Progressività versus disuguaglianze
9 Aprile 2024
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Progressività versus disuguaglianze

Questo particolare momento storico, caratterizzato da forti disuguaglianze e dove la progressività fiscale è spesso non pienamente compresa o confusa con altri concetti, richiede una valutazione adeguata per spiegare al meglio la portata di una delle norme più importanti della nostra Carta costituzionale. Il principio di progressività delle imposte è un concetto fiscale che stabilisce che le aliquote fiscali aumentano all’aumentare del reddito del contribuente. In altre parole, le persone con redditi più alti pagheranno una percentuale maggiore di tasse rispetto a quelle con redditi più bassi. Il mancato gettito dovuto alla ridotta progressività delle riforme fiscali e al mancato cumulo, per via di una miriade di imposte sostitutive, ha generato un ammanco di entrate che è stato colmato dall’emissione di titoli di Stato che, in virtù degli interessi composti, hanno prodotto un maggior debito, fino al 2016, pari a 295 miliardi, il 13% di tutto il debito accumulato. Dal 2017 al 2023 la tendenza non si è invertita. Un favore alle classi più ricche che è stato ed è assai costoso per tutta la collettività! Ma la progressività serve anche a ridurre le disuguaglianze e ad attivare il principio di solidarietà fra chi ha molto e chi ha poco (Art. 2 e 3 della Costituzione). Volendo dare all’IRPEF un’impronta fortemente progressiva, quando venne istituita, nel 1971-1973, il legislatore previde 32 scaglioni.
Dal 1° gennaio di quest’anno ha preso corpo la prima fase della riforma fiscale IRPEF, del governo Meloni, con l’ accorpamento dei primi due scaglioni in un’aliquota unica al 23% per i redditi fino a 28mila euro. In totale 3 scaglioni. Uno schiaffo alla nostra Costituzione! Questa riforma si inserisce quindi a pieno titolo nel progetto di una apparente semplificazione che aumenta le disuguaglianze sociali. Come le prossime elezioni europee potranno influire sulle riforme fiscali e sul tema del contrasto alle disuguaglianze sociali? È bene tener presente che la tassazione è una prerogativa degli Stati membri, mentre l’UE dispone solo di competenze limitate in materia. Ma la legislazione fiscale dell’UE deve essere adottata all’unanimità dagli Stati membri. Il potere di introdurre, eliminare o modificare le imposte resta di competenza degli Stati membri. Ciascuno Stato membro è libero di scegliere il regime fiscale che ritiene più appropriato, purché rispetti le norme dell’UE. Pertanto le prossime elezioni europee saranno un banco di prova molto importante perché dovremmo scegliere se invertire la tendenza o proseguire nelle politiche regressive che cancellano il principio fondamentale della progressività senza il quale l’ uguaglianza sarà solo e sempre di più un principio inattuabile. L’unica vera difesa comune è quella della lotta alle disuguaglianze. L’unica società sicura è quella che si-cura.☺

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