Molise sicuro
14 Dicembre 2015
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Molise sicuro

Parlare di sicurezza dopo i fatti di Parigi potrebbe sembrare un’utopia, anche perché la certezza di essere al sicuro è praticamente impossibile. Soprattutto perché la domanda inevitabile è: al sicuro da chi, che cosa? Le istituzioni cercano di fare quello che possono per colmare questo bisogno ancestrale dell’uomo, un bisogno al quale si cerca sempre più spesso di dare risposte dall’ esterno, piuttosto che irrobustire l’animo. Così anche in Molise è stato messo in piedi il “Patto della Sicurezza – sistema regionale di videosorveglianza” che ha recepito anche le indicazioni del coordinamento delle forze di Polizia delle Province di Campobasso e Isernia. Pertanto sistemi di videosorveglianza verranno realizzati nei comuni di Campobasso, Isernia, Bojano, Campomarino, Larino, Montenero di Bisaccia, Riccia, Termoli, Agnone e Venafro.
Diversi anni fa i bambini venivano terrorizzati da un ammonimento ricorrente: “Ricordati che Dio ti vede!” oggi è l’occhio del Grande Fratello che osserva le nostre vite, o meglio alcune delle nostre azioni. Ma non credo che sia mai riuscito a fermare la malvagità, la cattiveria, la criminalità. Al bambino che muove i primi passi nel mondo la presenza di Dio dovrebbe essere quella che lo sostiene nei momenti difficili e di insicurezza, così come ben descritto nel Salmo 23: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”.
Un tempo c’ erano la famiglia, i vicini, i paesani che erano presenti nella vita di tutti, adulti e bambini e fungevano contemporaneamente da deterrente e da elemento di sicurezza perché non ci si sentisse soli, specialmente nei momenti più delicati della vita. Presenze che sicuramente potevano costituire un limite per le libertà individuali, ma erano persone sulle quali si poteva contare. Un padre pensatore dell’anarchia, William Godwin, affermò che: “La democrazia restituisce all’uomo la coscienza del proprio valore, gli insegna, con l’eliminazione dell’autorità e dell’ oppressione, ad ascoltare soli i dettami della ragione, gli dà la sicurezza che gli consente di trattare gli altri uomini come suoi simili, e lo porta a considerarli non più nemici contro i quali deve stare in guardia ma fratelli che ha il dovere morale di aiutare”. Possiamo considerare una democrazia quella che viviamo oggi? In realtà il potere legislativo e quello giudiziario sono in lotta costante pur fingendo di fidarsi l’uno dell’altro. La politica lascia spesso che sia la magistratura a dirimere le proprie lotte di potere. Così, invece di affrontarsi a viso aperto in discussioni risolutive e facendosi carico delle proprie azioni e decisioni, si riempiono i faldoni delle aule di Tribunale, senza contare che nel frattempo sono intervenute depenalizzazioni, prescrizione breve, legittimo impedimento, riduzioni di tribunali e personale. Praticamente l’impunità.
Il giudizio da parte dell’altro è talmente difficile da accettare che spesso le famiglie non si fidano neanche della scuola, l’istituzione per eccellenza quando si parla di educazione e formazione, e capita spesso di vedere denunciati presidi ed insegnanti anche per voti, giudizi e note che riguardano i figli studenti.
Un sistema di videosorveglianza riuscirà effettivamente a farci sentire più sicuri? La paura dell’ignoto è solo una componente delle nostre insicurezze. Spesso le peggiori violenze sono perpetrate proprio da chi conosciamo bene. La mancanza di fiducia nel futuro, invece, è alimentata da una politica miope, legata alla poltrona e da un’economia folle che corre solo in favore del più forte.
Un’occasione per cambiare rotta ci viene offerta dall’anno giubilare, il tempo “del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli”. ☺

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