWF e di cittadine e cittadini che hanno dato vita fin da subito ad un combattivo Coordinamento e che si battono senza risparmiarsi per tutelare una delle zone paesaggisticamente più belle del Molise. E anche la Regione ha presentato osservazioni di segno negativo mentre il Consiglio regionale ha votato una mozione con la quale ha espresso il proprio diniego.
I territori principalmente coinvolti sono quelli di Castel San Vincenzo e di Pizzone ma, se il Molise fosse una comunità realmente coesa e reattiva, si sarebbero dovute alzare barricate da tutta la regione. A tal proposito, i complimenti veri al Coordinamento per essere riuscito a fare rete tra diversi comitati, associazioni e movimenti provenienti da ogni parte della nostra regione.
Contro il progetto si è alzato un coro di ‘no’ anche sul versante abruzzese. Forse in Molise, senza il faro sempre acceso del ‘Coordinamento No Pizzone II’, nato dopo la ferma opposizione di cittadine e cittadini e associazioni, non ci sarebbe stata tanta eco ma silenzio. Già, il silenzio! Quel silenzio tanto auspicato da politici che non perdono occasione di ricordare a loro stessi che hanno vinto e che ora comandano loro, calpestando i più sacri princìpi della democrazia e del buon governo. In barba alla Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale, nota come ‘Convenzione di Aarhus’.
La Convenzione è un trattato internazionale volto a garantire all’opinione pubblica e ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente.
È accaduto, infatti, che dopo le proteste e le sollecitazioni del comitato, seguiti dal parere sfavorevole di tutti gli enti interessati, e all’esito della VIA, la Valutazione Impatto Ambientale, ENEL ha bloccato l’iter chiedendo tempo per rivedere il progetto iniziale, altamente impattante. Una proroga di 120 giorni terminata qualche mese fa ma che, a sorpresa, è stata prorogata. E così ENEL ha affidato ad una società svizzera la modifica del primo progetto e ha incontrato le amministrazioni di Castel San Vincenzo e Pizzone per esporre il secondo che, dicono, tiene conto delle osservazioni e del parere negativo espresso dal territorio. Progetto il cui iter dovrebbe essere avviato entro agosto. Quando i delegati di ENEL si sono presentati a Castel San Vincenzo hanno trovato i referenti del Coordinamento, che hanno partecipato alla riunione. Sembrerebbe non sia andata così a Pizzone dove non sono stati ammessi.
Ad oggi il progetto “Pizzone II bis” è sconosciuto, toccherà attendere che venga avviato l’iter al MISE e notificato agli Enti interessati. E anche questa volta capiterà ad agosto, presumibilmente. Lo scorso anno, le pec inviate da ENEL furono lette giorni e giorni dopo: colpa del periodo feriale, gli uffici semivuoti, soprattutto nei Comuni con carenza di organico. E le osservazioni furono inviate sul filo di lana.
Potrebbe accadere di nuovo, visto che l’iter del secondo progetto dovrebbe partire entro la fine di agosto. Occhi aperti, quindi, e soprattutto posta elettronica da tenere sotto controllo. Qualche consigliere regionale avrebbe fatto intendere, dagli interventi in Aula, che questo progetto si farà, volente o nolente.
In nome della transizione energetica, la tutela ambientale per uno sviluppo del territorio non può essere messa in discussione ma di certo questa vicenda, affatto conclusa, insieme a tante altre, fa emergere le incongruenze di una visione politica che ipotizza di aggredire il territorio in nome di un presunto sviluppo che non porterà occupazione ma che compromette una ricchezza che è per sempre e per tutti.☺